ENZO BASSO – Il “suo” Caso Ciancio accende i fari sull’editoria del Sud sotto scacco.. nel silenzio complice di tanti
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ENZO BASSO – Il “suo” Caso Ciancio accende i fari sull’editoria del Sud sotto scacco.. nel silenzio complice di tanti

Da domani sarà disponibile il libro scritto da Enzo Basso, direttore, tra l’altro, del settimanale “100Nove”, che scrive, in presa diretta del caso di Mario Ciancio, e del crollo del suo impero editoriale. Accende i fari su tutta l’editoria nel Sud che “è sotto scacco”. Il libro, per una scelta editoriale prima di arrivare in libreria sarà distribuito nelle edicole isolane . Disponibile su Amazon e nelle edicole. Nelle librerie a richiesta. “Il Caso Ciancio” (Prefazione di Enzo Jacopino – 157 pagine – Author Publishing).

Un libro che tra considerazioni, cronaca d’inchiesta, attenta analisi di un complesso puzzle, parte dal settembre 2018, quando viene sottoposto a sequestro giudiziario finalizzato alla confisca, l’impero editoriale di Mario Ciancio, l’ex presidente della Federazione nazionale della Stampa, che controlla “La Sicilia” di Catania”, “Gazzetta del Mezzogiorno” a Bari, e ha partecipazioni societarie negli altri due quotidiani siciliani, “Giornale di Sicilia” e “Gazzetta del Sud.

Un fatto che è di una gravità assoluta. Infatti piega in due il mondo dell’editoria di tutto il Sud d’Italia. Ma che avviene nel silenzio assoluto dei più.

Partendo dalla cronaca di quegli eventi Enzo Basso, fondatore e ultimo direttore del settimanale 100Nove, ripercorre le tappe dell’indagine a carico del più grosso editore del Sud accusato di concorso esterno alla mafia. Una inchiesta lunga dodici anni, rinviata dalla Cassazione al Tribunale di Catania, dopo un curioso ping pong di provvedimenti giudiziari che annullano e fanno riaprire indagini su un fronte lungo mezzo secolo.

Un braccio di ferro dentro la Magistratura che Enzo Basso indaga nei vari aspetti penali, sociali, economici ed antropologici per approdare a una conclusione finale: l’ambientalità scatenata attorno ai giornali richiede il trasferimento dei processi.

Un appello in questo senso è rivolto al Presidente della Repubblica perché nella sua qualità di Capo del Csm, il Consiglio superiore della magistratura, intervenga per ridare serenità a un rapporto incrinato tra stampa e giudici, che anche con due giornali dalle storie completamente diverse, pone una pesante ipoteca non solo alla libertà di stampa, ma anche al rispetto dovuto all’art. 21 della Costituzione che tutela la libertà di espressione, principio cardine alla base delle società democratiche.

Un libro che arriva in un momento delicato come quello attuale in cui sono sotto attacco gli editori, i giornali, i giornalisti e la libertà di stampa, con intimidazione a iosa per tutti, senza esclusione di colpi. Carcere, provocazioni, sopraffazione e minacce velate con allo sfondo anche il pesante velo economico per i giornalisti, ma anche bavaglio per editori e scrittori di libri-inchiesta. Pesante diventa poi il tentativo della politica corrotta e della magistratura deviata di voler tenere a guinzaglio sempre più stretto l’informazione nel suo insieme.

L’autore: Enzo Basso, 57 anni, è giornalista professionista. Già caposervizio del “Giornale di Sicilia”, nel 1993 ha fondato il settimanale “Centonove” che il trenta ottobre 2017, venne sequestrato dalla Procura di Messina.  Cessò con quell’atto così, dopo 25 anni, le pubblicazioni una testata che ha gettato un sasso nel torpore delle cronache siciliane e che si è distinta negli anni per le inchieste politico-giudiziarie sul “Caso Messina” e sul “Caso Montante”.

Giusto per saperlo… nell’ottobre del 2018 la Corte d’appello di Messina, presieduta da Alfredo Sicuro, su richiesta del sostituto procuratore generale Vincenza Napoli, ha assolto “perche’ il fatto non sussiste” il direttore e editore del settimanale di Centonove, Enzo Basso dall’accusa di appropriazione indebita. Basso era accusato, nella qualita’ di amministratore unico e legale rappresentante della societa’ ‘Editoriale Centonove Srl’, di essersi appropriato indebitamente di alcune migliaia di euro, ma i magistrati non hanno ravvisato suoi comportamenti fraudolenti. La successiva inchiesta che portò poi all’arresto del giornalista lo scorso novembre con l’accusa di bancarotta fraudolenta, falso in bilancio e frode fiscale partiva da questa prima indagine. In quell’occasione fu sequestrato preventivamente e messo all’asta il settimanale Centonove, che aveva 25 anni di storia, e non fu nominato un direttore responsabile. Il giornale sospese le pubblicazioni. (ANSA)

 

fonte: www.sicilianetwork.info

 

 

28 Aprile 2019

Autore:

redazione


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