– di Corrado Speziale –
La grande cantante partenopea, regina del jazz italiano tra le più accreditate a livello internazionale, parteciperà alla rassegna Blu Blu Festival, curata da Anita Vitale, in programma a Brolo fino a domenica 24.
Sabato pomeriggio e domenica mattina terrà dei workshop, mentre il suo attesissimo concerto, assieme al talentuoso chitarrista brasiliano Roberto Taufic, è previsto domenica sera al giardino del Castello.
Premiata più volte come miglior cantante jazz italiana, Maria Pia De Vito ha ricevuto vari riconoscimenti anche a livello internazionale, affiancando il proprio nome a quello di artisti di fama mondiale. Oltre al jazz, l’artista napoletana è famosa per le sue sperimentazioni nell’ambito del canto classico, della musica etnica e tanto altro. Nella sua carriera si è esibita e ha collaborato con varie decine di artisti anche di altissimo livello. Quanto al profilo di Roberto Taufic, parlano i giudizi più che lusinghieri espressi nei suoi confronti da “icone” della chitarra brasiliana, ai quali si ispira: Egberto Gismonti, Guinga e Marco Pereira. E sarà proprio il Brasile a fare da filo conduttore nel concerto di domenica sera. Ma non solo…
“I cantanti, molto spesso, sono gli ultimi ad arrivare all’evoluzione delle cose…” disse Maria Pia De Vito, qualche anno fa, in un’intervista. Allora mostrò tutta la sua gratitudine a Coltrane per aver fatto da “spartiacque”, anche dal punto di vista vocale, tra il jazz tradizionale e quello che apriva alla spiritualità e ai sentimenti del mondo. Questa è Maria Pia De Vito: un’innovatrice, una voce che parte dal jazz per superare le frontiere ed esplorare e raccontare i suoni e le passioni dentro una geografia per nulla omologata, che non ha nessuna pretesa d’essere “perfetta”.
Anzi, la sua bravura si vede anche da questo: persino un respiro o un rumore, se hanno senso, sono musica. Così, Maria Pia De Vito, al di là della sua straordinaria preparazione musicale, classica ed in particolare jazzistica, eclettica a tutto campo, che da Napoli l’ha resa ormai famosa nel mondo, si dimostra “unica”. In un caldo agosto del 2012, per Time in Jazz, si è esibita nella remota e affascinante terra di Sardegna, in Gallura, a Ittireddu, dentro un vulcano spento, accompagnata dal percussionista Patrice Heral. Due sere dopo, era sul palco centrale di Berchidda a rappresentare in anteprima nazionale The Spark of knowing/Roden Crater Project, traducendo in musica, immagini ed emozioni, l’opera che l’artista James Turrel aveva realizzato dentro un vulcano dell’Arizona. Time in Jazz, festival ideato e curato da Paolo Fresu, quell’anno ebbe come tema il Fuoco. Un fatto non casuale: uniche donne artiste a partecipare, Maria Pia De Vito e Anja Lechner, violoncellista che con la cantante partenopea ha condiviso il progetto. Allora, Fuoco – Vulcano – MPDV divennero un sillogismo appassionante. La volta successiva, l’abbiamo seguita, due anni fa, in un bellissimo concerto al Messina Sea Jazz con l’Orchestra jazz del Mediterraneo, diretta da Maurizio Giammarco e il pianista Huw Warren, con il quale Maria Pia De Vito intrattiene da anni una straordinaria intesa artistica, culminata con l’incisione di Diálektos, (Parco della Musica Records, 2008). L’album è eccezionale, variegato artisticamente dentro espressioni comunicative dettate dal sentimento. Il duo, tra le articolazioni del pianista gallese e le virtù vocali della De Vito, incrocia le qualità del clarinetto di Gabriele Mirabassi.
L’evento: Maria Pia De Vito sarà a Brolo, a ottanta chilometri da Messina. Qui i complimenti vanno ad Anita Vitale, cantante jazz e pianista di origini brolesi, entrata ormai in cartelloni importanti, che sta facendo tesoro delle sue esperienze musicali, investendole anche dal punto di vista artistico – organizzativo. E’ lei l’ideatrice e curatrice della direzione artistica di Blu Blu Festival, rassegna iniziata ieri nel comune tirrenico, che si concluderà domenica 24.
