Cronaca

DON CICCIO – Il Postino che suonava sempre due volte!

 

 

Non è difficile ricordare quando la posta veniva  distribuita  due volte al giorno, di buon mattino e al pomeriggio e nelle frazioni di Brolo verso mezzogiorno. Qui a farlo era Francesco Caruso che tutti chiamavano e chiamano Don Ciccio. In quarant’anni di servizio, facendo i dovuti conteggi ha fatto tanti kilometri che a visualizzarli sono più di 14 giri dell’equatore. Questo per consegnare pacchi, lettere, cartoline e raccomandate.

 

Consegnava anche i telegrammi. Questi con urgenza, a tutte le ore, e voleva dire riprendere l’auto e risalire anche fino a Sellica.

Miracoli di un tempo?

Macchè la normalità di un tempo dove era il tempo che sembrava senza tempo.

Francesco Caruso, nel 1954 indossava per la prima volta la sua divisa di “procaccia”.

Erano gli anni che ci portavano verso il boom  economico nei quali  ci si meravigliava di una lavatrice o di un ventilatore a due velocità, con il medesimo  stupore  con il quale oggi un signore non più giovane  si accosta ad uno smartphone e la televisione non era in tutte le case.

Ritirava la posta che arrivava all’alba alla stazione con il “postale”da Messina, consegnando agli addetti, dentro sacchi di iuta gialli a righe, quella in partenza.

Poi a volte consegnava anche i “fuorisacco” che il maestro Saro Scaffidi gli affidava da far arrivare a Palermo al Giornale di Sicilia.

Dentro una sorta di carrettino a tre ruote,  portava la posta arrivata, all’Ufficio Postale che ancora era nella casa del Cavaliere Gaglio, sempre in via Libertà, ma quasi a ridosso della Statale ed aspettava l’arrivo dell’altro treno.

Lui era il procaccia, la persona incaricata dall’amministrazione postale, che aveva il compito di trasportare la corrispondenza dagli uffici postali allo scalo ferroviario o alla fermata di autolinee per la corrispondenza dei paesi dell’interno, e dopo tempo, nel 1966, divenne portalettere ufficiale.

Anzi un portalettere rurale quello che Carlo Levi nel suo Cristo si è fermato a Eboli descrive così “si vede infatti arrivare, in cima alla strada con il sacco dei giornali e della corrispondenza che va a prendere al passaggio dell’autobus”.

Ebbene da allora Don Ciccio ha fatto il portalettere per quasi altri trent’anni sempre nella frazioni di Lacco, Iannello e Casette.

Ci arrivava prima con la motoretta poi con la mitica “Cinquecento” e poi via via con le macchine, usurate dal lavoro, rigorosamente Fiat, la 126, la Uno e la Punto”. Giunto nella piazza della contrada, si muoveva a piedi tra  le mulattiere e le scalinate interne del centro.

Portava lettere, quotidiani, riviste e stampe, ma anche i cataloghi della”Vestro” e quelli de “La Base”,  primi esempi di postal market – ma era disponibile anche a far piccoli cortesie, una ricetta del dottore, le medicine dalla farmacia, quella della dottoressa Ferri, il cambio di una maglia presa troppo grande da Buttò o Ruggeri, allora gli unici negozi del paese.

E poi alla fine del giro svuotava anche la cassetta della posta del Lacco.

Era attento, meticoloso, preparava con attenzione la sua grande borsa, mettendo in ordine per numero civico e per contesti familiari tutta la corrispondenza, quando ancora era in ufficio, e quindi usciva sempre “armato” di penne e biro, importanti tanto quanto lo è il fucile per un cacciatore.

La zona assegnata era vasta, per farla tutta, sia d’estate che d’inverno, superava i 50 km al giorno,  ma per lui quel lavoro non è mai stato nè monotono nè zeppo di routine quotidiana.

Perchè lui ci metteva il valore aggiunto rappresento dal rapporto umano.

E così ogni giornata portava con sé qualcosa di diverso rispetto alla precedente.

Vedeva gente invecchiare, bambini diventare ragazzi, pancioni di donne gravide ingrossarsi fino a sgravarsi, e poi sentiva i racconti , le storie di traslochi, di matrimoni, “corna” e piccole gioie.

Lui sorrideva, diventando anche confessore di chi l’aspettava per aver un consiglio, la parola giusta e spesso non avrebbe mai voluto consegnar una lettera che già sapeva avrebbe portato dolore.

