DROGA A BROLO – Anche padre Enzo Caruso contro quei “cattivi maestri, della peggior specie, distruttori di vite e di sogni”
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DROGA A BROLO – Anche padre Enzo Caruso contro quei “cattivi maestri, della peggior specie, distruttori di vite e di sogni”

Prende spunto da lungo servizio pubblicato su Scomunicando, padre Enzo Caruso, parroco di Brolo, lo fa suo, e dice quel che pensa: “Immagino che questo commento indisporrà l’animo di qualcuno, ma credo di avere tutto il diritto di farlo”.

Aprire il dibattito. Creare in punto di partenza di un dibattito e come un sasso lanciato in uno stagno, anzi in un orrido lago fangoso, quell’artico, dopo i pochi commenti emergenti sui social – e non è stata una novità –  infinite discussioni telefoniche, migliaia di letture registrare sui contatori del sito, ecco che sembra ottenere l’effetto voluto.

Parlarne.

Un articolo che non voleva creare nè gogne mediatiche, nè suscitare curiosità morbose, ma accendere il fato su una problematica purtroppo evidente.

Stamani e padre Enzo Caruso a scriverne, forse il prologo di un futuro incontro pubblico.

Il testo integrale del post

 

Vale la pena condividere di nuovo quest’articolo.

I NOSTRI GIOVANI E IL LORO FUTURI

(Questo commento mi è stato sollecitato dal dialogo con molte persone dopo l’uscita di questo articolo. Rispetto alla prima redazione il post ha subito una rielaborazione ai fini della chiarezza della “visione” di chi scrive).

 

Immagino che questo commento indisporrà l’animo di qualcuno ma è un rischio che sono disposto a correre. Me lo chiede la coscienza.

Osservo la realtà del territorio. Ad un primo sguardo sembra di poter constatare uno spazio vuoto, lasciato da un’apparente assenza dei giovani. I giovani, invece, ci sono. Se sono fuori dai nostri radar, è perché e non sappiamo accorgerci della loro presenza. E’ vero, diversi, troppi si sono fatti la valigia e se ne sono andati, con poca voglia di guardare indietro perché tengono al loro futuro, hanno progetti e li vogliono perseguire. Ma supporre che quelli che ci sono non abbiano sogni di futuro rasenta la presunzione.

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Osservo coloro che si auto propongono come leader e modelli e abitano nelle salette – e non solo – ma sono cattivi maestri, della peggior specie, distruttori di vite e di sogni.

So per certo che Brolo ha molto “bene” e molto “bello” da offrire, so che molti si preoccupano e non tutti sono indifferenti e omologati a un pensiero unico o all’assenza di pensiero. Giovani, genitori, insegnanti – e non solo – mi portano quotidianamente le loro ansie, i loro desideri di trovare vie per “incontrare” la nostra gioventù.

So che abbiamo una grande battaglia sociale davanti da combattere, fino all’ultima goccia di sudore, per salvare questa generazione – sempre più esposta, sempre più fragile e delusa dal mondo degli adulti e dalle istituzioni – dal cancro della non-speranza, dall’apatia, quella che apre la strada della droga e del gioco d’azzardo come attrazione e come alternativa al nulla.

Abbiamo una grande battaglia da combattere con noi stessi, per trovare dentro di noi le risorse per credere nei giovani e lasciare che siano loro a scrivere il loro presente e futuro, con le risorse trasmesse loro e che sono un loro diritto, un nostro dovere e mai – lo sottolineo con forza – un favore concesso e da ricambiare.

E la combatteremo questa battaglia, perché sono i nostri figli, fratelli, amici, conoscenti.

Lo faremo senza vanagloria e senza ostentazione, senza paura, con umiltà e determinazione, nelle trame della quotidianità, con le armi della cultura e della fede e con tutti quelli che credono che su questa battaglia si gioca anche il futuro del nostro paese.

Lo faremo disposti a incassare le inevitabili sconfitte momentanee e pronti ad affrontare gli ostacoli che si presenteranno, ma sempre orientati da un traguardo comune e condiviso: un mondo migliore.

(E.C.)

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e il sacerdote aggiunge uno stralcio dell’articolo:

“Ma le droghe leggere, quelle che – anche questa una leggenda metropolitana – non fanno male, sono la porta d’accesso per la cocaina che arriva continuamente e in quantità crescenti direttamente dalla città. Questa non si spaccia per strada. Ha altri circuiti, imbianca i colletti e le mani dei professionisti e a differenza dell’erba non è sempre possibile intercettare la “rete” di questa “polvere bianca” che brucia sinapsi e mucose”.

per rileggere o leggere quell’articolo:

http://scomunicando.hopto.org/notizie/brolo-ostaggi-della-droga/?fbclid=IwAR1sEKpHYX7jXRlY5DPRd9U2fx2Pw5vvMqgzk7tbLAU16ToWoXdM23DgeqA

6 Novembre 2018

Autore:

redazione


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