Oggi con il dibattito politico a Gioiosa Marea sull’adesione o meno al consorzio, si torna a parlare della Costa Saracena.
Lei pensa che questo consorzio abbia ancora un futuro?
Io penso che questo consorzio sia più avanti nel futuro nel senso che si tratta di un’unione di enti che risponde a un’identità geografica e storica per offrirsi all’industria più importante che possiamo fare cioè il turismo.
E come l’immagina il nuovo volto della Costa Saracena negli obiettivi e nella sua territorialità?
Lo immagino inclusivo di tutti quei Comuni che vanno da Tindari a Capo d’Orlando, che non gravitano nell’area dei Monti Peloritani e nemmeno nell’area dei Monti Nebrodi.
Una zona con una sua peculiare identità, ben definita, un punto sulla carta geografica che abbiamo voluto chiamare “Costa Saracena”.
Per intenderci un territorio che comprenda i Comuni che vanno da Patti a Capo d’Orlando.
Come mai il l’Ente Consorzio Costa Saracena è entrato in stallo? Fine di un ciclo? mancanza d’idee? poca progettualità? nessun interesse politico?
Il Consorzio è entrato in stallo già nel 2009 quando una legge statale, recepita in Sicilia, ha previsto che ciascun Comune doveva scegliere di quale Consorzio far parte pena l’inefficacia e l’illegittimità degli atti che emanava.
Il nostro Consorzio ha deciso di essere ligio alla legge e da allora si aspetta che tutti i Comuni deliberino sulla scelta di adesione
Forse avrei dovuto dichiarare ufficialmente qual’era il motivo per cui il Consorzio non poteva operare.
La cosa migliore fatta da Costa Saracena?
Aver strutturato un’aggregazione di Comuni che non ha distribuito indennità di carica, che non ha appesantito la macchina amministrativa di nuovi dipendenti pubblici che ha cercato di operare basandosi sul volontariato che all’inizio ha coinvolto gli Assessori al Turismo di tutti i Comuni e i responsabili al turismo tra i dipendenti di tutti i Comuni che ci hanno messo l’anima per far nascere questa realtà che significa come dicevo l’identità di un territorio prima di tutto.
La cosa peggiore fatta da Costa Saracena?
Aver strutturato un’aggregazione di Comuni che non ha distribuito indennità di carica, che non ha appesantito la macchina amministrativa di nuovi dipendenti pubblici che ha cercato di operare basandosi sul volontariato…
Forse se avessimo agito come tutti gli altri adesso Costa Saracena sarebbe più appetitosa.
Dovendo convincere Gioiosa Marea a restare dentro la Costa Saracena cosa direbbe?
Di basare le proprie scelte guardando al futuro.
Di non pensare a quello che già c’è ma a quello che ci dovrebbe essere.
Di non chiedersi, come direbbe Kennedy, cos’ha fatto questo Consorzio per noi, ma di cosa abbiamo fatto noi per questo consorzio.
Di capire quali sono le reali esigenze di chi deve fare turismo, e lo deve fare ora, e mettere a disposizione gli strumenti per farlo.
E per farla andare via?
Nulla.
Oggi quali sono i soggetti deputati a parlar di turismo?
Oggi Costa Saracena è stata promotore del Distretto Turistico Tirreno Nebrodi.
Questo Distretto, è stato riconosciuto e premiato dalla regione dai tecnici dell’Assessorato. Anche gli esperti della materia (Università e Albergatori) hanno plaudito ad un piano di sviluppo turistico che pensa agli strumenti per crescere e non a finanziamenti inutili e dannosi.
Il Presidente di Costa Saracena sarà anche il Presidente del Distretto Turistico quindi credo sia ora di sbrigarsi al fine di poter eleggere legittimamente un nuovo Presidente per far partire subito il Distretto Turistico.
Il distretto turistico “Tirreno Nebrodi” (che comprende l’area che va da Gioiosa Marea a Tusa includendo i Comuni del Parco dei Nebrodi) ha prospettive?
Il Distretto Turistico Tirreno Nebrodi è un’unione d’imprese private e di Enti Pubblici (Comuni, Università, Parco dei Nebrodi e Unioni e Consorzi di Comuni) che debbono collaborare sulla base di una progettualità già realizzata ed approvata dalla Regione per perseguire l’obiettivo comune di pubblicizzare e valorizzare il territorio.
Basterebe leggere con attenzione il Piano di Sviluppo turistico per rendersi conto che alle lamentazioni che siamo soliti sentire di non saper fare progettualità e restituire i soldi dei finanziamenti europei abbiamo finalmente dato risposta.
Ma il diavolo è nei dettagli…
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