Lui non si fermava mai anche quando dal cielo scendevano gocce come Dio comanda.

L’alternarsi delle stagioni hanno reso Don Ciccio un punto fermo per tanti.

Lui divideva il suo tempo libero con la famiglia, con Maria Teresa, la donna della sua vita, con i figli Nino e Giovanna e le sua grande passione il calcio.

Dai primi anni settanta divenne, già al suo esordio, il massaggiatore della Tiger, la vide crescere, ne visse l’epopea.

D’inverno era proverbiale il suo the caldo.

Anche qui, nel mondo del calcio isolano, ha conservato amicizie e il suo racconto di quei tempi è così vivido che sembra guardar il film dove sui campi di gioco corronno ancora Truscello, i fratelli Marino, Cicero, Famà e Scarpaci.

Dopo quarantanni , nel 1994, Don Ciccio andò in pensione, ma intanto aveva visto i trasferimenti degli uffici postali prima sul corso poi in piazza stazione, alla fine di via Libertà. Aveva visto le Poste cambiare, diventare una sorta di market dove allo sportello non si vendono solo francobolli, diventare tutto tecnologicamente più evoluto, ma forse senza un’anima.

E lui ricorda anche l’altra passione della sua vita, la politica.

Missino della prima ora, era stato responsabile della sezione per anni, prima di “cederla” nella mani di Pietro Miraglia.

Amico di Fede, Ragno, Davoli, Nania, dei Magistro, aveva ricevuto, facendo gli onori di casa, Almirante, la Mussolini, Pino Rauti e visto crescere, mentre i vecchi missini, a poco a poco andavano via, come Don Basilio “du Bar” e Nunzio Lavena, i giovani della “fiamma”, Totò, Filippo, Nino, Roberto, Biagio, Massimo, Francesco, Salvatore e Calogero, tanto per far qualche nome.

Ora nei pomeriggi già afosi, sulla panchina lungo il corso, non rinuncia al commento sagace, alla critica irriverente ad un “potere” che ha sempre mal digerito.

Segue la vita che gli scorre intorno sui social e non lesina consigli a chi si sofferma a parlare con lui… sembra sempre il giovane portalettere di un tempo.

Il tempo non ha nascosto i suoi valori.

Per lui il cuore non ha rughe.

 

 

Anche “Don Ciccio” entra nelle storie brolesi raccontate da Scomunicando.it.

Per leggerle basta entrare nell’archivio del giornale… ecco alcuni titoli.

 

DON CICCIO – IL POSTINO CHE SUONAVA SEMPRE DUE VOLTE!

DON NINO “CIURIDDU” – L’ultimo Sacrestano di Brolo

POETI BROLESI – Linda Scaffidi: “Quando la profondità vive nascosta nella superficie”

INCONTRI BROLESI – CARMELO E SALVATORE IN MARTINICA

OGGI E’ SANTA RITA – A Brolo era la Santa dei Reduci

BROLO – Quando il Paese fece un Processo alla storia, riabilitando i 15 operai condannati nei moti del ‘21

PROVOCAZIONI – A PARLAR DI CIMITERI SI PUÒ ANCHE MORIRE… OPPURE SOFFERMARSI A RIFLETTERE

SUCCESSI – Un pezzo di “cuore” brolese batte nella Ferrari. Il sogno di Peppe Agnello diventa realtà

BROLO – Amarcord, la V A geometri si ritrova dopo 25 anni

LA FOTO – Amarcord brolese, il “Matrimonio”

“Amarcord” Brolesi – Le Moto e i Vitelloni

DONNA CARMELA – Non negò mai un bicchier d’acqua a nessuno, dagli operai ai bagnanti e visse per decenni nel “casello” di Brolo

BROLESI – I Tripi, da generazioni apprezzati per la professionalità nel difficile lavoro di essere vicino alla morte

DON ENZO CARUSO – UN ANNO FA… A BROLO

SICILIA DA VIVERE – Il “Giornale d’Italia” dedica un ampio servizio al Castello di Brolo

FESTE E TERRITORIO – Oggi quella del Lacco

IL “BARONE” – DAGLI ABISSI ALLE INERPICATE VERSO I COMUNI PIÙ ALTI DELL’ISOLA

BROLESI IN “EQUILBRIO”- CONO BARNÀ E NATALE CALDERARO, INSIEME , IN CIMA AL GOTHA DEL MONDO SCIENTIFICO MONDIALE

Brolo – Tutti meno uno

Ricordando il Vajont – E Brolo, quella mattina, pianse un suo “figlio”

