D’ALEMA E MATRIMONI GAY – Dura posizione dell’Arcigay di Messina
Cronaca Regionale

D’ALEMA E MATRIMONI GAY – Dura posizione dell’Arcigay di Messina

Rosario_Duca_arcigaySono passati alcuni giorni dal poco accorto intervento di D’Alema sui matrimoni gay, così come promesso ad alcuni amici giornalisti avrei fatto passare qualche giorno prima di rilasciare qualsiasi dichiarazione.

Ne frattempo lo stesso D’Alema ha fatto un passo indietro che a mio avviso ha solo peggiorato la sua posizione.

Quel giorno, in quell’occasione, D’Alema era lucido è mostrava ostentando spavalderia come suo solito la convinzione di ciò che stava dicendo.

Che D’Alema non è nuovo a simili cose lo sappiamo e non riporto casi precedenti per ragione di spazio e perchè non desidero amplificare le assurdità di cui lo stesso si è fatto promotore contro il popolo LGBT.

Aver ipocritamente, perchè d’ipocrisia si tratta, ritrattato qualche giorno dopo e con una stretta di mano ha pensato di fare tutti contenti e gabati, ma ne sono certo lo ha fatto per una convenienza politica poiché il suo pensiero è chiaro ed inequivocabilmente “OMOFOBO” .

Se altri hanno lasciato passare la cosa sotto banco, non lo fa arcigay messina makwan che con il PD Messinese o meglio con qualche persona del PD Messinese ha un ottimo rapporto basato sulla trasparenza e spesso collaborazione.

Ed è proprio per non macchiare questo rapporto che ci sentiamo in dovere di chiedere al PD Messinese di prendere le distanze da quanto detto da D’Alema aldilà della sceneggiata del chiarimento che lo stesso ha voluto fare.

La richiesta la poniamo solo dopo alcuni giorni dell’accaduto solo perchè abbiamo preferito aspettare che si spegnessero i riflettori e che la cruda realtà di cosa veramente pensa D’Alema si materializzasse con quella scena teatrale della stretta di mano, cosa che sapevo sarebbe successa ma che ripeto può incantare chiunque ma non certo il segretario provinciale di Arcigay Messina Makwan.

Vergognoso il silenzio anche di Bersani e del partito in genere fatto salvo qualche distinguo. Makwan Arcigay Messina chiede al PD di Messina di prendere una posizione anche tardiva di dissociazione da tutto il comportamento tenuto da un loro leadear nazionale, compresa la sceneggiata della stretta di mano.

Arcigay Messina desidera avere interlocutori politici che hanno una posizione chiara e non ambigua, che questa sia a favore o contro non importa, ma non possiamo permetterci in questa fase delicata in cui versa l’intera politica nazionale, d’incertezza e di voltagabbana sui nostri diritti, di avere interlocutori ambigui. Makwan Arcigay Messina non vuole sentire altre altre scuse di facciata ma una netta presa di posizione e distanza da quanto detto da D’Alema.

Sono certo che i nostri amici del PD che sempre ci sono stati vicini in questi anni capiranno l’importanza di questa richiesta, e tutto questo non pregiudicherà in maniera assoluta il rapporto esistente e di collaborazione, anzi, lo rafforzerà in nome della trasparenza e lealtà da ambo le parti.

Rosario Duca
segretario provinciale arcigay makwan messina

i fatti tratti da www.lettera43.it

D’Alema (Pd): «No alle nozze gay»

Arcigay in rivolta: «Parole così rozze da risultare incredibili».

Massimo D’Alema: Il matrimonio «come è previsto dalla Costituzione del nostro Paese, se non la si cambia, è l’unione tra persone di sesso diverso finalizzata alla procreazione.

Tra l’uomo e la donna, questo dice la Costituzione»: su queste parole di Massimo D’Alema, pronunciate nel corso di un dibattito alla Festa dell’Unità di Ostia (Roma) il 9 settembre e rilanciate da un video su YouTube, si è scatenata la polemica delle associazioni di omosessuali.

Anche se l’ex ministro degli Esteri ha in serata raddrizzato il tiro.

«Si è montata una polemica esagerata», ha detto, ricordando il suo impegno per la difesa dei «diritti degli omosessuali contro ogni forma di discriminazione e di omofobia».

ARCIGAY PARLA DI AFFERMAZIONI ROZZE.

«Affermazioni talmente rozze» ha comunque commentato il presidente di Arcigay, Paolo Patané «da risultare incredibili.

Intanto finge di dimenticare che non esiste nessuna relazione tra matrimonio e procreazione, perché il matrimonio non è diritto esclusivo delle coppie che possono procreare.

Poi, confonde tra matrimonio civile e matrimonio religioso, dimenticandosi che esiste una differenza tra cittadini e credenti e tra Stato e Chiesa.

E infine riesce persino a dimenticare la sentenza della Corte costituzionale 138 del 2010, che parifica i diritti delle coppie conviventi dello stesso sesso a quelli delle coppie coniugate eterosessuali.

In qualunque Paese dell’Unione queste sarebbero le tipiche dichiarazioni di un esponente di estrema destra con smanie religiose, ma in Italia sono le dichiarazioni di un leader del Pd, ovvero di un partito che si dice progressista e di sinistra.

Le parole del leader minimo sono la conferma di un’alleanza con l’Udc fatta per perpetuare lo sfacelo della sinistra italiana e la perdita di qualunque dignità laica ed autorevolezza del Pd». Sulla vicenda è intervenuta anche l’associazione radicale Certi Diritti.

MISTER BAFFETTO E LA REALPOLITIK.

«Mister baffetto» dicono in una nota «non fa altro che alimentare l’incapacità di costruire strategie vincenti e far arrendere alla disperata realpolitik, la stessa del sostegno al regime sanguinario di Gheddafi, di quando al Pd arrivò all’ultimo momento l’ordine di votare in favore dell’accordo con Gheddafi, o come la tanto propagandata legge sul conflitto di interessi.

Questo grande genio della politica opera solo in funzione dell’accordo con i fondamentalisti vaticani, divenuti ormai l’unica possibile ancora di salvezza, perché si deve pure sopravvivere nel sistema che ha permesso a  Berlusconi di governare per quasi un ventennio. Quelle tesi, invece, oltre a rappresentare il solito tic retorico d’alemiano, utile a rafforzare il logoro mito di un politico cinico e n’senza paura’, svelano nel miglior modo possibile il guaio di una sinistra italiana che deve combattere con una zavorra culturale (prima che politica) che D’Alema rappresenta al meglio»

PAOLA CONCIA INCALZA IL PD.

«Caro D’Alema, la tua dichiarazione sui matrimoni gay è la prova provata che non sei un cinico, come vieni sempre descritto, altrimenti non avresti detto quelle corbellerie».

Così la parlamentare del Pd Paola Concia ha replicato alle affermazioni di Massimo D’Alema sul matrimonio.

«Un vero politico cinico, che sa che in questo momento storico nel nostro paese i riflettori sono puntati su queste tematiche» sottolinea «non avrebbe usato quelle parole e seppure messo alle strette sarebbe stato più elegante e diplomatico.

Caro D’Alema, quando ti rimproverano che vuoi riproporre il PCI degli anni 50, evidentemente una qualche ragione ce l’hanno: parli di diritti civili ancora come se fossero diritti borghesi»

17 Settembre 2011

Autore:

admin


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