Alcuni cartelli emblematici della protesta di ieri mattina dei docenti Precari, di ruolo, senza cattedra, lavoratori in carriera e prossimi alla pensione (in realtà sempre più lontana). Provenienti da Caltanissetta, Palermo, Catania, Enna, Ragusa, Messina e finanche dalle isole Eolie: è il mondo dei docenti schieratosi compatto, ieri mattina, dinanzi alla Prefettura nissena, per manifestare il proprio dissenso nei confronti degli ultimi provvedimenti della Legge di Stabilità, varata dal Governo nazionale, in materia di scuola.
I prof. hanno gremito Viale Regina Margherita, giungendo a centinaia da ogni parte della Sicilia, in rappresentanza delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Hanno espresso malcontento per scelte «fortemente punitive della scuola pubblica, caratterizzate da tagli di risorse e personale, attuate in modo unilaterale e arbitrario».
Nel corso del sit-in, i docenti hanno ognuno espresso i propri disagi: precari “storici” delusi dalla nuova tipologia di concorso, che a detta loro cancellerebbe anni di studio ed anzianità di servizio, e spaventati dallo spettro della disoccupazione; titolari di cattedra che guardano negativamente all’incremento delle ore di lavoro settimanali (da 18 a 24) e che parlano di inserimento dei privati nella scuola pubblica; lavoratori con oltre 35 anni di servizio alle spalle che ancora non possono andare in pensione.
Magliette, striscioni, cartelloni: così, ieri, i manifestanti hanno divulgato i propri variegati messaggi rivolti ai governanti.
«We are not “choosy”, we are angry («Non siamo schizzinosi, siamo arrabbiati»); «Basta con i tagli alla scuola»; «Diecimila docenti di sostegno rischiano il licenziamento a discapito dei disabili»; «Privatizzare la cultura è il primo passo verso la dittatura»; «A furia di tagli la scuola sarà privata… di tutto»; «Profumo… di dimissioni»; «L’istruzione non è merce, la scuola non è un’azienda» e ancora «No concorso truffa»: questi alcuni “telegrammi” idealmente spediti da Caltanissetta a Roma. Una docente ha anche esibito una t-shirt per riassumere lo stato d’animo dei docenti P. r. e. c. a. r. i.: «Professionisti, Radiati, Esasperati, Cancellati, Annullati, Raggirati, Ignorati».
Tra i coordinatori della manifestazione, il prof. Diego Stagno, Lirio Torregrossa e Alessia Catino, i quali sono stati ricevuti dal viceprefetto aggiunto, dott. Gabriele Barbaro.
Fuori dalla Prefettura, i manifestanti hanno esposto le loro istanze: «Chiediamo la cancellazione del “Concorso truffa” e l’adeguamento dello stipendio alla media europea.
E’ necessario uno stop al finanziamento delle scuole private a danno della scuola pubblica, come il ritiro immediato del Dl 953 (ex legge Aprea).
Rivendichiamo il riconoscimento degli scatti di anzianità bloccati, così come il riconoscimento del diritto alle ferie non godute per i precari; auspichiamo la cancellazione delle norme sulla riconversione dei docenti soprannumerari nel sostegno, il ridimensionamento del numero alunni per classe (le “classi pollaio”), il riconoscimento delle spettanze contrattuali dovute e il rinnovo del contratto, la cancellazione delle norme sulle detrazioni economiche applicate ai giorni di malattia.
Servono anche un serio programma di aggiornamento del personale, l’assunzione a tempo indeterminato secondo i posti vacanti e disponibili e deve essere garantito il diritto al pensionamento dal primo settembre 2013 ai docenti nati nel 1952 che hanno versato un minimo di 36 anni di contributi (ex quota 96) ».
La moltitudine di partecipanti ha anche ricordato con un sentito applauso Carmine Cerbera, docente precario di Napoli suicidatosi nei giorni scorsi a 48 anni perché senza più lavoro. Si è dunque formato un lunghissimo “serpentone” che, dalla Prefettura, si è mosso verso la Cattedrale, tra suoni di megafono, fischietti, richiesta urlata di dimissioni al ministro dell’Istruzione, Profumo, ed ancora altri slogan: «La scuola pubblica non si tocca, la difenderemo con la lotta! ».
Giunti in piazza, scortati dalle forze dell’ordine, i docenti hanno concluso la manifestazione concordando sulla scelta di partecipare allo sciopero europeo di questo mercoledì, per poi confrontarsi con testimonianze e messaggi volti alla necessità di risolvere i problemi della scuola.
Diversi insegnanti, inoltre, si sono portati il lavoro in corteo, e ai piedi del Tritone hanno corretto i compiti dei propri studenti
Testo integralmente tratto da La Sicilia Caltanissetta di Lunedì 12 Novembre 2012
Foto tratte dalla pagina facebook di Marzia Mancuso