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ESTORSIONI – Storico trova a Palermo antica richiesta pizzo, ‘lettera scrocco’ della mano nera che taglieggiava aristocratici
Il ”pizzo” e’ vecchio almeno quanto l’Unita’ d’Italia e se ne hanno notizie sin da quando la mafia operava nelle sue forme primordiali. Lo dimostra una recente scoperta dello storico Vincenzo Prestigiacomo, che ha trovato a Palermo la prima ”lettera di scrocco”, datata 1897. Una prova che a cavallo fra Ottocento e Novecento le famiglie mafiose, anche sulla spinta del boss Vito Cascio Ferro rientrato dagli Usa, per rimpinguare le proprie casse decisero di taglieggiare a tappeto tutte le famiglie aristocratiche e facoltose della citta’ (i cui beni finora erano stati ”protetti” dai campieri e dagli stessi mafiosi) che a quell’epoca dilapidavano enormi ricchezze per sfoggiare un lusso sfrenato. Prestigiacomo, nel volume ”Vita mondana e Mano Nera nella Palermo della Belle Epoque”, pubblica numerosi documenti inediti e ricostruisce tredici anni di gesta di quella organizzazione criminale. Una indagine che racconta di nobili imbarazzati che cedevano ai ricatti ai tentativi di ”aggiustamento” presso i capi della ”famiglia” di San Lorenzo, anche allora la piu’ potente; degli atti intimidatori contro chi non pagava, del primo sequestro di persona a danno di una bambina; delle omerta’ su questa ”pestilenza” che si cercava di celare mantenendo etichette e vita mondana. E ancora la rievocazione dei primi omicidi ”eccellenti frutto di una gia’ allora consolidata collusione tra boss e istituzioni”. ”Questa ricostruzione storica, che evidenzia l’uso della richiesta indifferenziata di ‘pizzo – dice l’autore – a chiunque abbia disponibilita’ economiche, aiuta anche a spiegare in parte come mai, nonostante i pesanti colpi inferti dallo Stato a Cosa nostra negli ultimi anni, il fenomeno delle estorsioni non stia conoscendo ancora flessioni”. (ANSA/LEGALITA’).