L’intervento iniziale di Ornella Fanzone, che ha condotto il “salotto letterario”, ieri, nella villa comunale di Brolo, e che ha visto “intervistare” da studenti, intellettuali, amanti del teatro, della cultura e del “buon leggere” la scrittrice Dacia Maraini.
Desidererei dire poche parole per esprimere tutta la mia gioia, in questo momento in cui mi onoro di presentare la scrittrice Dacia Maraini, che ho sempre letto ed apprezzato tanto.
Mi piace partire da un Suo aforisma tratto dal libro “Dentro le parole” curato da Gioconda Marinelli che dice: “ E in una carezza, in un abbraccio, in una stretta di mano, a volte c’è più sensualità che in un vero e proprio atto d’amore”. Ecco per me, l’esperienza della lettura, il contatto con il libro, rappresenta l’inizio di un vero e proprio rapporto d’amicizia tra il lettore e l’autore, un abbraccio, un rapporto di solidarietà speciale.
Lo scrittore ci propone mondi che non sono nostri, che lui indaga e scopre col suo sguardo introverso, verticale, addentrandosi nella perlustrazione e nello scandaglio dei sentimenti umani e propone a noi lettori, che viviamo immersi in una successione fatta di orizzontalità quotidiana, mondi non nostri che presto lo diverranno, vicende e sentimenti che non ci sfiorano, ma che quanto prima vivremo come un viaggio cominciato per caso e concluso come un viaggio reale.
Viaggio immaginario nel corso del quale avremo conosciuto persone, fatto incontri, avremo camminato, avremo corso, avremo pianto, avremo avuto sete e non c’era acqua da bere, avremo avuto pietà, fatta esperienza del perdono, ma pietà e perdono non ci erano consentiti, prigionieri, com’eravamo, nelle righe di un romanzo estraneo, eppure nostro abbastanza.
Bombardati da un’informazione che ci massacra, dai tg impietosi che ci brutalizzano con le immagini più raccapriccianti, dandoci prova di quanta brutalità ed indifferenza talvolta l’essere umano sia capace, la lettura, il libro, il racconto di realtà Altre, magari più umane, o altrettanto dure, ma in cui aleggiano speranza, risposte, soluzioni creative mai percorse e immaginate, rappresentano, oggi più che mai, il nostro antidoto, linimento all’anima martoriata.
In una società che ci allena a vivere con il piede sull’acceleratore, nella quale la velocità e altre dipendenze ci istupidiscono, la pausa della lettura, col suo momento di silenzio interiore, ci permette di entrare in contatto col corpo, col cuore, con la terra e quindi con l’Altro. E in tale maniera cadono le incomprensioni, ogni forma di intolleranza e si rende possibile il dialogo e l’accoglienza verso le altrui diversità.
Non certo dunque fuga, bensì tentativo di trovare, di scovare dentro lo scrigno inesauribile e prezioso dell’immaginazione, alternative e risposte. Lei dice ancora: “Dopo millenni di odi e di guerre, dovremmo avere imparato, per lo meno questo: che il dolore non ha bandiere”. Del resto anche attraverso un romanzo, lo scrittore illuminato, parla e trasmette messaggi che “guariscono” l’umanità dal torpore e dall’indifferenza.
Ecco perché continuo a pensare alla scrittura come ad una testimonianza delicata di un gesto d’affetto verso l’uomo e verso il suo patrimonio immaginifico, da coltivare e proteggere come bene prezioso ed irrinunciabile.
Un’esperienza, quella della lettura, che ti fa cambiare l’angolo dello sguardo, un arricchimento di prospettive. Penso che un libro andrebbe prescritto dai medici nei disturbi dell’umore, nei periodi in cui la vita fa fatica a sentire il sapore delle cose liete, nei periodi duri. Quando un libro è troppo poco e nemmeno un libro è troppo poco.
In quello che è un momento tutto nostro, perfino un libro può essere salvifico, capace di stabilire un legame di solidarietà tra noi e il resto dell’umanità.
Tutto questo perfino accompagnato forse anche, perché no, da un pizzico di desiderio, da parte dello scrittore, di seduzione.
Ma una seduzione fuori dai canoni, dentro le allegre invenzioni di una mente inquieta.
E’ così dunque che preferisco pensare in questo caso alla scrittrice Maraini, come ad una dispensatrice di piccoli, grandi doni per l’anima di tutti noi, di amore e di carezze che ci accompagnano e consolano.
Mi permetta di rivolgerLe dunque il mio affettuoso Grazie e un grazie a nome di tutti i suoi lettori.