Antonio Agnello – La morte di un imprenditore brolese

Brolesi – Vincenzo Stancampiano, l’arte dell’intarsio e il serio lavoro di artigianoBrolesi –

STORIE BROLESI – LA MAESTRA LETIZIA

Nuovi Poveri – L’onorevole non arriva a fine mese

STORIE BROLESI – Il “Barone” del mare

SBARCHI & GUERRA – 72 ANNI ANNI FA GLI AMERICANI A MALPERTUSO

RICORDI BROLESI – Vent’anni. Quando la Tiger li festeggiò al Gattopardo

Poeti Brolesi – Vittorio Ballato

Personaggi – Brolo: l’ultimo saluto a “don Nunzio” Giuffrè

NINO SPEZIALE – “Le piene del torrente … e della mia vita”

Mangiar Bene – A Brolo c’è, da sempre, “La Quercia”

LUTTI BROLESI – E’ morto uno dei “padri” del sindacalismo sui Nebrodi.

LA STAZIONE & BROLO – L’ULTIMO TRENO

DON SABBATURI – A BROLO, LA MORTE DELL’ULTIMO ARTIGIANO

DOLCEZZE BROLESI – Armando finisce tra i quaranta pasticceri fotografati da Giò Martorana

CINEMA E UOMINI – I Vitelloni “Brolesi”

CIAO VINCENZO – Ieri i suoi funerali a Brolo

CAMERA DEL LAVORO – QUELLA DI BROLO È “UNA FUCINA DI FORMAZIONE”

BROLO, BROLESI E IL CARNEVALE – Ettore Salpietro, uno scienziato nella tradizione della “festa”

Brolo e la Guerra – A 70 anni dallo sbarco

BROLO AMARCORD – Ecco la “Scuola”

BROLO “GELATO EXPO” – CHI CI SARÀ! ( storia dei bar di Brolo)

BROLO & LA GUERRA – Le foto dello sbarco

BROLO & LA GRANDE GUERRA -“CHI DIEDE LA VITA EBBE IN CAMBIO UNA CROCE”

BROLO – SI CELEBRA, TRA ANTIMILITARISMO E COMMEMORAZIONI STORICHE, LO SBARCO AMERICANO DEL 1943

BROLO – Si celebra, tra antimilitarismo e commemorazioni storiche, lo sbarco americano del 1943

BROLO – Ordigno bellico rinvenuto in mare a Malpertuso, ultimo testimone dello sbarco degli alleati

Brolesi: Joe Ziino – Un “pezzo” di paese che va via… in America

Brolesi: A “Puntidda” – L’oste di Lacco, che ha attraversato un secolo … va via.

Brolesi, Pippo Cipriano – Pescatore, “bandito & pentito”… è morto

BROLESI CHE VANNO VIA – Mariano Scarpaci il “compagno” imprenditore

BROLESI – Tra ironia e amarcord

Brolesi – Santa Lucia del ’41, quando “Ciccio” s’inabissò

BROLESI – Ricordando Carmelo Ricciardello, “inghiottito dal fango” nell’alluvione di Scaletta

BROLESI – Piccoli meccanici … era il 1955

BROLESI – Nino Capitti, “maestro pasticcere”

Brolesi – Morire per un lavoro.

BROLESI – MA QUALE SICUREZZA? I GO KART SI VEDEVANO COSÌ

BROLESI – La neve del ’62 in attesa del “Big Snow”

Brolesi – La buona pesca

Brolesi – La Bidella

Brolesi – L’atto di eroismo di Basilio Napoli

BROLESI – Indaimo e gli altri in consiglio comunale

BROLESI – GIUSEPPE BELLANTONI UN GRANDE BARITONO “DIMENTICATO”

BROLESI – E piazza Nasi divenne piazza Mirenda

BROLESI – E loro andavano all’Università

BROLESI – Don Carmelo, il “primo” telefonista

BROLESI – 1 milione di kilometri con l’Onorevole.

BROLESI – “Reverendi”

Brolesi – “Pezzi di Scuola” che scompaiono.

Brolesi – “Peppinello”

Brolesi – “All’ombra dell’ultimo sole”

Assenze – Ciao Giovanni.

