Cultura

DA RICORDARE – Quando a Brolo la “via Crucis” divenne quasi un set da film

Ricordi che suscitano emozioni e tanta “Passione”. Le foto di Pidonti ci ricordano quei momenti. Ma su tutta la Costa Saracena, i riti della Settimana Santa, in quegli anni vennero associati alla grande possibilità di crearne un evento turistico “corale” di richiamo. Una sperimentazione che potrebbe avere un futuro.

nessuna vis polemica. ma solo un punto di “ri-partenza” se si vuole, raccogliendo splendide eredità del passato

Era il 2007, poi venne l’edizione del 2008 ed il progetto continuò sino al 2009 per farne, tra i paesi dell’allora Costa Saracena un grande evento che unisse fede, tradizioni e turismo.

Le foto sono di Giuseppe e Tindari Pidonti

Oggi dopo aver vissuto il tempo del coronavirus con le processione sacre “annullate”, nell’anno della riprese delle tradizioni popolari legare alla fede ricordiamo quell’evento sfogliando l’album fotografico dei ricordi

Di certo la processione della Via Crucis, a Brolo, è la più suggestiva tra quelle che svolgono nel paese rimanendo anche tra quelle più partecipate. E’ molto evocativa quando percorre le vie del centro storico, ma richiama momenti di riflessioni in ogni via o pizza che percorre.

Ed è giusto rammentare, senza recriminare, e senza voler contaminare il “sacro con il profano” quando una volta anche i riti della Settimana Santa, in questo territorio, con la Costa Saracena che funzionava a pieno ritmo, a far da organizzatore, erano motivi di attrazione turistica.

Ed è giusto anche ricordare quelle sperimentazioni di Via Crucis “scenografiche” che a Brolo, in perfetta sintonia tra amministrazione e parrocchia, suscitarono emozioni e partecipazione.

Tutto nacque dall’idea di Massimo Scaffidi, dalla professionalità di Italo Zeus e da tutto lo staff dell’ufficio turistico, dai ragazzi della Sak Be e dal grande fare di Matteo De Simone, Suor “C”, di Carmelo Casella, ed i ragazzi dell’oratorio che offrirono braccia e volti, ma anche degli artigiani – grandi professionisti – del “fuoco” e degli effetti speciali, i Castorino e Angelo d’Amico senza dimentica Eugenio Favano, che con la sua voce condusse la Madonna lungo le viuzze del centro storico. Una partecipazione corale che non si perse mai d’animo davanti a nessuna difficoltà ben supportata da Salvo Messina, allora sindaco e assessore al turismo.

Esperienze che oggi, andrebbero certamente rivalutate, ridiscusse e rilanciate quali momento di unione e condivisione anche perchè furono esperienze che oggi, grazie alla forza degli scout, dei giovani e meno giovani dell’oratorio, delle altre associazione che nel tempo si sono create, – dai carristi alla protezione civile, ma anche con il supporto di B-Radio e di altri – grazie anche da nuove tecnologie,  potrebbero diventar un grosso elemento aggregatore, trasversale e vivifico.

Furono comunque delle “grandi” VIA CRUCIS, tra Fede e Mistero anche alla ricerca della memoria storica del paese, e ci fu un appello anche in tal senso del parroco – don Domenico Donato Marino, di non far perdere, anzi recuperare, l’antica tradizione dei ceri e delle lampadine accese al passaggio della vara nei balconi e dell’esposizione delle “coperte”, che rimangono tra quelle vecchie tradizioni che uniscono il popolo alla fede ed ai riti della Chiesa.

“La solenne celebrazione della Via Crucis a Brolo è certamente tra le processioni più importanti e partecipate dall’intera comunità la quale vive – si legge  in un datato volantino della parrocchia – questo pio esercizio, con trasporto mistico e con una forte emotività suscitata anche dalla presenza di elementi e simboli appartenenti alla cultura popolare.

Un tempo non lontano, questa devozione impegnava non solo a seguire la Vara dell’Addolorata, ma ad esporre alle finestre ed ai balconi delle viuzze, delle piazze e delle strade, toccate dal percorso, coperte e teli pregiati ricchi di merletti, ricami e decori, ad illuminare con luci di ogni tipo il passaggio delle Immagini Sacre.

L’addobbo dei balconi oltre ad un segno di rispetto e di devozione serviva anche a “rischiarare” la via alla Madonna che era alla ricerca del Figli(oltre all’occasione accolta dalla saggezza popolare per tirar fuori dalle cassapanche il corredo e mostrarlo). 

Non sarebbe male riportare in auge queste usanze appartenute al passato, rispolverare la tradizione popolare, dare ad essa nuovo smalto e valore per la cultura dell’oggi”.

Da qui, a memoria per il futuro, esporre le coperte e ad illuminare con le classiche “barre di luci” i balconi e le finestre, “accendendo ceri e lampadine al passaggio della processione del Venerdì Santo avrebbe il sapore di riprendere una tradizione che vale anche per altri pubblici momenti religiosi.

Tornando alla processione scenografica.

Vennero utilizzati, per la prima volta, le grandi immagini proiettate su muri e facciate, sul sagrato della chiesa, una Maddalena incappucciata veniva incontro all’Addolorata, l’uso di fiaccole e figuranti, il “fuoco vivo” di una croce che bruciava sul sagrato, mentre la grande musica, scomodando Wagner , Rossini, che faceva vibrare le facciate con l’”Also Sprach Zarathustra” suonato dalla Berliner Philharmoniker, e il requiem di Verdi, davano solennità alla varie stazioni dove in tanti si susseguivano per leggere frasi e pensieri.

Una vera e propria “scaletta”, sotto l’attenta regia – nella seconda edizione di Italo Zeus- , dove ci fu spazio per proiettare immagini dei campi di sterminio, la “croce ” di via Trieste diventava bianca di luce, mentre sulla facciata dell’Hotel Il Gattopardo, sede della “stazione” del Golgota, una croce rossa ne illuminava la facciata proiettandosi sulla spiaggia.

Un’esperienza oggi che diventa patrimonio di tutti.

Restano i ricordi che segnò tanti, tra amicizia e lavoro, con il grande lavoro dell’equipe e la certezza che questa manifestazione ben si affiancava alla “Festa del Fuoco” di Ferragosto, alle “luminarie del Lacco”. Una serie di eventi che sarebbero dovuti servire a proiettare l’immagine di Brolo all’esterno valorizzando anche il commercio locale  (Galà del Gelato, Brolo shopping, Corso in festa, Brol’euro….).

Momenti che hanno anche rappresentato in’idea di coesione ed aggregazione popolare col coinvolgimento diretto del lavoro di tanti brolesi.

Poi non è andata come si voleva e sperava… ma non sempre, anzi mai, si deve buttare con l’acqua sporca anche il bambino.

Ma questa è un’altra storia.

 

         

Altri scatti

        

la fotogallery di altre Via Crucis….

          

le foto dell’edizione 2022 (foto Pidonti)

 

 

Redazione Scomunicando.it

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