DIMISSIONI PARLAMENTO …. e dittatura fascista
Nel corso della trasmissione Annozero di giovedì 27 gennaio, Belpietro ha avanzato il suggerimento delle dimissioni della minoranza parlamentare, cui dovrebbero seguire le dimissioni della maggioranza (!) e, quindi, la caduta del governo e nuove elezioni.
La proposta è stata presa in considerazione da Rosi Bindi!
Non comprendiamo se tale proposta sia frutto di ignoranza o celi una provocazione eversiva, come è nella natura di tutto ciò che definiamo berlusconismo.
Salvatore Petrucci, segretario regionale dei Comunisti italiani e fra i promotori a Palermo dei Comitati Dossetti in difesa della Costituzione, commenta così il suggerimento, avanzato dal giornalista Maurizio Belpietro nel corso della trasmissione Annozero di giovedì 27 gennaio, delle dimissioni della minoranza parlamentare, cui dovrebbero seguire le dimissioni della maggioranza e, quindi, la caduta del governo e nuove elezioni.
Secondo Petrucci, che fa notare come lidea sia stata presa in considerazione dalla presidente del Pd, Rosi Bindi, il Parlamento non può dimettersi, perché una tale previsione non è scritta da nessuna parte. Possono dimettersi i singoli parlamentari, ai quali succederebbero, via via, i candidati non eletti presenti nelle varie liste: il Parlamento può essere dimissionato soltanto dal Presidente della Repubblica, o a scadenza di mandato.
Ci sorprende prosegue – che la proposta, che sa di aventinismo, non sia stata rimandata senza indugio al mittente, sia per la sua impraticabilità costituzionale, sia per la sua evanescenza e pericolosità politica.
L’Aventino del 1924 spalancò le porte alla dittatura fascista: qualcuno ne vuole una ulteriore riedizione?
Ovvero, nellattuale generale marasma, si vuole introdurre una norma materiale, unaltra delle tante che hanno pugnalato la Costituzione?
Per il segretario del Pdci siciliano, la proposta in sé e la sua presa in considerazione confermano che viviamo in un clima di diffusa illegalità sotto il profilo costituzionale.
Valori, principi, diritti fondamentali sono quotidianamente sotto l’attacco di alcuni di quei poteri che invece dovrebbero attuarli e tutelarli.
Il tessuto sano della società sembra in difficoltà, anche perché tratto in confusione dalla mancanza di una netta, efficiente ed efficace opposizione.
Siamo o non siamo oppressi da un regime, anche corrotto in senso ampio, che ci sottrae laria della elementare convivenza civile e democratica? Primum vivere, enuncia una massima latina.
Oggi, per riprendere a vivere civilmente e dignitosamente, prima di tutto occorre liberarci da questo piombo che ci ammorba l’aria e sfianca le energie positive che possono trarci dalla crisi generale, di sistema nella quale viviamo.
L’azione politica deve essere primariamente rivolta a questa necessità.