In un’epoca dove tanto si parla di nuovi nazionalismi questo è un film – forse tra i pochi che osa parlar dei fatti narrati – può contribuire a far riflettere come questi possano facilmente degenerare nell’odio più cieco, ricordando il passato per costruire un futuro diverso, ma anche raccontare una pagina di storia italiana “omessa” dalla storiografia ufficiale.
La trama:
Estate del 1943. Mussolini viene arrestato e l’8 settembre l’Italia firma quell’armistizio che condurrà al caos. L’esercito non sa più chi è il nemico e chi l’alleato. Il dramma si trasforma in tragedia soprattutto per le popolazioni civili che si trovano ad affrontare un nuovo nemico: i partigiani di Tito. In questo drammatico contesto, avrà risalto la figura di Norma Cossetto, studentessa istriana, barbaramente violentata e uccisa dai partigiani titini.
Il film è molto crudo, a Roma, durante la proiezione c’è anche ci si è sentito male, ma è una storia Italiana che va vista e che è rimasta sepolta sotto i tomi polverosi del conformismo ideologico e culturale, della vulgata storica.
Rimane comunque un bel film, recitato da ottimi attori(
Selene Gandini, Franco Nero, Geraldine Chaplin, Sandra Ceccarelli, Romeo Grebensek ) entrati perfettamente dentro la storia, al netto di qualche piccola libertà autoriale, che però nulla aggiunge o sottrae alla ricostruzione.
Un buon montaggio rende la drammaticità degli eventi, lo stupro, con un gioco di luci e ombre sembra infinito, rendendo la violenza subita dalla Cossetto, attuale e coinvolgente per ogni donna, ad ogni latitudine, di ogni epoca.
E poi la morte dentro una foiba, quella che per tanti anni era semplicemente definita una cavea carsica, che diventa la fossa comune degli italiani dell’Istria e della Dalmazia, il salto nel buio.
Dentro il film, si legge nella recensione di Fascinazione, c’è il tradimento degli italiani, il tradimento dell’amicizia, dell’infamia e della viltà di cui molti italiani, complici dei titini, si macchiarono, la ferocia, la violenza e l’odio, la pulizia etnica di un territorio, uno squarcio nel mondo torbido della ricostruzione storica conformista.
Lo scorrere del film, dura poco meno di due ore, a tratti sembra lento, quasi un film francese, ma c’è in quell’incedere il tempo del dolore e della sofferenza, ed effettivamente il tempo della paura della sofferenza, del sacrificio e del dolore è lungo, ci sembra infinito, quel tempo non passa mai, è lì immobile, quell’angoscia lenta e suggestiva attraversa le ossa per arrivarci fino al cervello in un dolore sordo che ci proietta dentro la storia.
Dopo essere stato presentato alla Sala Nassirya del Senato il film Red Land Rosso Istria, che rievoca attraverso il martirio di Norma Cossetto le atroci ed inaudite violenze subite dalle popolazioni dell’ Istria dopo l’armistizio del 1943 approda in poche sale cinematografiche dello stivale.
Fa paura.
A Napoli, terza città d’Italia ancora nessun cinema o multi sala ha deciso di offrire la visone di questo film a pubblico, che non è possibile ancora vedere, in molte città del Nord, del centro e del Sud, e sulla rete le reazioni contro il regista non si sono fatte attendere.
Oggi tra i Film al cinema in 29 sale.
Distribuzione Venicefilm.