Il libro è stato presentato a Brolo nei locali dell’Istituto Alberghiero
“Storie ed esperienze scolastiche”
Le “Storie ed esperienze scolastiche”, vissute e tramandate, occupano ancora una volta un ruolo centrale nella ricerca, nella cura e nel racconto del maestro Nino Speziale. Il libro è stato presentato a Brolo nei locali dell’Istituto Alberghiero, i cui docenti e studenti hanno curato accoglienza, letture e intrattenimento. Il testo è stato presentato dal prof. Giuseppe Gembillo, docente emerito all’Università di Messina: “Questo libro racchiude i concetti fondamentali del ricordo e dell’essere maestro”. Interventi del sindaco on. Giuseppe Laccoto, del prof. Michelangelo Gaglio, della dirigente prof.ssa Maria Ricciardello e dell’autore. Il tavolo è stato coordinato dalla prof.ssa Marinella Speziale.
Dopo Le piene del torrente e della vita (2013), Paralipomeni (2016) e Brolo ai tempi della Rinascita (2019), l’amarcord con la scuola e con la vita di Nino Speziale giunge ad un punto d’incontro cui affluiscono ancora storie, fatti, affetti e documenti scolastici di valore. Manoscritti che segnano storie ed esperienze scolastiche arricchite dall’amore per l’insegnamento che si tramanda dalla madre alla figlia, in comunione con il marito – collega insegnante, e che guarda alle generazioni future. “Dal cassetto dei ricordi… – Storie ed esperienze scolastiche”, Armenio editore, curato dal maestro Antonino Speziale origina da tre fonti documentali custodite in famiglia, estrapolate ad hoc per raccontare e interessare, coinvolgere ed emozionare.In risalto, stavolta, la figura dell’indimenticabile Giuseppina Mondello Letizia: maestra, mamma, nonna, donna di alto profilo, classe 1906, formatasi al Collegio Pennisi di Acireale. Il suo primo giorno di insegnamento, nell’ottobre del 1927, segnò l’inizio di una straordinaria carriera durata 44 anni. Ne è testimonianza la “Cronaca della scuola” del suo primo anno di servizio, nel luogo natio dell’entroterra catanese e le attestazioni ricevute in occasione del pensionamento, nel 1971, a Brolo. A seguire, nel testo, l’esperienza della RAI in paese nel 1959. Erano tempi in cui si sviluppava il servizio pubblico radiotelevisivo che ha svolto una fondamentale mission di alfabetizzazione e divulgazione su tutta la nazione. Brolo ha avuto il privilegio di ospitare nella scuola elementare una tele-squadra, guidata da un conduttore, che ha ripreso piccole esibizioni degli alunni. L’esperienza RAI serviva anche a provare e sperimentare nuove tecniche per andare in onda su frequenze radiotelevisive che garantissero sempre più rete a livello nazionale.
Infine, il “cassetto” custodiva un quaderno di oltre cento pagine, tra favole e racconti, dal significato e dal valore universale, letti e tramandati in famiglia e a scuola, trascritti per l’occasione.
La prefazione del libro, come sempre ricca di contenuti, è del prof. Michelangelo Gaglio. La postfazione dei racconti, ovviamente con incisi di “familiarità”, è di Maria Letizia, collega e moglie dell’autore. Testimonianze sulla loro esperienza da ex alunni sono state portate da Marisa Briguglio e Nino Ricciardello. La copertina, curata nei dettagli, è opera di Matteo Vilardo.
Il libro è stato presentato a Brolo, nei locali dell’Istituto Alberghiero, dove un “arredamento” ricercato, con oggetti, foto, documenti originali e suppellettili a tema, ha fatto da cornice al tavolo degli interventi. L’evento è stato organizzato in collaborazione con lo stesso IPSAR “Merendino”, Soroptimist Club Nebrodi e l’associazione Ali di Carta.
Gli interventi.
