Nonostante il falso allarme, alla ripresa dei lavori, in Tribunale a Patti si è avuto il tempo di dare avvio al processo per diffamazione intentato dai 15 componenti della lista “Per Brolo” contro l’onorevole Nino Germanà. Ammessa la costituzione delle parti civili, quattordici su quindici delle persone offese. Poi il processo è stato aggiornato ad ottobre.
I fatti sono quelli del maggio 2014. Germanà, dal balcone di casa sua, apostrofò malamente, l’avvocato Mimmo Magistro – allora candidato a sindaco – e i componenti della sua lista, che stavano tenendo un comizio in piazza Roma.
Quindi fioccarono le querele e con l’accusa di diffamazione aggravata oggi per l’On.le Nino Germanà si avviava il processo, e nel quale risultano parti offese oltre lo stesso Mimmo Magistro, gli assessori designati Giuseppe Aricò, Pippo Ricciardo e Carmelo Ziino, nonchè i componenti della lista, oggi una parte componenti dell’attuale minoranza consiliare comunale: Agnello Ada, Agnello Manuel, Condipodero Cono, Condipodero Dario, Ferraro Franca, Fioravanti Tindara, Lenzo Valentina, Murabito Basilio, Piscioneri Linda, Ricciardo Francesca e Ratto Antonino.
Il prossimo 20 ottobre 2016 davanti al Tribunale sfileranno i testi del PM e quelli indicati dall’imputato, anche se con esclusione delle circostanze articolate dalla difesa.
L’On.le Germanà è assistito dagli avvocati Massimiliano Fabio e Giuseppe Mancuso mentre i legali delle parti civili sono gli avvocati Sabrina Ligato, Lucio Fonti Castelbonesi, Rosa Saturno, Antonella Sicilia e Rosario Condipodaro.
Nino Germanà, rammentando l’articolo pubblicato il 17.11.2015, quando si apprese della messa a ruolo del procedimento penale, sorridendo affermò:”Sono convinto di non avere mai infangato il buon nome di nessuno. Posso giurare di aver sempre espresso opinioni, nella mia vita, maturate sulla base di considerazioni fondate su fatti e circostanze. Di non aver mai agito o proferito parola in un modo che non fosse onesto e sincero”.
Quella sera di maggio, durante il comizio in piazza Roma, Domenico Magistro, il candidato a Sindaco, si fermò stupito, ascoltando le parole di Germanà, che dal terrazzo di casa, mentre l’avvocato brolese presentava i suoi candidati al Consiglio comunale facenti parte della lista civica “Per Brolo”, gli urlava frasi che lui ritenne diffamatorie e offensive della reputazione anche dei suoi “ragazzi” e che denunciò alla Procura.
“Ladri!” fu l’appellativo contestato, utilizzato da Germanà.
Germanà venne denunciato anche da tutti i componenti della lista “Per Brolo”.
Lui, uomo delle istituzioni, afferma di aver espresso, seppure con toni forti, il suo disappunto rispetto ad un progetto politico in continuità con le precedenti amministrazioni “e di questo ho già dato contezza al Giudice”.
Lo stesso Germanà al tempo sottolineò: “I fatti e la successiva inchiesta denominata mutui fantasma hanno scoperchiato un enorme calderone pieno di irregolarità e malefatte. Dandomi ragione di un’opinione che avevo sviluppato.
“Ho la coscienza a posto, cosa che non potrei dire se avessi agito in mala fede, o rubato soldi pubblici come hanno fatto altri – affermò al tempo e non contento affondò il colpo – Se mi fossi macchiato di una grave colpa, per prima cosa avrei pensato a come giustificarmi con i miei elettori e con la mia famiglia.
Ma francamente non ritengo sia questo il caso – quindi concluse – Per le querele che ho ricevuto in campagna elettorale a Brolo sono certo che la magistratura, chiarirà la esatta portata delle mie dichiarazioni.
Tutte le mie azioni hanno lo scopo di dare un contribuito volto a fare accertare con ” verità” le reali responsabilità politiche dei soggetti coinvolti e da uomo delle istituzioni sento il dovere di svolgere il mio ruolo con fermezza e nell’interesse esclusivo dei cittadini. Ritengo d’averlo sin qui dimostrato. E con l’onesta intellettuale che ritengo mi appartenga, andrò avanti per la mia strada, sapendo di non aver nulla da rimproverarmi”.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.