Aggiornamento: confermato il fermo. Il Gip del Tribunale di Patti, Ugo Domenico Molina pur mantenendo la misura cautelare in carcere, non ha aveva convalidato il fermo sino a pochi attimi fa. Il ragazzo intanto collabora e risponde alle domande degli inquirenti. Oggi nuovamente interrogato, mentre spuntano nuovi indagati.
Sono in tanti che stanno lavorando sulla ricostruzione e sulle dinamiche che hanno preceduto e che poi si sono concluse con la sparatoria nei vicoli di Ucria.
Come annunciato in conferenza stampa, ci sono altri indagati, e spunta il nome del cognato del giovane macellaio di Bronte al centro dell’indagine. Infatti è stato iscritto nel registro degli indagati Daniele Balsamo, 39 anni, residente a Forlì, che attualmente i trova a piede libero. E ci sono altre persone, già sentite dai militari e dal procuratore, dei quali si mantiene il riservo iscritti nel registro degli indagati, a volte una misura necessaria, più tecnica che altro, per poter effettuare verifiche e riscontri anche alla presenza dei legali.
L’arma del duplice delitto, con matricola abrasa, apparteneva ai Contiguglia. Ormai questo è un dato certo, da stabilire chi l’avesse in mano al momento che il Russo è riuscita a sottrarla.
La conferma è arrivata direttamente dal procuratore capo di Patti, Angelo Cavallo, che ha le sue certezza anche grazie alle indagini del Nucleo Investigativo dei carabinieri di Messina, guidati dal tenente colonnello Ivan Boracchia e dalla Compagnia di Patti, al comando del capitano Marcello Pezzi.
Migliora intanto il ferito nella sparatoria, Salvatore Contiguglia, ancora ricoverato al Papardo di Messina.
Ricostruendo i fatti il Procuratore asserisce: «Russo si era appropriato di un parcheggio abusivo vicino la sua abitazione. Lo stesso stallo, tuttavia era in uso ad una persona vicina ai Contiguglia. Il 14 agosto Antonino Contiguglia indagato già nelle operazioni antimafia Mare nostrum, Romanza e Icaro e considerato il referente della zona per il clan di Barcellona, ha preteso che si spostasse l’auto. Ne è nata una lite che si era conclusa poco dopo» e aggiunge «La sera di Ferragosto Antonino Contiguglia ha organizzato una spedizione punitiva con i suoi nipoti ed altre persone sulle quali si sta indagando, recandosi a casa di Russo. Dalle risultanze investigative sarebbe emerso che Russo quando è uscito dalla porta di casa qualcuno dei Contiguglia avrebbe estratto una pistola. Russo dice che l’avevano puntata contro di lui ma di essere riuscito ad appropriarsi dell’arma e di aver fatto fuoco per legittima difesa».
La teoria della legittima difesa, rivendicata per il loro assistito dagli avvocati etnei del Russo – avvocati Luigi Bellissima e Fortunato De Martino entrambi del foro di Catania, – è però al momento messa in dubbio dal Procuratore: Le due vittime sono state colpite al volto mentre il ferito è stato raggiunto da un proiettile alla spalla. Ma su questo punto sarà la dinamica processuale ad aver il suo ruolo. Su questo punto il legale Luigi Bellissima evidenzia: «Il mio assistito ha ribadito che si sia soltanto difeso perché temeva per la sua vita e per quella delle altre persone presenti in casa».
Russo secondo alcune indiscrezioni ha anche fatto vedere al magistrato l’escoriazione provocatasi nell’incavo tra il pollice e le altre dita della mano. Ricorda di aver esploso due colpi nei confronti di Antonino e Fabrizio Contiguglia, ma non di averne esploso altri. Durante l’interrogatorio «Russo ha avuto anche modo di chiarire la sua esperienza al poligono di tiro. Ha ammesso di averlo frequentato un paio di volte cinque anni fa, ma al di fuori di questi episodi non ha familiarità con le armi né tantomeno una passione per pistole o fucili, tanto è vero che si tratta di un’esperienza sporadica e avvenuta ormai lontana nel tempo».
Intanto si cercano eventuali atri testimoni oculari che possano contribuire a ricostruire i fatti ed anche stabilire se “il posteggio” fonte di ogni problematica a che titolo era ritenuto di diritto dei Contiguglia.
Russo, interrogato dagli inquirenti si dimostra collaborativo, e continua a sostenere di aver sparato nei frangenti della colluttazione in cui si è sentito minacciato di morte, in particolare per la pistola che sarebbe stata puntata contro di lui. Ha ribadito, parlando con i Magistrati – di aver strappato la pistola ad uno dei 5-6 soggetti, tra i quali i due uccisi e il ferito, che sarebbero stati autori di una spedizione punitiva nella sua abitazione.Ora arriva la conferma del fermo.