“CUCCUSETTE” – Ed il Sogno de “le Rocce”  non c’è più. Meglio i nudisti che i ragazzi down, gli spazi d’arte e la cultura?
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“CUCCUSETTE” – Ed il Sogno de “le Rocce” non c’è più. Meglio i nudisti che i ragazzi down, gli spazi d’arte e la cultura?

“Ferma jochu”, “settipappau”… ma qui non è un gioco. Anche la politica – malamente -, vedi al conferenza di ieri del reggente della Provincia messinese, Francesco Calanna, dice la sua, e ci mancava anche, questa tra il paradossale ed il pirandelliano, a completare la farsa su “Le Rocce”, scippando il sogno di Antonio Presti. Quello di di fare “altro”. E in questa sceneggiata anche la proposta  assurdamente alternativa del sindaco di Castelmola, nel silenzio assordante della Politica.

E Presti dal suo canto, uomo d’arte, di cultura e di bellezza, mecenate proiettato in un epoca lontana anni luce dalla sua concezione del mondo,  afferma: “Hanno ritenuto che dietro potesse esserci un interesse economico, invece era un dono ai cittadini e al mondo”.

Sicuramente essere accostato ad uno speculatore è la cosa che lo ferisce di più.

Speculatore … forse solo di sogni!

Antonio Presti, guarda, osserva, pensa e sogna…

Sogni concreti, fatti di luce e d’aria, di pensiero e d’arte, vedi Fiumare d’Arte che lo portano, guardando quel sito – “Le Rocce di Mazzarò” nel comune di Taormina – in colpevole stato di abbandono,  a progettare un sogno utopico, alla sua maniera. Va valorizzato, ripristinato, data nuova luce, utilizzato per far altro, tanto “altro”, e decide di prendersene cura, a proprie spese.

Così i venticinque immobili disseminati in uno straordinario palcoscenico paesistico, diventano un progetto di recupero e valorizzazione lontano da riproporli come li voleva il progetto che negli anni Cinquanta ne fece un Villaggio turistico mondano come voleva la Taormina della dolce vita.

Venne quindi la stipula di un comodato d’uso per novantanove anni.

A siglarlo la Città Metropolitana di Messina e Antonio Presti.

Il progetto, già messo in atto – a spese del mecenate oltre 300mila euro di costi già affrontati – puntava prima a ridar decoro, dignità e sicurezza alla zona, poi a ridargli “bellezza” e vita per renderla accogliete e pronta a manifestazioni di grande valenza estetica e umanistica, Parco Ambientale o Museo all’aperto che fosse.

Del resto la strada tracciata da Antonio Presti già racconta di come è solito trasformare i suoi sogni utopici in realtà e spazii di bellezza.

Tra gli utilizzi, progettati, nelle intenzioni dello stesso mecenate, anche l’affidamento ad una comunità di disabili perché “si creasse una casa di gioia, di accoglienza e di tolleranza”.

Un idea che diventava realtà giorno dopo giorno.

Poi la recentissima sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa, stimolata da albergatori forse privi di sogni non legati al profitto, ha disposto l’annullamento del protocollo e la restituzione del complesso all’Ente proprietario.

Ovviamente fioccano le proposte su come utilizzare quegli spazi, abbandonati  da decenni, buoni solo per sterpri e rovi.

Nasce l’idea del Museo del Mare del Villaggio per nudisti, si sprercano le parole di “recupero”, “valorizzazione”, “progetti turistici”, da parte delle Amministrazioni del comprensorio che erano stati assorti in silenzi colpevoli, nel non fare da decenni.

Fin qui le cronache, paradossali e pirandelliane, di queste due mancate iniziative di valorizzazione. Senza entrare nel merito dei risvolti giudiziari delle due vicende a me tutto questo suscita una domanda angosciosa. Come è possibile che ogni qualvolta qualcuno tenti di fare qualcosa a beneficio di tutti, qualcun altro si svegli e decida di fermarlo?

Parole… parole, parole.

E come giustamente evidenzia, nel suo articolo Sergio Todesco in “LetteraEmme”, dove accosta come miopie istituzionali il caso di “Le Rocce” con quello del Parco “Aldo Moro” – storie tipicamente messinesi – rammenta anche quel vecchio libro ormai dimenticato di Rosario Lo Duca quando scrive, ed è la risposta più plausibile per questa vicenda che “In Sicilia esiste il peccato di “fare”. Appena qualcuno di buona volontà si accinge, ingenuamente, a progettare qualcosa che possa fare bene alla comunità, poco ma sicuro che viene fermato in tempo. Perché? Perché ha osato “fare”. Anche a Messina, pertanto, è normale che il fare desti sospetto. Molto meglio il non fare. O, tutt’al più, il malaffare.”

E una considerazione sorge spontanea, in questi giorni che Presti affastella solidarietà, articoli, lettere a supporto di quanto fatto e quanto voleva fare, la Politica sta zitta. Inconsapevole, assente, muta…. e a marzo si vota.