Marinella Speziale, docente all’Istituto Alberghiero, figlia dell’autore e nipote della maestra Letizia, insegnante alla terza generazione: “Questo è un giorno particolare perché unisce le mie due famiglie, quella naturale e la scuola, l’IPSAR, la mia seconda casa. Il libro narra e documenta sulla scuola di un tempo, affinché l’opera dei maestri di allora sia da esempio per la nostra scuola di oggi”. Nel corso degli interventi, riprende le “lezioni” di chi in famiglia l’ha preceduta negli insegnamenti: “Arduo e difficile è il compito del maestro che deve plasmare le anime degli alunni al bello e al buono. Dunque, alla bellezza e alle emozioni. Siamo di fronte all’intelligenza emotiva di Goleman. Mia nonna ne parlava già nel 1927 e tale concetto l’ha ripreso mio padre…”
Il sindaco di Brolo, Giuseppe Laccoto: “L’eredità che ci lasciano la maestra Letizia e il maestro Speziale è quella di una scuola umanizzata, di educazione e preparazione alla vita. Esprimo il ringraziamento a nome dell’Amministrazione comunale al maestro Speziale per avere dato un segno di affetto e di attaccamento alla scuola”.
Maria Ricciardello, dirigente dell’IPSAR, nei saluti di presentazione: “È bellissimo vedere oggi tanti uomini e donne di scuola”. L’accenno alle sue indimenticabili esperienze da scolara: “Ricordo le passeggiate, le letture ad alta voce, l’affetto, il sostegno, tutte quelle azioni di cui un bambino ha bisogno per acquisire fiducia nel futuro”. Una menzione per chi, pur raccogliendo l’eredità della madre, opera dietro le quinte: “La maestra Maria Letizia è una protagonista attiva di questo libro”. La sua soddisfazione: “Oggi è una bella giornata in una scuola sempre viva”.
Nel corso dell’incontro la dirigente ha poi letto e commentato una pagina inedita della “Cronaca della scuola”, afferente ad una sanzione scolastica nei confronti di un alunno, nel 1928. “Quella della maestra Giuseppina Letizia è una testimonianza forte della sua bontà d’animo, del suo amore verso i bambini e della sua grandezza di educatrice”, ha detto la dirigente.
Sempre della “Cronaca della scuola”, la lettura più suggestiva, quella del primo giorno di servizio, il 1° ottobre 1927, è toccata all’insegnante Emanuela Faranda.
Michelangelo Gaglio, già docente al Liceo Classico di Patti, autore della prefazione, prende spunto da Augusto Monti: “Raggiunti gli ottanta anni di età mi viene in mente di tirar giù i miei conti con la scuola…”, e si rivolge al maestro Speziale: “Lei ha scritto il primo libro a ottant’anni…Adesso siamo al quarto. Se dovessimo fare un unico titolo, questo sarebbe proprio I miei conti con la scuola… la quale le deve molto per tutto quello che ha fatto quando insegnava e per ciò che sta facendo oggi con i suoi libri e le sue parole”.
