La vicenda giudiziaria risale al 2012, quando fu effettuata una verifica fiscale presso un panificio di Capo d’Orlando e l’agenzia delle entrate stabilì la sanzione della chiusura dell’esercizi commerciale per quattro giorni che coincidevano dal 4 all’8 agosto.
Sindoni, in considerazione che era l’unico panificio che realizzava prodotti per celiaci e visto che si era nel clou della stagione, dispose un’ordinanza con la quale per motivi di sanità, stabiliva che la chiusura veniva posticipata al 4 settembre.
E per questo venne denunciato dalla Guardia di Finanza di Capo d’Orlando che coinvolse la Prefettura di Messina. I due enti, insieme, definirono la data di chiusura del panifici nel 26 agosto.
Il sindaco Sindoni dispose una nuova ordinanza, sempre per motivi di sanità, confermando la chiusura del panificio sempre al 4 settembre.
Per quest’ostinazione Enzo Sindoni fu rinviato a giudizio dall’allora Gip del tribunale di Patti, Ugo Molina per il reato di abuso d’ufficio e nel 2017 il tribunale di Patti condannò Sindoni alla pena di nove mesi di reclusione e in avanti la corte d’appello di Messina confermò la condanna.
Gli avvocati Carmelo Occhiuto e Maria Americanelli, difensori di Enzo Sindoni, non demorsero e presenteranno ricorso in Cassazione.
Ora la Suprema Corte ora ha chiuso il caso, annullando la condanna senza rinvio, disponendo l’assoluzione con la formula più ampia, perché il fatto non sussiste.