ENZO BASSO – Di certo la sentenza non chiude la storia di un giornale scomodo
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ENZO BASSO – Di certo la sentenza non chiude la storia di un giornale scomodo

Sei anni di carcere all’editore Enzo Basso per bancarotta e frode fiscale. Ora si spera che in appello la sentenza venga ridimensionata. Resta una considerazione a margine di tutto: Centonove, era un giornale scomodo.

Ora Enzo Basso è stato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici ed è posto in stato di interdizione legale per la durata della pena. Con Garufi – con una diversificazione di spazi temporali – sono stati inabilitati all’esercizio di un’impresa commerciale ed incapaci ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa ed ancora ha subito la pena di una serie di restrizioni amministrative e contabili, oltre alla “gogna” di veder pubblicato l’estratto della sentenza anche sull’albo pretorio del suo comune di residenza.

Si dovranno aspettare novanta giorni per leggere le motivazioni della sentenza che per l’accusa doveva essere più consistente. Ed intanto Basso scrive romanzi, non si ferma nè lo fermerà questa condanna. Lui scrive.

I COMMENTI DEI LEGALI

 I due sono stati assistiti dagli avvocati Andrea Calderone e Carlo Mastroeni. 

“Nessun commento da parte mia, dico soltanto che attendo il deposito delle motivazioni per presentare appello”, è stata la dichiarazione dell’avvocato Calderone. L’avvocato Mastroeni ha dichiarato invece di ritenere “troppo severa la condanna nei confronti del mio assistito che, al contrario si era dimesso dalla carica di amministratore già nel 2012 quando aveva preso atto che stante i mancati pagamenti dei clienti e le disdette di alcuni di essi non era possibile salvare i posti di lavoro dei giornalisti e dei grafici che lavoravano, che era una delle coop facenti parte del ‘Gruppo Centonove’”.

I difensore hanno preannunciato che attenderanno la pubblicazione della sentenza per leggere le motivazioni ed agire nell’interesse dei loro clienti

 

16 Febbraio 2022

Autore:

redazione


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