Giuseppe Gembillo, già professore ordinario di Storia della Filosofia e dirigente del Centro Studi di Filosofia della Complessità, allievo del grande Edgar Morin, ha rimarcato le qualità del testo: “Questo libro racchiude due concetti fondamentali, quello del ricordo e dell’essere maestro”. I riferimenti: “Giambattista Vico diceva che noi abbiamo memoria della nostra storia e quindi siamo capaci di comprendere d’avere un’identità solo nel momento in cui qualcuno ha scritto un libro, ci ha dato notizia scritta, da Omero in poi”. Dunque: “Ricordare diventa un fatto fondamentale. Noi ci siamo e ci saremo fino a quando qualcuno si ricorderà di noi”. Sulla realtà di oggi: “Si tende ad azzerare l’idea di maestro grazie al contatto diretto di ognuno tramite i cellulari e i social, con la conseguenza della frammentazione del rapporto e soprattutto con un taglio netto dell’esperienza diretta tra alunno e maestro, che è fondamentale”. Il bel ricordo di un maestro avuto in terza elementare: “Al primo anno di insegnamento ci dedicò un quarto d’ora alla lettura di Pinocchio. Fu un fatto fondamentale. Con l’occasione comprai una riduzione de I Viaggi di Gulliver. Da lì iniziò il mio amore per il contatto diretto con la lettura”. Su questo punto, il ritorno sul libro: “In queste pagine noi troviamo sia questo contatto diretto, sia l’altro, altrettanto fondamentale, dell’importanza del ricordare”. Sulla parte di testo riguardante la maestra Letizia: “Nella sofferenza della maestra, descritta da un altro maestro, nei confronti dei suoi alunni, emerge anche una simbiosi con l’epoca. La maestra aveva preoccupazioni civili ed etiche legate al tempo. Mostrava la voglia di elevare socialmente e culturalmente quei bambini che sembravano spaesati, come lo siamo stati tutti il primo giorno di scuola”. I sani dubbi della maestra: “Chi si pone in questione poi agisce bene, perché lo fa con consapevolezza, non con la presunzione di applicare uno schema. Qui non c’erano schemi. La maestra interagisce con gli alunni che si trova di fronte. Emerge questo in una lettura simpatetica del libro”. Le conclusioni. “Il libro è l’oggettivizzazione della memoria, del ricordo. È qualcosa che va ben oltre l’oggetto che rappresenta fisicamente ai nostri occhi. Il vedere è mentale e fisico, così come la lettura non è un atto materiale ma un confronto intellettuale con ciò che si legge. Il maestro Speziale, che per questo ringrazio, ci invita a riconfrontarci con i nostri ricordi, cioè con noi stessi”.
L’autore, Antonino Speziale: “Il nostro cassetto contiene tante cose care e documenti di tre generazioni e adesso va per la quarta…” La Cronaca della scuola: “La maestra Mondello al suo paese andava a scuola a dorso di mulo. In classe ha deciso di andare avanti con la sua forza di madre. Erano i tempi della “Riforma Gentile”, tra le cui innovazioni c’era la cronaca scolastica, con tanto di istruzioni per redigerla. Compito principale era insegnare a leggere e a scrivere aggiungendo altri fattori positivi”. Sull’esperienza della RAI a Brolo: “È giusto che le nuove generazioni sappiano che nel passato la Scuola e i cittadini si sono prodigati affinché il paese fiorisse anche culturalmente – ha precisato il maestro. Ai tempi il televisore era in casa di pochissime famiglie. La RAI venne a Brolo perché allora se ne occupò il sindaco, on. Nino Germanà”. E a tal proposito: “Faccio un appello al sindaco attuale affinché porti avanti i progetti per far migliorare il paese”. Circa i racconti, il maestro si sofferma su quello che narra la nascita del fiore “Non ti scordar di me”. Una metafora azzeccata: “Ne ha parlato papa Francesco in occasione della festa dei nonni…” Infine, l’invito alla lettura con una finalità, a fronte dei difficili momenti che stiamo vivendo: “Educare i ragazzi al gusto, al bello e al buono”.
Tra gli ospiti presenti, l’intervento del parroco di Brolo, Enzo Caruso: “Il vero maestro è un testimone, e un vero testimone è anche maestro di vita. Il maestro Speziale fa testimonianza attraverso il racconto”.
Sono poi intervenuti al tavolo, dando il proprio contributo, l’assessore comunale alla Cultura, Cono Condipodero, gli ex alunni Marisa Briguglio, Nino Ricciardello e Angelita Di Luca, l’artista Giuseppe Indaimo, Azzura Ridolfo, per Ali di Carta e Giovannella Re, per Soroptimist Club Nebrodi. Infine, ancora la parola alla “Scuola”. Il commento della dirigente del Liceo Vittorio Emanuele III di Patti, Marinella Lollo: “Esperienze come queste sono occasioni di arricchimento interiore per ciascuno di noi”.