Corso Fotografia
Oggi è stato il giorno magico dell’ eclissi di Luna, la più lunga degli ultimi 10 anni: 100 minuti per la sola fase di totalità (nell’ultimo secolo sotanto 3 eclissi hanno avuto una durata paragonabile).
La Luna ha assunto un colore rossastro per via del fatto che la Terra, frapponendosi tra il Sole e la Luna, impedirà ad alcune frequenze dei raggi solari di attraversare l’atmosfera. Anche le ceneri vulcaniche presenti nell’atmosfera per via delle eruzioni in Cile e in Islanda dei giorni scorsi hanno fatto la loro parte.
Questa sera in tanti, in Italia e nel mondo, hanno seguito l’eclissi di luna. Un appuntamento da non perdere; i prossimo è atteso per il 28 settembre 2015.
Molti hanno fotografato, molti ci hanno tentato….. con qualche delusione, ed allora come si fa a fotografare l’eclissi di luna?
Ecco alcuni consigli:
– La prima cosa è scegliere un buon punto d’osservazione con l’orizzonte libero.
– Possiamo anche scattare con un grandangolo, anche con una fotocamera compatta, scegliendo un contesto (chiesa, monumento, anche solo l’orizzonte ricco di luci…) adeguato.
– La macchina fotografica va assicurata a un treppiede, sia con i tempi lunghi indispensabili nella fase di totalità sia con quelli meno lunghi delle fasi parziali: i micro movimenti della macchina rovinano la foto. Se non disponiamo di un cavalletto, anche un appoggio solido può andar bene.
– Meglio scattare con un cavetto, o un comando remoto, sempre per evitare i tremolii.
– Bisogna ecludere (se la macchina lo permette) lo stabilizzatore d’immagine: quando la macchina è sul cavalletto, può provocare tremolii.
– Meglio utilizzare i blocco della specchio, se disponibile (sempre per ottenere immagini ferme).
– Per portare a casa immagini d’effetto occorre un teleobiettivo. La lunghezza focale? Può andar bene anche un 200 mm: la luna occuperà solo poco più di un ventesimo della larghezza del formato pellicola 35mm (o del sensore di una reflex full frame) ma pelomeno sarà riconoscibile. Con un tele 300mm o più lungo riempiremo una porzione maggiore del fotogramma. Occorre un 2000mm per riempire con la luna l’intero fotogramma 35mm.
Ricordiamo che un tele 200mm montato su una reflex con sensore APS-C ( tutte le reflex digitali di fascia bassa ) equivae a un 300mm. Lo stesso 200mm su una Quattro Terzi (tutte le reflex Olympus) equivale a un 400mm.
– Meglio impostare l’esposizione sulla modalità spot (la luna occupa una porzione ridotta dell’inquadratura, perciò l’esposimetro della macchina si fa ‘ingannare’ dalla grande porzione scura del cielo); meglio ancora l’impostazione manuale dei parametri.
– Disattivare ill flash (la luna è molto lontana…).
– Se la reflex digitale dispone di modalità Live View, possiamo utilizzarla con la messa a fuoco manuale sul display LCD sfruttando tutto l’ingrandimento possibile.
– I tempi di esposizione corretti variano notevolmente nel corso delle diverse fasi dell’eclissi, in base allo stato del cielo, ma anche in relazione all’apertura e alla sensibilità ISO che abbiamo impostato. E’ la fase più delicata, sperimentale. Si va di bracketing, variando i parametri per trovare la combinazione migliore.
Un punto di partenza per la luna piena con cielo terso può essere un’impostazione di questo tipo: 1/250 f/16 a ISO 200, oppure 1/500 ƒ/16 a ISO 400.
Nelle fasi iniziali dell’eclissi possiamo provare 1/60 f/8 a ISO 200, oppure 1/125 f/8 a ISO 400
Nelle fasi di parziale o piena di totalità: 4 secondi f/5,6 a ISO 200, oppure 2 secondi f/5,6 a ISO 400. Superare la soglia dei 4 secondi senza disporre di un sistema di puntamento automatico in grado di seguire la luna (che si sposta velocemente! ) porta a risultati deludenti.
– Meglio scattare tante foto con diversi tempi di esposizione e con la sensibilità impostata su diversi valori, per esser sicuri di portare a casa il risultato desiderato. Butteremo tante foto, ma questo con le macchine fotografiche digitali non è un problema. L’esperienza acquisita ci aiuterà la prossima volta.
– Immortalare una sequenza dell’eclissi su un unico fotogramma? Farlo in fase di ripresa è complicato se non si è espertid ella materia. Meglio farlo in fase di post-produzione, con Photoshop o un altro software di ritocco che ci permetta di unire i diversi scatti.
– Scattare, scattare, scattare con impostazioni differenti per sensibilità, apertura e tempi e non fidarsi ciecamente di ciò che vediamo nel mirino della macchina.