Maria Pia De Vito, sabato pomeriggio alle ore 17.00 e domenica mattina alle 10.00, terrà dei workshop, rispettivamente alla Villa comunale e nel giardino del Castello. Quest’ultimo luogo domenica sera, alle 22.00, ospiterà il suo attesissimo concerto, assieme al talentuoso chitarrista brasiliano Roberto Taufic.
Qualche accenno ai profili. La cantante partenopea è stata premiata più volte come miglior cantante jazz italiana: le riviste più accreditate del settore, Musica Jazz e Jazzit, si sono alternate, nell’arco di quattro anni, nel conferirle il titolo per ben 5 volte. Ma già in precedenza, nel 2001, tale riconoscimento le era arrivato con il Premio Positano Jazz. Nel 2010, Premio della critica dalla rivista Musica e Dischi al suo album Mind the Gap come migliore produzione Jazz internazionale. Nel 2012, riceve un riconoscimento che le si addice particolarmente: il Premio Masaniello, per i napoletani distintisi nel mondo. Gli album che l’hanno resa famosa: nel 2001, grazie a Verso, realizzato con John Taylor e Ralph Towner (Provocateur Records, 2000), e la tournée che ne è seguita, è stata inserita nella categoria Beyond Artist del 49° Down Beat Critics Poll, affiancando il proprio nome a quello di artisti di fama mondiale. Nel 2005, con One Heart three Voices, con David Linx, Diederik Wissels, Fay Claassen (E-motive Records, 2005), riceve il Premio Grand prix du jazz dall’accademia Charles-Clos, e il Prix du musicien europeèn de L’Acadèmie du Jazz.
Nella sua carriera si è esibita e ha collaborato con varie decine di artisti anche di altissimo livello, provenienti da ogni parte del mondo. Con loro ha condiviso progetti, inciso album e tenuto concerti.
L’ultimo lavoro di Maria Pia De Vito è un live, registrato lo scorso maggio alla Casa del Jazz di Roma: Lazy Songs. Accompagnano la cantante, Enzo Pietropaoli al basso elettrico e Adriano Viterbini alle chitarre. Qui, il trio ripercorre, non senza qualche eccezione, standard del rock interpretati con tecnica, passione ed energia encomiabili: riletture di J. Mitchell (superlativo Be Cool, in accostamento alla mitica cantante americana), Beatles, Talking Heads, Costello, Sting, Wonder.
Ma a Brolo sarà “Brasil”, seppur chiaramente immerso in tanta anima mediterranea e caratterizzato da tanta improvvisazione. Il background di MPDV contiene tournée in Brasile con Guinga e il chitarrista Lula Galvao. Il suo rapporto con la musica brasiliana l’ha imperniato nella reinterpretazione di brani con “traduzione” in napoletano. Su tutti, Chico Buarque ed Ivan Lins.
Quanto al profilo di Roberto Taufic, parlano i giudizi più che lusinghieri espressi nei suoi confronti da “icone” della chitarra brasiliana, ai quali si ispira: Egberto Gismonti, Guinga e Marco Pereira.
“Chitarrista raro totalmente posseduto dall’arte…”, lo ha definito, tra l’altro, Guinga.
Enfant prodige: a 15 anni partecipa a diversi festival in varie formazioni di musica popolare brasiliana. Da lì parte una carriera tutta in crescendo. All’età di 24 anni arriva in Italia, Paese con cui instaurerà un legame costante.
I suoi lavori più recenti.
Molto apprezzato, nel 2010, Eles & Eu, suo primo album di chitarra solo. Nel 2014, in duo con Gabriele Mirabassi, incide Um Brasil Diferente. Nel 2015 escono altri due album: Todas as Cores, del Duo Taufic, formato insieme al fratello Eduardo, pianista e compositore, e Viaggiando, con il quartetto di Rosario Bonaccorso, Fabrizio Bosso e Javier Girotto.
Nel 2016, ancora il Duo Taufic incide Terras, con la cantante Barbara Casini.
Il concerto al Castello di Brolo, domenica sera, vedrà un sound partire dal Brasile, attraversare Napoli, il Mediterraneo e arrivare chissà dove. Mai porsi limiti con l’arte e la passione di Maria Pia De Vito.
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