Antonio Presti ha detto

“La sentenza del Cga? La accetto serenamente e rispettosamente”
E’ come potrebbe essere diversamente, del resto. Antonio Presti, uomo d’arte, di cultura e di bellezza, mecenate proiettato in un epoca lontana anni luce dalla sua concezione del mondo, forse ci sorride persino un po’ su. Amaramente. Sorride dopo la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa che ha annullato il comodato d’uso stipulato tra la Città metropolitana di Messina e la Fondazione Fiumara d’Arte per la fruizione de Le Rocce di Taormina. Prima di intervenire, prima di (non) giudicare chi lo ha giudicato, Presti ha voluto leggere le motivazioni del provvedimento. E oggi può parlare. Di quello che lo stop al bel progetto avviato per restituire il poggio naturale, dopo mezzo secolo di abbandono, a tutta la comunità. Era il 27 luglio del 2017 quando fu celebrata la riapertura ufficiale del sito. Sembra passato un secolo. E più che invano, sembra essere passato bruciando tutto ciò che era stato seminato. Ma Presti ha le spalle larghe quando si tratta di proteggere le sue attività da attacchi, sospetti, sentenze, interpretazioni ed equivoci, E per questo riparte da Fiumara d’arte, altra sua straordinaria invenzione di quarant’anni anni fa.

“Devo probabilmente assolvere a un karma che vede il dono incriminato e processato prima di incontrare lo spirito di accoglienza che anima la sua bellezza. Il dono della Fiumara d’Arte, nel territorio dei Nebrodi è stato accettato dopo quarant’anni di processi, attentati mafiosi e solitudine civile; a Le Rocce si tenta addirittura di abortirlo durante la sua genesi”
Ma che cosa è successo? E’ successo che mentre a Presti veniva concesso il comodato, un ricorso pendeva…
“Si. Quando è stato ammesso il comodato, la Città metropolitana di Messina e la società Pineta erano coinvolti in un dibattito legale. Al momento della firma, in una clausola si faceva menzione di questo contenzioso. Nonostante questo, ho sentito la necessità non di aspettare il risultato, ma di aprire subito al pubblico la fruizione del luogo. E questo è stato. Oggi il Cga non solo chiude definitivamente la vertenza con la Pineta, ma entra nel merito dello stesso comodato, intimando il suo definitivo annullamento e ritenendo che dietro ci potesse essere un interesse anche economico, non rispettando di diritto il grande spirto che animava il comodato: un dono ai cittadini, al mondo”.

C’è una cosa che fa serenamente infuriare, crediamo, Antonio Presti: il fatto che la sentenza faccia balenare il sospetto che dietro alla concessione e a quel dono, possa esserci una speculazione. Roba che Presti proprio non accetta: “ Quel dono è stato trattato al pari di una speculazione privata di qualunque imprenditore”.
C’è amarezza quanto basta nelle parole del mecenate, che ha incassato solidarietà di amici, conoscenti, di persona, sui social, con messaggi. Tutti con lui, perché quel che in pochi mesi era stato fatto, aveva fatto dimenticare quel che in mezzo secolo non era stato fatto.
“In questo anno di attività i cancelli de Le Rocce sono stati riaperti a tutti: visitatori, turisti, cittadini, famiglie, associazioni, giovani e anziani, bambini e disabili, a loro doveva essere restituito quello spazio proiettato sull’orizzonte mare e negato per troppo tempo. Per farlo ho dovuto metterlo in sicurezza. Ho subito ottemperato alla pulizia e alla scerbatura del sito, poi ho creato un percorso in sicurezza con segnaletica e banner esplicativi che raccontano la storia de Le Rocce, dalla genesi al futuro immaginato, e poi ho restaurato una struttura per ospitare le mostre.

A Le Rocce tante associazioni dei territori sono state attive protagoniste del rinnovamento: i nostri progetti si muovono in un raggio d’azione che comprende tutta la costiera jonica, da Santa Teresa di Riva all’Etna. Tra queste associazioni voglio ricordare con affetto proprio quelle relative ai ragazzi down, guerrieri di luce, eredi del mio percorso in nome della bellezza e dell’innocenza”.
Insomma, Presti aveva cominciato a fare tutto e avrebbe continuato a farlo, mettendoci dentro anche le risorse del cuore e quelle dell’anima. Ora potrebbe chiedere un risarcimento alla Città metropolitana. Se fosse uno speculatore, del resto…
“Se chiederò un risarcimento? Assolutamente no. Lo spirito che anima il dono è sempre il ringraziamento. E io, dunque, mi sento in dovere, invece, di ringraziare tutti coloro che hanno seguito e sostenuto il percorso del comodato, dalle istituzioni alla società civile”.
Ma a chi non garbava questo progetto di Presti?

