Un amico della redazione, di Massimo, Claudia, MariaGrazia, un amico di tutti.
Un amico che è sempre stato vicino a tanti, accogliendoci quando ne avevamo bisogno, “riscaldando” il nostro cuore con una birra fresca, un sorriso, una manata che scuoteva e rinfrancava.
Un amico che ci ha sempre incoraggiato a pensare, a criticare, a leggere, a non abbassare mai la testa, a lottare per un diritto negato, per i diritti di tutti, a guardare e rivedere i bei film, a tifare per la sua Juve, ascoltare il buon Blues, guardare una moto con occhi sognanti, tutti seduti su una poltroncina di velluto rosso del “suo cinema” o su quelle pieghevoli delle arene o nei tanti locali che si inventava, creava e dove ci faceva sentire “padroni” e sempre benvenuti.
Oggi è morto un amico che ha creduto nelle sue idee, non ha rinnegato mai un ideale, un’amicizia, che ha costruito tante storie, belle, umane, vere, fatti di uomini, di rispetto, di impegno.
Enrico, un buono che sembrava burbero.
Sotto la barba un sorriso, una battuta, un grande ottimismo, che fino a ieri, nonostante la consapevolezza del suo stato di salute, lo portava a guardare verso il futuro. Sognava, a settembre, di avere tre sale con il 3D, ci credeva, amava sognare, e noi con lui.
Credeva nelle potenzialità del borgo di San Gregorio, ha costruito per anni quello che è stato “l’effimero” orlandino – in tempi non sospetti – ci sapeva fare, muovendosi spesso “con la grazia di un elefante in una cristalleria” – a modo suo – ma mai inopportuno, sapeva vivere e far vivere.
Compagno ed amico.
In politica e nella famiglia. Due ideali, due punti fermi in cui credeva.
A volte soffriva per la sua sensibilità, per i graffi che riceveva la sua anima da chi non si aspettava, e che la vita a tratti sembrava riservargli.
Poi andava avanti, sapeva dimenticare, non portava rancore, con un nuovo progetto, come in un film.
Il cinema – infatti – il suo grande amore.
Le prime arene – nelle spiagge, dentro i cortili delle scuole – poi le sale con l’aria condizionata.
Un mondo fatto di celluloide, di bobine, di pellicole, vissuto anche a Catania e Palermo tra “quelli” della distribuzione che gli volevano bene e gli davano sempre le novità, le anteprime, le prime visioni. Le sue piccole grandi soddisfazioni.
Ma vogliamo ricordare anche “la Balera”, l’epopea del Mamy Papy, la discoteca della Tartaruga, il Movida, i primi festival del blues, ed ancora l’Alter Doc… e prima ancora il Gallo d’Oro e le crepes per la strada. Lui sorrideva, andava avanti, faceva impresa: vero geniale imprenditore, con una corte di miracoli intorno.
Un amico che credeva nell’Uomo, con gli Amici che credevano in lui e negli altri che lo vedevano come un grande professionista, capace e affidabile.
Un Uomo – Enrico – che voleva vivere e che ha lottato fino alla fine, come un grande leone, con forza, senza cedere mai, pensando a Marco e Maria.
La morte di un amico caro è la morte di un pezzetto di noi, ci fa male e proviamo un dolore diverso.
La morte di un amico è la fine di qualcosa che ci appartiene, la fine di un’epoca, di un’epopea, che ci fa sentire più soli, ci fa crescere all’improvviso, ci rende adulti nel dolore, ci fa rivivere quello che abbiamo vissuto insieme, le parole che ci siamo dette e quelle che non potremo più dirci.
La morte di un amico ci da un senso di mancamento: manca qualcuno con cui confidarsi, qualcuno a cui raccontare una nostra pena o una nostra gioia, qualcuno con cui strillare la nostra felicità per un successo ottenuto o la nostra rabbia per un fallimento o un’ingiustizia subita.
La morte di un amico è la fine di una parte della nostra vita, che non tornerà più. Il ricordo, invece, risalterà fuori, quando meno te lo aspetti e ti farà sorridere.
Ed allora brinderemo ancora con te e a te, caro Enrico, perchè un bel ricordo non è la fine, ma l’inizio di qualcosa.
Sentiremo la sua mancanza, come la sentiranno quelli che l’hanno conosciuto e come mancherà alla sua Famiglia
Oggi è morto un nostro caro amico. E per questo noi piangiamo.
Addio Enrico …hasta la vista…grande!
I funerali si svolgeranno lunedì a Capo d’Orlando.