Quando un messaggio fa la differenza. Giovane medico calabrese al Tg3 diventa una “bella storia”ai tempi del coronavirus.
Storie: una bambina, con i suoi messaggi, l’ha aiutata a superare le difficoltà.
Irene Nasone è una giovane dottoressa, specializzanda in medicina di emergenza. Si è trovata in prima linea a combattere il Covid-19 a Bergamo, in particolare all’ospedale di Treviglio, una delle zone più colpite. Una bambina, con i suoi messaggi, l’ha aiutata a superare le difficoltà.
Il servizio di Cristiana Palazzoni per il Tg3 delle 19 del 2 maggio 2020
https://www.facebook.com/tg3rai/videos/2455578951399748/
Scrive Luca Scaffidi Militone, che con Irene ha con diviso gli anni dell’università tra studi e amicizia:
“Esempi virtuosi, che ci rendono orgogliosi delle nostre latitudini, del percorso condiviso, di ciò che abbiamo scelto di essere, di ciò che abbiamo fatto di importante per diventarlo, del nostro ruolo, delle nostre amicizie più sincere, di essere italiani.
Per quel che fai e per quel che sei, da parte di tutti, anche di chi finora non lo ha saputo, grazie per il tuo bel cuore, Irene.”
Irene racconta: Tornando a casa dal lavoro in una casa vuota non facevo altro che rivivere ancora e ancora quello che avevo affrontato in ospedale. Rivedevo continuamente quei corridoi invasi dalle bombole di ossigeno, quelle barelle piene di sguardi impauriti, quelle mani “sporche” che nessuno poteva stringere se non attraverso degli sterili guanti. In mezzo a tutto quel dolore si inseriva il sorriso quotidiano di quando tornando a casa trovavo dei bigliettini attaccati alla porta. Erano da parte dei miei vicini, persone che io non conosco e che non ho mai visto di persona.
Avendo saputo il lavoro che svolgo, hanno pensato di starmi accanto attraverso dei pensieri e qualche piccolo regalo. Chi scrive è Viola, una bambina di 8 anni che le chiede come sta, come è andata a lavoro e conclude ogni lettera con un arcobaleno.
“In questo difficile periodo lei mi ha fatto compagnia, mi ha insegnato ad attendere quell’appuntamento epistolare con gioia, immaginando una realtà a colori. Mi ha regalato la sua amicizia con una spontaneità disarmante riaccendendo in me un sentimento di speranza, come solo i bambini sanno fare”.
Lei è originaria di Reggio Calabria ed evidenzia:“In un periodo storico in cui sembra essere riemersa la differenza tra “nord e sud”, in cui i medici e gli infermieri vengono visti come pericolosi untori ai quali lasciare messaggi minacciosi nella cassetta delle lettere, esistono anche esempi di bellezza. Ed è giusto parlarne perché il bene va raccontato, almeno ogni tanto per ricordarsi che c’è. Sono un medico in formazione specialistica in medicina d’emergenza, al primo anno. Da circa sei mesi mi trovo a Treviglio e sto lavorando nel pronto soccorso di quello che è diventato a tutti gli effetti un ospedale per pazienti Covid-19. ”