Il sindacalista sinagrese, aveva preso un impegno, non parlare durante la campagna elettorale, visto il suo tirarsi indietro dalla propaganda elettorale urlata. Ma appena completato lo spoglio dice subito la sua, con gli immediati auguri al neo eletto sindaco.
Enzo Caputo, in un momento di grande confusione pre-definizione delle liste, si era, per chiarezza, messo autonomamente fuori da ogni gioco, per evitar strumentalizzazioni di sorta.
Una scelta sofferta, ma motivata.
Certamente non facile.
Aveva scelto il silenzio politico, era stato ad osservare.
Ma questo non vuol dire che aveva abbandonato il campo.
Finita la fase dello spoglio, mentre ancora a Sinagra si festeggia l’elezione dilagante “dell’ingegnere”, lui ora dice:
“Auguri al neo sindaco.
E’ stata una lezione per chi si ostinava a credere che a Sinagra non c’era gente in grado di pensare e di farlo liberamente.
E’ stata una lezione\monito in quanto il sinagrese sa giudicare, da fiducia, ma nello stesso tempo dimostra di, in piena autonomia, nonostante pressioni spesso indebite, nell’urna rimane uno spirito libero – e continuando, il sindacalista aggiunge – dalle note del Silenzio viene fuori l’inno di Mameli, quel “Fratelli d’Italia”, anzi di Singara, che vuol dire unità.
Così oggi Sinagra si sveglia con uno spirito nuovo, con nuove energie, con un senso di “non oppressione”… e sarà un grande compito, come credo sia in grado di svolgere, per il neo sindaco, quello ricucire strappi sociali, personali, di gruppi sociali che nell’applicazione di una logica assurda – dividi ed impera – ha visto il paese dilaniato, frantumato, sanguinante, agonizzante sia economicamente che socialmente”.
Enzo Caputo quindi augura a Musca quel buon governare che fa un buon sindaco: “mi sento singarese, amo questo paese e la sua gente… ha bisogno di punti di riferimento certi e concreti, rivendica centralità di territorio e non di famiglie, ora ci sono cinque anni per dar vita al programma detto nei comizi, quello che ha convito Sinagra a cambiare passo – e conclude – Io e tutti gli Enzo Caputo liberi di Singara stiamo con Nino Musca”.
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