“Movimento 5 Stelle, Pd, destra liberale, dove siete?”
La costituzione dell’intergruppo parlamentare “Vita, famiglia e libertà”, composto da 150 tra deputati e senatori, nato dall’esperienza del Family day, che ha come leader Massimo Gandolfini, ha scatenato le pesanti critiche del “popolo arcobaleno”. Ben 12 associazioni hanno fatto sentire la propria voce attraverso una dura nota rivolta ai deputati e senatori che fino ad oggi erano stati promotori di iniziative che andavano in tutt’altra direzione. “La qualità della democrazia in Italia sta rapidamente deteriorando. Siamo preoccupati e non vediamo una risposta all’altezza dei pericoli che stiamo vivendo da parte dei parlamentari che si dovrebbero opporre a questa barbarie. Farlo domani è già troppo tardi”. Così scrivono le associazioni LGBT+, rispondendo a chi ritiene di credere pienamente nei “principi antropologici” in difesa della famiglia tradizionale, dell’educazione gender, contro l’aborto, il testamento biologico e l’omogenitorialità. Il sito Gaypost.it non usa mezzi termini: “Gli omofobi si riuniscono in un intergruppo parlamentare”. Alla protesta si è unito anche il comitato territoriale Arcigay “Makwan” di Messina, presieduto da Rosario Duca, che conta circa 3.500 iscritti.
Il neonato intergruppo parlamentare è stato denominato “Vita, famiglia e libertà”, ma è più semplicemente noto come “Famiglie e vita”. Siamo nel solco di una cultura ultracattolica conservatrice posta in antitesi alle “conquiste” politiche e sociali dei giorni nostri. 150 tra deputati e senatori, guidati dal fondatore del Family day, Massimo Gandolfini, hanno aderito a questo intergruppo, o sono in procinto di farlo. La conferenza stampa di presentazione si è tenuta al Senato. Promotori, con Gandolfini, il senatore Simone Pillon e il deputato siciliano Alessandro Pagano (Lega – Noi con Salvini), e gli altri senatori Maurizio Gasparri (FI) e Gaetano Quagliariello (Identità Azione – FI). Tutti di centrodestra, con l’aggiunta della portavoce dei 5 Stelle al Senato, la siciliana Tiziana Drago.
E’ una questione di “principi antropologici”, secondo Massimo Gandolfini, condivisi nel centrodestra. Ai microfoni de Il FQ.it il neurochirurgo fondatore del Family day sul tema ha avuto parole d’elogio verso i nuovi e forse inaspettati compagni di viaggio: “Ci ha fatto piacere che anche all’interno di questa compagine così polimorfa come i 5 Stelle ci siano persone sensibili a questi temi. Alcuni parteciperanno anche all’intergruppo parlamentare”. Difesa della famiglia tradizionale, cultura ed educazione gender da portare nelle scuole, opporsi all’aborto, invogliare all’obiezione sul testamento biologico e avversare l’omogenitorialità. Sono questi, sommariamente, i temi centrali di cui si occuperà il neonato intergruppo di politici.
Un ruolo lo gioca anche la Sicilia, con il salviniano Alessandro Pagano che ha così affermato alla stessa testata: “Parliamo di sesso, maschio o femmina. Il resto sono tutte invenzioni amministrative. I sindaci si inventano genitorialità fantasiose”. E anche lui tira in ballo i 5 Stelle, nel caso specifico i siciliani: “Sono sensibili all’argomento. In Sicilia i 5 Stelle non si sognano minimamente di prendere questi argomenti…”.
La rivolta della comunità LGBT+, ossia lesbiche, gay, bisessuali e transgender con aggiunta di indeterminate, molteplici condizioni, nel segno di un’entità fortemente inclusiva.
“Difendiamo i diritti: appello ai parlamentari delle associazioni LGBT+”. Ce n’è per tutti. L’avvertimento va a chi fino ad oggi su tali argomenti ha assunto impegni, fatto promesse politiche e costruito campagne elettorali. Non è ammessa alcuna eccezione: 5 Stelle, PD, destra liberale.
“Mentre l’opposizione politica al governo è impegnata in discussioni di cui non comprendiamo il senso e l’obiettivo – scrivono nella nota le comunità – in Parlamento è nato l’intergruppo ‘Famiglie e vita’, promosso dal leader del family Day in Italia Massimo Gandolfini e che, secondo i promotori, conterebbe già 150 adesioni, tra deputati e senatori”. Cosa contestano: “L’intergruppo – prosegue la nota – ha il chiaro obiettivo di comprimere i diritti delle donne, delle persone Lgbt+, dei cittadini che chiedono di poter decidere sulla propria morte senza essere sottoposti a cure mediche che non hanno richiesto. Il tutto mentre la violenza verbale di ministri e capi partito si abbatte su altre minoranze, tra cui migranti e rom, e gli spazi di dissenso diminuiscono, come dimostra il caso dell’attrice Ottavia Piccolo fermata dalla polizia perché indossava un fazzoletto dell’ANPI”. La denuncia: “La qualità della democrazia in Italia, intesa come capacità delle istituzioni di tutelare i diritti di tutte e tutti i suoi cittadini, sta rapidamente deteriorando. Come associazioni Lgbt siamo impegnati dentro la società civile per far crescere gli anticorpi a una deriva che, nelle città italiane, si sta traducendo in violenza fisica nei confronti di decine di persone. Una coppia di uomini è stata aggredita a Verona, i muri della loro casa imbrattati e cosparsi di benzina per dargli fuoco. Persone di etnia rom e immigrati sono nel mirino dei fucili di chi pensa sia lecito sparare loro come si spara ai bersagli. E sono solo due esempi”. L’appello e la delusione: “Siamo preoccupati e non vediamo una risposta all’altezza dei pericoli che stiamo vivendo da parte dei parlamentari che si dovrebbero opporre a questa barbarie”.
Così, Agedo; ALFI Nazionale – Associazione Lesbica Femminista Italiana; Arcigay; Arcigay Napoli; Associazione Radicali Certi Diritti; Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli; Coordinamento Torino Pride; Famiglie Arcobaleno; i – Ken; Omphalos LGBTI; Rete Genitori Rainbow; Rete Lenford – Avvocatura per i Diritti LGBTI, e tante altre associazioni e realtà nazionali del settore, hanno volute manifestare il proprio dissenso verso questa azione parlamentare. Il sito Gaypost.it non ha usato mezzi termini: “Gli omofobi si riuniscono in un intergruppo parlamentare”. Di “gruppo che vuole riportare l’Italia all’ottocento” titola a sua volta Vice.it. Alla protesta si è unito naturalmente anche il comitato territoriale Arcigay “Makwan” di Messina, presieduto da Rosario Duca, che conta circa 3.500 iscritti.
Politici e politicanti di turno o di lungo corso, siete così avvisati.
Corrado Speziale
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