Arturo Caranna – Un brolese “sovversivo”

ANTICA BROLO – LA LEGGENDA DU SUGGHIU

AMARCORD BROLESI – La prima sagra del pesce, erano appena iniziati gli anni ottanta

A Proposito del Giro – Quando passava da Brolo, e Moser era testimonial delle gare che i brolesi organizzavano

PIPPO SOTTILE – ELOGIO AL GRANDE “PICCOLO” ATTORE

Don Cono “U Chiareddu” – Tra imprenditoria e turismo … un burbero sognatore, brolese doc, che va via

BROLESI – I 100 anni di “don Vasile”BROLESI – I 100 anni di “don Vasile”

Brolesi – Si “allunga” la via dedicata a Don Carmelo Pizzino

Rivedendolo – “Ogni giorno come se fosse l’ultimo”, quando i brolesi divennero tutti attori

Brolesi – Mimmo Caranna, a dieci anni dalla sua scomparsa

Contrasti – Quieto, irrequieto, inquieto, a Brolo “‘u Ploratu” mostra la sua suggestiva bellezza

Ritratti di Brolesi – Il paese che cambiava, era il 1957

Storie Brolesi – Luca Buonocore… la Cina è vicina ed il Futuro è già realtà, anche dentro uno spot televisivo

Brolo, Brolesi e la Chiesa – Dieci anni fa veniva ristrutturata

Maestri a Brolo, Domenico Siragusano – Improvvisamente mi torna in mente il mio maestro

Brolesi – I Contipodero, a cavallo di tre secoli

BROLESI – DON MICHELE IL “RAGIONIERE”. STAMANI I SUOI FUNERALI

Brolesi che vanno via – La morte di Don Vasile, centenario del paese

BROLESI – “Vossiabbinirica,” Don Saro

BROLESI DI SUCCESSO – DIANA ANDREOTTI AL VIRGIN AUSTRALIA MELBOURNE FASHION FESTIVAL

BROLESI TRICOLORI – AL CAMPIONATO MONDIALE DELLA PIZZA 2016 C’ERA ANCHE FRANCESCO BACINA IODICE

BROLESI – I vent’anni del “Central”

NINO CAMPOCHIARO – Quando un eterno sognatore, che non si arrende mai, va via

BROLESI – A Rossella Bruno il ‪iMig2016

LEO CARANNA – “La gente aspettava il suo arrivo”, mentre sentiva il rombo della sua auto

PIPPO LIONE – E’ morto questa notte un “Signore” della politica brolese

FOTO & SIMBOLI – Il Silenzio per i Caduti del Mare

BROLO – Quando sbarcarono gli americani

DEDICHE E RICORDI – A Brolo tutti pronti per il Torneo dei Tornei di Tennis

“PARALIPOMENI” – παραλειπόμενα. Ma il Maestro Speziale non ha tralasciato nulla nè prima nè dopo

Storie Brolesi – Il “Barone” del mare

ANTICA BROLO – LA LEGGENDA DU SUGGHIU

FOTO E SIMBOLI – Il 4 novembre, Don Santo, a Brolo, la Festa dei Reduci

LA MORTE DI UN ANGELO – Ninuccio che va via. Il dolore di tutti che abbraccia la sua famiglia

CANTERINI DI BROLO – Hanno fatto girare in 36 anni il Mondo intorno a Brolo

PER NINUCCIO – SCUOLE CHIUSE A BROLO, NEL POMERIGGIO, PER PARTECIPARE AI FUNERALI

BROLO SILENTE – PER NINUCCIO LACRIME E PALLONCINI BIANCHI

LUTTI – Brolo ha una “stella” in più

LA MORTE DI PIETRO MIRAGLIA – IL GIUDICE BROLESE SI È ACCASCIATO DURANTE UN’UDIENZA. INUTILI I SOCCORSI

STORIE BROLESI – Trent’anni che sembrano ieri. Nella mostra alla “Multimediale” scatti inusuali di come eravamo

BROLO – La Mostra di com’eravamo sino al 6 gennaio alla Multimediale

STORIE BROLESI- Foto che fissano brindisi e incontri aziendali di fine anno, ma che dicono molto di più

UN AMORE INABISSATO SUI FONDALI DELLO SCOGLIO DI BROLO. CORREVA L’ANNO 1964

GIULIA PINO – INSEGNÒ A BROLO. ANARCHICA, SOCIALISTA, AMAVA LE RECITE E LA CULTURA… LASCIÒ UN PIANOFORTE ALLA “SUA” SCUOLA

SUCCESSI – Un pezzo di “cuore” brolese batte nella Ferrari. Il sogno di Peppe Agnello diventa realtà

RICORDANDO – 23 anni fa moriva Padre Lo Presti

Redazione Scomunicando.it

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