In un momento storico dove agli occhi di tanti, i pubblici dipendenti sopratutto quelli degli enti locali sono, anche per gli ultimi fatti di cronaca, mal visti, c’è chi spezza una lancia per loro. Lo fa il sindaco di Brolo che difende, su facebook, i suoi dipendenti, accusati di essere “cretini” e di non saper vigilare. Il tutto prende spunto dalla potatura, forse troppo radicale, di un albero. Ma Irene Ricciardello va oltre ed evidenzia…
“Sono “incazzato con un ufficio comunale di Brolo”, si legge su facebook, e sembra essere di fronte ad un monologo di Gioele Dix.
Ed ancora leggendo: “Mi piacerebbe sapere chi è quel cretino che ha disposto la potatura di questa pianta o chi è il cretino che ha deciso di potarla senza autorizzazione”.
Un’esternazione dura, violenta, che suscita un vespaio sulla pagina social di uno dei forum più gettonati a Brolo. Fioccano i “mi piace” ed anche impietosi commenti che giungono a definire, mentre si scatena l’orgia di insulti, l’autore del gesto come il “killer potatore seriale”.
Il fatto diventa Storia, perchè a scrivere il primo post è Basilio Germanà, ex sindaco del paese, ex onorevole e ex senatore.
Irene Ricciardello, il sindaco, interviene di pancia e di cuore e scrive rivolgendosi all’autore dello sfogo:
“il tuo post ha sollevato un polverone di polemica. E mi spiace che proprio tu abbia scritto in questi termini.
Posso garantirti che dentro gli uffici comunali non ci sono “cretini”.
E se proprio qualcuno dovesse esserlo, quella sono io!
E men che meno, posso garantirtelo, che ci sia qualcuno “che si ruba i nostri soldi”… anche perchè, credimi, non c’è rimasto proprio nulla.”
Il sindaco aggiunge: “Una amministrazione che tenta, con fatica, di garantire l’ordinario; un Sindaco e una Giunta impegnati quotidianamente con enormi sacrifici; uffici composti da persone per bene, che svolgono il proprio lavoro; una ditta che, con le stringate risorse disponibili, sta facendo, (e anche bene, mi permetto di dire), il proprio lavoro…”
Poi cerca una ragione, che non trova, in quella definizione di “ladri” e “cretini”… e si chiede anche perchè?
E continuando: “Un albero in più è stato potato? Ripeto “potato”… non estirpato o reciso alla base…”
E ironizzando, anche per far scemare i toni scrive “Credo che i brolesi sopravviveranno se quest’anno tra il 15 e il 20 maggio non potranno godere del profumo dell’albero…[un olivo di Boemia, ultimo esempio rimasto dei cinque alberi al tempo piantati a Brolo. ndr]. Del resto, non ricordo lunghe code di cittadini che trascorrevano le ore all’ombra dell’albero inebriati dal suo profumo…”
Quindi alza il tono, anche in risposta ad una replica: “Giustificare l’operato dell’Amministrazione non vale a nulla se c’è chi è pronto a dire che questo Sindaco ha, negli uffici comunali qualcuno “che si ruba i nostri soldi” o comunque qualcuno che permette che questo accada”.
E conclude: “No… io non ci sto! E non posso far altro che dissentire dalle pesantissime affermazioni scritte su facebook“.
E mentre sul social ancora non si placano i commenti è Basilio Germanà, ci pezze una pezza, ma questa volta è peggio della buco: “Irene,Vi stimo e Vi capisco.
Sai perfettamente che non mi riferivo all’amministrazione, anche perché siete riusciti a fare salti mortali.
Per me chi non fa il proprio dovere ed è pagato “ruba i soldi dello stipendio”.
Dovresti ricordare che ad un impiegato che non faceva il suo dovere, (un operatore ecologico), il sottoscritto recuperò la cosiddetta “carriola abbandonata” e la portò alla caserma dei Carabinieri, senza denunciarlo, ma mortificandolo perché pagato” . E aggiunge concludendo: “È venuto a trovarmi l’autore della potatura, ragazzo serio ed esperto e mi ha detto che quel l’albero non era nell’elenco dei lavori.
La persona incaricata di vigilare (non amministratore), ha obbligato il responsabile della potatura ad occuparsi dell’albero in fioritura.
Fai bene a difendere chi dà queste disposizioni dissennate e sarebbe opportuno dargli anche il premio di produttività”.
Ha fatto bene il sindaco a dir quel che ha detto! Anche perchè al di là della “questio” sulla potatura, che ci poteva anche stare, non bisogna mai, come succede ormai troppo spesso, trasformare la critica in una semplice aggressione urlata che diventa format dentro un format.