Una proposta ragionata viene dal Direttore Generale del Consorzio Cassiopea di Patti, che interagisce con un centinaio di aziende partner coinvolte nel settore della cantieristica del superbonus 110%
Giuseppe Pettina
Il manager, che da tempo ha preso una serie di posizioni critiche, nette e precise, spesso controcorrente, sul tema delle rivendicazioni in difesa delle imprese verso il Governo, e non è stato per nulla tenero nei confronti anche delle associazioni di categoria e dei sindacati, oggi torna sull’argomento del costo dell’energia che sta mettendo in ginocchio sia le imprese ma anche le singole aziende commerciali.
Silenzio assordante
“Continuo a non capire, – dice Giuseppe Pettina oggi in una sorta di lettera aperta sui social – il silenzio di tutte le categorie, Confindustria, Sindacati, Ance, Artigiani, tanto per citarne qualcuna e non leggo e non sento nessun politico, parlare su come risolvere il problema dell’aumento dei costi dell’energia, anche se siamo in piena campagna elettorale dove la propaganda, ed i megafoni accesi, spesso la fanno da padrona”.
“Un silenzio inquietante” afferma “mentre a giorni, lo sappiano tutti, si presenterà nuovamente il problema degli aumenti delle materie prime. Ma qui voglio allargare in campo delle argomentazioni. Quando si parla di materia prima, non è solo il cemento o il ferro, ma principalmente quelli che riguarderanno gli alimenti ai banconi del supermercato, la frutta e la verdura.
La gente, le famiglia, i pensionati, non riescono più ad avere certezze quotidiane ed il loro disagio sociale è palpabile. Un settore che potrebbe diventare un detonatore”.
Pettina è preoccupato e sottolinea che si dovrebbe stare attenti alle speculazioni: “difficile capire la logica che porta il diesel a costare più della benzina, ma anche come legare agli aumenti del gas il costo delle rinnovabili. Non credo che l’eolico o il solare debbano fare i costi con il gas… anzi dovrebbero esserne il contraltare”.
Per Pettina, “le cose certe sono stipendi sempre uguali a stessi ma con meno potere di acquisto, la benzina sempre più cara, la pensione sociale sempre più misera, le scadenze fiscali che non danno scampo alle aziende” e conclude “Io ora amplifico la protesta che ogni giorno avverto, quasi a farmi portavoce di questa, il mio invito è equilibrato: iniziamo a autotassarci con aliquota al 20% , aboliamo le tasse inutili, tipo Imu e Tari, aboliamo la Cassa Edile e versiamo il 50% in busta direttamente agli operai, pretendiamo, in particolare in Sicilia, lo sgravio delle accise, sui carburanti e sul gas, e vitiamo che anche lo Stato speculi sugli aumenti con i suoi balzelli. La minaccia di una ribellione fiscale, con equilibrio, potrebbe essere l’unico mondo affinchè nelle agende degli impegni della politica ci sia spazio per trovare le soluzioni. Quelle ci sono! Sarebbe bello che i candidati, invece di far giri elettorali cercando consensi si soffermassero con le categorie che soffrono per trovare idee, ascoltare proposte e farse portavoci attivi”.