Copio , arrogandomi il diritto di pubblicarlo – con estremo piacere – uno scritto di Ferdinando DeLupis (così si presenta su fb) riproposto da Francesco Rovella, uomo d’arte e di battaglia. Forse tra le cose più intelligenti lette a margine di una storia di mancanza dell’etica del rispetto, di compiacenze gratuite, di satira fuori luogo – nel pieno rispetto di questa. Si dice che gli uomini sono tutti uguali. Non è vero.
Ecco come la pensiamo, ecco la differenza.
Una questione di stile.
Domani ci sarà ancora la trasmissione di Floris, non la guarderò,come faccio da mesi.
In questi giorni mi è capitato di pensare alle immonde parole di Gnocchi, è mi è venuto in mente un post del mio amico Piero Manucci che ricordava un presidente della provincia di Teramo in occasione della sua scomparsa, parole di apprezzamento e di stima verso un avversario politico, ma Piero Manucci è Piero e gnocchi è gnocchi.
Quando vivevo a Catania seppi dell’assassinio mafioso di Mauro Rostagno e decisi di andare a Trapani ai funerali.
Mi ricordo di una rosa rossa sulla sua bara, seppi dopo che nel biglietto c’era scritto ” presto torneremo a sorridere insieme” , firmato Renato.
Sapevo molto della loro antica amicizia nata all’università di Trento anche per aver letto il bellissimo libro di Aldo Ricci ” i giovani non sono piante ” .
Le loro strade si separarono per scelte politiche diverse.
Rostagno in Lotta Continua, da dove uscì anni dopo per aprire il Macondo e Renato invece fece la più estrema delle scelte.
All’inizio degli anni duemila la casa editrice per cui lavoravo partecipò alla fiera del libro a Torino e andai anche io, nei tempi morti facevo il giro degli stand dei piccoli editori e mi trovai di fronte a quello di Sensibile alle Foglie.
C’era Renato.
Avevo di fronte un uomo che era stato fra i più ricercati d’Italia, ripensai a Mara sua moglie che a capo di un commando lo fece evadere dal carcere e poco dopo morì in uno scontro a fuoco con i carabinieri.
Quando successe questo episodio ricordo che provai grande pietà per quella giovane donna.
Ricordai inoltre l’articolo che aveva scritto Montanelli su Renato anni dopo, che paragonato ai suoi compagni di viaggio molto ciarlieri finiva con queste parole “giù il cappello questo è un uomo”.
Andai a prendere un caffè e dopo mi avvicinai allo stand. Diedi un’occhiata ai libri e ne comprai qualcuno, mi presentai dicendo nome e cognome e che lavoravo per un altro editore.
Scambiammo qualche parola sulla difficoltà del mercato dei libri e poi gli dissi “mi può consigliare un titolo che le è particolarmente piaciuto?”
Scelse un libro di poesie, quando andai per pagare mi disse che quello me lo regalava lui.
Aspetti, dissi.
Torno subito.
Presi BZF un libro di poesie futuriste di Ardengo Soffici e lo portai a Renato dicendogli, “questo glielo regalo io”.
Lo guardò, lo sfogliò e sorridendomi mi disse che conosceva la rivista Lacerba, e mi guardò quasi a dirmi ho capito come la pensi.
Eravamo distanti migliaia di anni luce, ma nel salutarci ci stringemmo la mano.
Si dice che gli uomini sono tutti uguali. Non è vero.
Noi siamo noi, Floris e Gnocchi sono loro.
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