Art.1 e Cgil ne denunciano il boicottaggio e promuovono una interrogazione parlamentare
La nota di Nino Cappa e Donata Ingrillì
L’attuale centro vaccinale di Capo d’Orlando rappresenta sicuramente un esempio virtuoso di impegno e collaborazione tra imprenditori privati e sanità pubblica, laddove il privato ha finanziato la struttura ed pubblico ha attivato i servizi socio-sanitari relativi al covid19. Di certo e’ partito con grave ritardo, infatti doveva essere aperto entro marzo 2021 e invece e’ stato inaugurato, dopo qualche falsa partenza, oltre un mese e mezzo dopo le previsioni, con evidente e notevole danno sulla popolazione da vaccinare.
Ad oggi, nonostante una capacita’ di vaccinazione che potrebbe soddisfare un numero di oltre 600 persone, vengono somministrate e solo fino alle 14,00, da 180 a 200 dosi giornaliere di vaccino.
Un evidente sottoutilizzo per circa 2/3 dell’hub vaccinale.
Perche’ tutto questo?
Mancano i vaccini? Ricordiamo che la regione Sicilia ha trasferito alla regione Puglia almeno 100.000 dosi di vaccino. Vi sono interessi politico-clientelari se non elettoralistici finalizzati a favorire “personaggi” di paesi viciniori?
Che altro?
Art.1 e Cgil di Capo d’Orlando pretendono chiarezza a garanzia del diritto costituzionale alla salute e per la trasparenza della gestione politico-sanitaria, nel solo interesse della popolazione orlandina e dell’interland. Pertanto annunciano iniziative di mobilitazione attraverso interrogazioni ed interpellanze parlamentari investendo Art.1 regionale e nazionale e la Cgil ai massimi livelli provinciali e regionali
Comunicato Stampa