Basta un profumo di rosa smarrito…
Semplicemente quanto scrisse di Ho Chi-Minh da “Poesie dal carcere”
Basta un profumo di rosa smarrito…
Scendo verso Yong Ming per la via delle acque
appeso per i piedi al tetto della giunca
supplizio d’altre età!
Sulle rive, dovunque, sono densi i villaggi
e leggere galleggiano barche di pescatori.
Pur con le gambe e i polsi strettamente legati
ovunque sento uccelli e il profumo dei fiori.
Ascoltare, aspirare: chi può togliermi quanto
fa la via meno triste, l’uomo meno isolato?
Cinquantatré chilometri di marcia in un sol giorno
cappello, abito zuppo, le calzature a pezzi
e in piú senza sapere dove si può dormire.
Sto aspettando l’aurora vicino alle latrine.
Al tramonto del sole, terminata la ciotola
si sentono da ogni angolo salire canti e musica.
La prigione di Tsing, oscura e malinconica
si trasforma d’un tratto in nobile accademia.
Sulla pietra dei monti, la spada del vento si arrota.
Sulla carne dei rami, passa un freddo pugnale.
Suona lontano una campana. Viandante, affrettati!
Soffiando nel suo flauto, un bimbo ritorna col bufalo.
Mi avevi accompagnato sulla riva del fiume.
A presto, ti dicevo, al prossimo raccolto!
Ma l’aratro è passato di nuovo tra le zolle
e io sto carcerato, lontano dai miei campi.
La rosa s’apre, la rosa appassisce
senza sapere quello che fa.
Basta un profumo di rosa smarrito in un carcere
perché nel cuore del carcerato
urlino tutte le ingiustizie del mondo.