Alla fine della seduta, considerati i tanti argomenti sui quali l’eurodeputata, che non è intervenuta attivamente nel dibattito, avrebbe potuto esprimersi, le abbiamo posto qualche domanda.
– Onorevole Alfano, la sua presenza qui ha un significato politico?
La mia era curiosità, perché voglio capire come No Tav e No Ponte possono rafforzare la condivisione delle loro battaglie, ma soprattutto avevo voglia di ascoltare, infatti non sono intervenuta volutamente.
Poi ho un grandissimo rapporto con i No Tav e insieme a Gianni Vattimo sono il loro parlamentare italiano di riferimento già da tre anni.
Li ho accompagnati diverse volte al Parlamento Europeo, in Commissione Petizioni, dove sono stati ascoltati, ed in questo senso devo dire che c’è grande considerazione per le loro battaglie.
Volevo appunto capire come invece la Rete e gli attivisti No Ponte vogliono riuscire ad aggregare la gente e le famiglie, così come hanno fatto i No Tav, al di là della colorazione politica, perché oggi c’è tanta gente che non ha un’idea politica, quindi la mia era curiosità e voglia di ascoltare.
Alla luce degli ultimi risvolti, cosa manda a dire al Consiglio ed all’Amministrazione Comunale sulla difesa della dignità di questa città?
Credo che il Consiglio Comunale dovrebbe cominciare ad occuparsi dei cittadini messinesi e dei reali problemi di questa città, cosa che fino ad oggi non è stata fatta.
Io vorrei che tutte le città, tutti i sindaci, tutti i Consigli Comunali, in questo momento, guardassero ciò che sta avvenendo a Genova ed in tutta la Liguria.
Noi dobbiamo pregare il Cielo affinché ciò che è accaduto lì non accada qui, nonostante abbiamo già ricevuto una terribile lezione con Giampilieri.
Io credo che nulla sia stato fatto in tal senso e che non ci sia davvero una capacità politica trasversale, e lo dico per onestà intellettuale, di individuare i problemi reali di questa città e dei suoi cittadini. Messina è una città sempre più abbandonata, senza una guida, né politica né amministrativa, ed in questo senso è una città molto simile a Palermo, dove non esiste una guida già da diversi anni.
– Con quali conseguenze?
Questo non fa che gettare nello sconforto i cittadini e continuare ad allontanarli dalla politica, alimentando quelle che molti definiscono antipolitica ed astensione.
Francamente non vedo niente di buono, soprattutto conoscendo certi personaggi che sono alla guida di questa città. Il mio non è pessimismo, ma realismo.
Questa è una città che ha problemi che si tramandano da tanti anni e non mi pare che ci siano state persone che abbiano mai messo al primo posto l’interesse dei cittadini e della collettività.
Hanno sempre messo al primo posto i propri interessi e quelli dei loro amici.
Poi, alla fine, si vive, si tira avanti, anzi, si sopravvive.
Basta uscire dal centro ed andare in periferia per rendersi conto di quello che è oggi Messina: una città allo sbando che vive una situazione disastrata.
La ringrazio per questa domanda, perché è estremamente interessante…
– Così chiarisce anche la sua posizione su questo tema all’interno dell’Italia dei Valori, dopo, peraltro, che il partito ha “recuperato punti” con l’ultima mozione sullo storno dei fondi che è passata alla Camera.
Sì, esatto…
– Dica, allora, cosa ne pensa da siciliana e messinese.
Loro sanno come la penso (gli esponenti No Ponte, ndr). Spesso ho invitato Renato Accorinti e la Rete No Ponte alle mie iniziative. Io personalmente con Antonio Di Pietro ho un ottimo rapporto.
Lui rispetta le mie posizioni che sono ferme, inequivocabili, sin da prima della mia elezione.
Io sono fermamente convinta che il Ponte sullo Stretto, non solo sia un’opera fallita ancor prima di nascere, ma anche un’opera che non serve.
E non voglio buttarla sulla questione finanziaria, ma dico che sul piano ambientale è uno scempio, proprio come il TAV in Val di Susa, che dovrebbe sventrare le valli.
Io ho sempre detto ad Antonio Di Pietro di essere contro Ponte e TAV. Quando mi sono candidata alle europee ho fatto la mia campagna elettorale utilizzando alcune strutture sulle quali ho posto le bandiere No Ponte e No TAV, e lui ha parlato da quei palchi.
Questa è una forma di rispetto. Io ho fatto diverse mozioni e interrogazioni parlamentari proprio No TAV e ho spesso portato in Parlamento l’argomento No Ponte e lo faccio come Sonia Alfano, europarlamentare di Italia dei Valori.
– E sulla Stretto di Messina?
Sono assolutamente a favore dello scioglimento della società Stretto di Messina, e se oggi Di Pietro dovesse ritornare ad avere voce in capitolo su questa vicenda, farei esattamente ciò che ho fatto fino adesso, cioè esporrei le mie idee e gli chiederei di rivedere le sue posizioni, dando soprattutto la possibilità a tutti di ascoltare la voce dei cittadini, non soltanto degli attivisti e dei movimenti.
Io in questo mi auguro che tutti gli attivisti No ponte sappiano portare in piazza anche le famiglie, la gente, a prescindere dalla posizione politica. Io, ad esempio, non sono iscritta all’Italia dei Valori ma sono stata eletta in quel partito, firmo i miei atti come I.d.V., ma come avete visto, oggi ero qua proprio perché sono legata da un grande rapporto d’affetto con i No TAV e perché sono sempre stata convinta di sbandierare il mio “No al Ponte”. Questa è la riprova delle mie idee.
– Stamattina ci sono auto ed agenti delle forze dell’ordine proprio sotto questa sede che ha ospitato i No TAV. Non le sembra esagerato?
No, è assolutamente normale, è una questione di ordine pubblico, non credo sia esagerato. Quando c’è una manifestazione organizzata le forze dell’ordine hanno disposizione di presidiare.
– Quindi non pensa che i No TAV abbiano attirato di più l’attenzione?
No, guardi, è assolutamente normale. Non vorrei che la questione si limitasse ad una lotta tra bande.
Per esempio, la militarizzazione dei cantieri in Val di Susa è stata fatta con atti politici e l’aspetto deve essere affrontato politicamente.
Lì le forze dell’ordine si limitano ad eseguire delle disposizioni, ma abbiamo anche visto tantissime volte le stesse forze dell’ordine stabilire un buon rapporto con i militanti della Val di Susa.
Quindi, fondamentalmente, il problema non è farne una questione tra forze dell’ordine e militanti. Il problema deve essere centrato ed affrontato politicamente.
foto di Corrado Speziale by scomunicando.it
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