“L’opposizione nasce da tutte le lobby che possono avere interessi privati, e può essere figlia del male più banale dell’umanità: l’invidia. Cosa che ho riscontrato anche a livello editoriale con una sparuta comunicazione giornalistica, talvolta inutilmente risentita e acida. D’altronde non posso essere simpatico a tutti. Credo che oggi il dono venga concepito come atto eversivo e destabilizzante. Poi c’è l’interesse della Pineta nel sostenere fino alla fine il suo project financing, oramai definitivamente cassato dalla sentenza del Cga. E poi c’è da ricordare il fallimento di una politica che per 50 anni ha tenuto questo luogo offeso e negato; quella stessa politica che ancora oggi, in un teatro delle parti, non solo non sa ringraziare che è riuscito ad aprire con il cuore per consegnarlo al futuro, ma addirittura in maniera istantanea ne rivendica uso e consumo per riconsegnarlo, come in passato, alla speculazione o a discussioni sterili e autoreferenziali. Capisco l’atmosfera attuale elettorale, ma questi sono anche autogol di quel potere che ancora oggi non sa riconoscere il valore della bellezza e dell’impegno etico”.
E ora? Presti guarda al futuro, il solito.

“Mi sto già dedicando a Librino e alla sua gente. Lavoro da anni nella periferia catanese per realizzare un grande museo all’aperto della fotografia, con il grande maestro Reza Deghati e oltre 50 giovani fotografi. Tra aprile e maggio, poi, concluderemo il lungo percorso che condurrà alla donazione artistica di 500 bandiere all’Ospedale di Taormina. Un lavoro realizzato grazie alla rete di oltre 200 scuole del comprensorio, da Furci Siculo sino Giarre passando per il Parco dell’Etna, per avvicinare i ragazzi all’arte e per coltivare la sensibilità verso chi soffre all’interno delle corsie dell’Ospedale. Medici e personale sanitario garantiscono interventi e giuste terapie; gli studenti donando le proprie pitture, potranno contribuire a riaccendere il faro della vita, per essere così anche una cura per l’anima. Voglio concludere con il grande sogno dell’utopia: utopia non è ciò che non si può realizzare, ma ciò che un sistema non vuole che si realizzi”.

 

 

 

La posizione della Provincia dopo la conferenza di Francesco Calanna

 

Si è svolta stamani, a Palazzo dei Leoni, la conferenza stampa del Commissario straordinario Francesco Calanna sulla posizione della Città Metropolitana di Messina alla luce delle ultime vicende legate alla decisione del Consiglio di Giustizia Amministrativa che ha disposto la riconsegna all’ex Provincia del Villaggio Le Rocce di Mazzarò, struttura che il 18 novembre 2016 era stata concessa in comodato d’uso gratuito alla Fondazione “Fiumara d’Arte” di Antonio Presti. L’analisi della situazione parte da tre considerazioni che il Commissario dell’Ente ha sottolineato con fermezza: il primo aspetto riguarda la sentenza dell’organo di appello amministrativo, decisione che sarà pienamente rispettata adeguando le future procedure a quanto disposto per cui ogni atto di assegnazione della struttura taorminese passerà attraverso l’emanazione di un bando ad evidenza pubblica. Un secondo punto su cui Calanna ha posto l’attenzione è stato il riconoscimento al mecenate Antonio Presti di aver portato avanti un’opera meritoria, riportando alla luce una realtà culturale e turistica di grande valore e da troppi anni caduta nel dimenticatoio, un’attività filantropica destinata ad un territorio di grande pregio e per la quale, alla luce della decisione del CGA, lo stesso Presti ha escluso ogni possibile evoluzione giudiziaria. La terza linea alla quale il Commissario Calanna dedicherà la sua attenzione sarà quella dell’attuazione di una fase di concertazione con la Regione siciliana e con gli enti del territorio per arrivare ad una scelta condivisa ed efficace che porti in un breve lasso di tempo all’affidamento della gestione del villaggio turistico. “L’affidamento del Villaggio Le Rocce rappresenta un passo imprescindibile per lo sviluppo dell’intero comprensorio taorminese – ha affermato il Commissario Calanna – e le scelte dovranno scaturire da un confronto con il governo regionale e con gli enti del territorio, da qui deriverà la linea da seguire che, naturalmente, rispetterà la sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa. Analizzeremo con estrema attenzione quanto emergerà dalle proposte condivise sulla base di un progetto ad ampio respiro e decideremo ciò che sarà più utile per valorizzare un sito di straordinaria bellezza, togliendolo dallo stato di abbandono che per troppi anni lo ha caratterizzato”.

 

breve rassegna stampa

 

 

Da leggere

 

http://scomunicando.hopto.org/notizie/le-rocce-scippata-fiumare-darte-la-possibilita-farne-un-polo-culturale-unoccasione-persa/

 

http://scomunicando.hopto.org/notizie/taormina-cerimonia-consegna-del-villaggio-le-rocce-alla-fondazione-antonio-presti-fiumara-darte/

 

http://scomunicando.hopto.org/notizie/fiumara-darte-le-rocce-la-bellezza-prende-volo/

 

http://scomunicando.hopto.org/notizie/le-rocce-antonio-presti-rida-bellezza-al-villaggio-si-indigna-sul-caso-migranti-travisato-strumentalizzato/

 

 

25 Gennaio 2018

Autore:

redazione


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