Ne è convinto il generale di divisione Pasquale Angelosanto, comandante generale del Reparto operativo speciale dei carabinieri.
“Le investigazioni – dichiara il generale – hanno consentito di contestualizzare l’attentato all’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, che ha adottato il protocollo e inciso concretamente su questo grumo di interessi mafiosi, impedendo che le organizzazioni conseguissero queste enormi ricchezze attraverso l’erogazione di fondi pubblici”.
Il generale sottolinea che “il protocollo Antoci” ha “bloccato tutto questo, quindi incide sulla contestualizzazione ed è un movente che può aver determinato l’attentato”.
Per Corrao “è inquietante come in tutti questi anni – spiega Corrao – i soldi europei della Pac abbiano alimentato nel silenzio le attività criminali delle famiglie malavitose nebroidee o anche dei condannati per omicidio. E poi dell’organizzazione farebbero parte i classici insospettabili, fino alle menti più raffinate, ovvero le ‘intelligenze’ dei funzionari Agea, dei centri di assistenza agricola, che hanno oliato il sistema avendo le chiavi di accesso al sistema informatico.
E di mezzo ci sarebbe pure un notaio, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, che avrebbe fatto falsi atti per far risultare acquisiti per usucapione una serie di terreni la cui titolarità serviva alle famiglie mafiose per chiedere i contributi Ue.
Ho chiesto dunque alla Commissione come intende affrontare una questione che è innegabilmente europea, ma gestita in ambito Ue con superficialità e probabilmente scarsa competenza. Basti pensare che negli altri paesi membri non si è in grado neanche di riconoscere e affrontare il problema mafia, figuriamoci la sua declinazione più moderna, dinamica, sommersa e inafferrabile che è la mafia della Pac”.
“Per questo – conclude l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle – ho proposto alla Commissione di inaugurare una nuova e rivoluzionaria stagione di collaborazione tra le istituzioni europee e i protagonisti della lotta ai mafiosi della Pac in Italia, attraverso audizioni e task force per la stesura di una strategia comune di lotta alla mafia rurale, a partire dal lavoro apripista di Giuseppe Antoci”.
“L’indagine della direzione distrettuale antimafia di Messina e i conseguenti arresti portano alla luce una truffa colossale che è frutto anche delle distorsioni del sistema, che di fatto finora non ha garantito che le risorse europee producessero sviluppo, ma solo arricchimenti illeciti”.
Lo scrivono in una nota congiunta il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, e il segretario nazionale Cgil, Giuseppe Massafra, dopo l’operazione contro la mafia dei Nebrodi. “Un’operazione importante e meritoria – osservano Mannino e Massafra- ma che non basta a eliminare un sistema criminoso ampio come dimostrato, e che gode di appoggi e accondiscenze”.
I due esponenti della Cgil rilevano “il contributo dato nel risultato di oggi dal protocollo voluto dall’ex presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, che se esteso aiuterebbe ulteriormente nel contrasto alle attività criminose dei clan”.
“Tra le distorsioni da eliminare – sottolineano – quella che consente l’assegnazione delle risorse sulla base del possesso della terra, piuttosto che di progetti.
Lo Stato deve reimpossessarsi del suo territorio, censendo tutti i terreni demaniali e, attuando il progetto di “Banca della terra”, con l’affidamento a fini produttivi a cooperative e aziende fatte da giovani”.
“I 94 arresti di oggi, il sequestro di 151 aziende ha inferto un colpo durissimo alla mafia dei Nebrodi.
Complimenti ai magistrati.
Grazie a Giuseppe Antoci, che col suo protocollo ha combattuto l’affare dei fondi europei e che per questo la mafia voleva uccidere. Oggi è più chiaro anche questo”. Lo scrive su Twitter il senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo del Pd e capogruppo dem in commissione Antimafia.
“Esprimo vivo apprezzamento alle forze dell’ordine e alla magistratura per avere impedito in Sicilia una nuova truffa sui fondi europei.
Credo di poter anche interpretare il sentimento di gratitudine di migliaia di onesti agricoltori per i quali le risorse comunitarie costituiscono prezioso ossigeno. Tutti speriamo che, accertati i responsabili, siano inflitte pene esemplari, ancora più dure se si tratta di dipendenti pubblici”. Lo dice il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci
“L’operazione contro la mafia dei Nebrodi condotta dal procuratore Maurizio de Lucia unitamente a ROS e GICO è un ulteriore passo avanti dello Stato nella lotta alle mafie.
Un sincero ringraziamento e un grande plauso, per un’indagine che vede coinvolte oltre un centinaio di persone. I numeri sono impressionanti, come la capacità di infiltrazione e di depredazione dei fondi europei. Da oggi anche nei Nebrodi si respira aria di libertà, grazie alla dedizione delle donne e degli uomini dello Stato”. Lo afferma Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia.
“Grazie alle Forze dell’ordine e alla magistratura per l’importantissima operazione di queste ore nei Nebrodi in Sicilia.
E’ stato giusto per noi sostenere dall’inizio l’applicazione del protocollo Antoci anche con l’impegno del Ministero delle Politiche agricole”. Lo afferma l’ex ministro alle politiche agricole Maurizio Martina.