Crearsi il lavoro …dimenticare il posto il 3 dicembre a Ficarra.
All’insegna di questo motivo centrale, “Crearsi il lavoro, dimenticare il posto”, e della considerazione che le leggi consentono ampiamente ai giovani di realizzare buone idee per il futuro, il Sindaco di Ficarra promuove un seminario-convegno pubblico con i giovani, i cittadini, gli imprenditori, la stampa, il prossimo 3 dicembre, alle ore 18.00, a Palazzo Busacca, a Ficarra.
A testimonianza del dovere e della nuova sensibilità della politica, alla conversazione-convegno interverrà l’Assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione, Prof. Mario Centorrino, che configurerà gli aspetti fondamentali della prospettiva “giovani-lavoro”, anche all’interno dei percorsi formativi e d’istruzione mirati al futuro inserimento sociale.
I relatori invitati, che approfondiranno norme, opportunità e procedure, saranno Alessandra Piccolo, esperta di imprenditoria femminile e Sergio Amato, esperto di imprenditoria giovanile, e avvieranno i loro interventi sulla considerazione che in Sicilia, pur alla presenza di importanti problemi economici e sociali, le agevolazioni per i progetti di impresa per i giovani e per le donne ci sono state e continueranno ad esserci.
Il taglio della conversazione-seminario sottolineerà la funzione di tutte le agevolazioni in atto, il cui scopo è portare nel nostro contesto lo spirito d’impresa, l’idea che l’iniziativa e la fattività organizzativa in ogni settore attendibile può creare benessere, ricchezza e dare stabile cittadinanza alle istituzioni imprenditoriali, in luogo dell’assistenzialismo.
“Nonostante i disagi del dopoguerra e il ritardo in termini di capacità competitiva dei nostri luoghi, siamo una generazione – afferma il Sindaco Ridolfo – cresciuta nel benessere economico-sociale che ha rallentato l’aspirazione verso la vita adulta, responsabile e desiderosa di piena autonomia.
Le cause del fenomeno sono riferibili ai lunghi, seppur opportuni, processi formativi, l’eccessiva corsa verso le professioni ritenute socialmente qualificanti, l’abbandono di attività tradizionali e il loro aggiornamento o trasformazione, la non disponibilità a fare impresa e a farla in maniera moderna, la difficoltà di accedere al credito, il modello di famiglia “iper-protettiva”, l’assistenzialismo spesso clientelare voluto dalla politica, le carenze di comunicazione e di potere “persuasivo” a favore delle provvidenze predisposte dal sistema Europa per favorire l’iniziativa.
Svolgere interventi capillari a livello locale per informare e dibattere sulla necessità di un nuovo corso, è il meno che un amministratore pubblico responsabile e che ama la sua comunità, debba fare”.