Con l’ultimo evento jazzistico, si è conclusa nel migliore dei modi la stagione musicale del Teatro V.E., iniziata lo scorso autunno tra tensioni e polemiche. Grazie all’impegno degli orchestrali e del direttore artistico Giovanni Renzo si son realizzati eventi di qualità e poste le basi per guardare avanti con ottimismo anche per la prossima stagione. Ottima l’intesa con Giovanni Mazzarino nella fusione delle due direzioni artistiche che hanno prodotto un Messina Sea Jazz nel segno dei giovani talenti siciliani affiancati da grandi musicisti, con l’Orchestra protagonista tre serate su cinque in repertori che hanno spaziato da Cole Porter a Gershwin con qualche “assaggio” di Ellington, passando per la nuova proposta di Mazzarino.
Alla fine l’emozione ha prevalso su tutto, divenendo il simbolo di un “gran finale” giunto dopo un anno di duro lavoro, iniziato tra critiche e proteste, ma culminato, strada facendo, nella soddisfazione propria di chi ce l’ha messa davvero tutta.
“E’ stata una delle serate più emozionanti che io ricordi. La nostra Orchestra, stasera, ha finanche improvvisato” ha detto Giovanni Renzo, direttore artistico musicale del Teatro V.E., Venerdì sera, alla fine dell’ultimo concerto al “Vittorio Emanuele” del Messina Sea Jazz Festival, rassegna che si è conclusa Domenica con l’evento “Strettamente Jazz”, a bordo del traghetto Vestfold. Si è trattato, per il Teatro, dell’ennesima occasione in cui l’Orchestra non ha tradito le attese. Con tre concerti su cinque, dentro una kermesse jazzistica di qualità, per un ensemble di musicisti classici, con tutti i rischi cui sono andati incontro, si può parlare di successo. L’impegno si è visto, la qualità pure, ma ciò che si è notato particolarmente è l’entusiasmo con cui gli orchestrali hanno affrontato questo progetto, al tempo stesso complesso e intrigante, guidati dai direttori d’orchestra che si sono alternati, sostenuti dalla doppia direzione artistica, con il coordinamento di Giovanni Mazzarino e la produzione di Giovanni Renzo.
La stagione musicale del Teatro, questo Inverno, aveva visto all’opera l’Orchestra in progetti d’eccellenza, come il “Concerto di Capodanno”, i “100 Anni di Charlot” e il “ConcertOpera”. Ma quest’anno, l’orchestra del Teatro cittadino sarà soprattutto ricordata per gli straordinari accompagnamenti musicali, spinti oltre i canoni tradizionali, offerti ad Antonella Ruggiero in “Musiche dal mondo”, a Paolo Fresu e Daniele di Bonaventura in “Vinodentro” e, seppur in forma un po’ evanescente ma comunque simpatica e brillante, a Enzo Iacchetti in “Chiedo scusa al Signor Gaber”. Risultato: pienone al “Vittorio” almeno in quattro eventi articolati in dieci serate musicali, grande coinvolgimento di pubblico, artisti entusiasti e critica favorevole. Il tutto, con soldi pubblici ridotti al lumicino rispetto agli anni precedenti, con chiusura totale del Teatro lo scorso anno. Ma il lavoro paga, il buonsenso e la voglia di riscatto, pure.
Andiamo al jazz.
Qui l’Orchestra messinese ha tenuto alto il valore della propria professionalità, spingendosi oltremodo in avanti nella produzione musicale rispetto alle “normali” peculiarità di chi fa classica. Onore alla storia: il Jazz, ai suoi albori, all’inizio del ‘900, come molti sanno, intrigò e coinvolse, anche in modo talvolta inaspettato, altissime personalità artistiche di allora, tra cui Šostakovič e Stravinskij. Addirittura Debussy e Ravel, innovatori per eccellenza, incisero sulle scelte e la formazione di George Gershwin e Cole Porter. E siamo al “dunque”. Non a caso due delle tre serate jazzistiche con l’Orchestra sono state dedicate proprio a questi ultimi.
Anteprima del 29 Maggio: con Alessandro Lucchetti al pianoforte e la direzione artistica di Antonio Ballista, l’Orchestra ha prodotto un omaggio a Cole Porter, “You’re the top”, articolato su sei temi con svariati standard che hanno caratterizzato la carriera del grande compositore americano. Il 2 Giugno è stato offerto al pubblico “Piani paralleli”, ultimo progetto di Giovanni Mazzarino, in cui l’Orchestra, diretta da Paolo Silvestri, ha suonato a fianco dello stesso pianista, con special guest Fabrizio Bosso, trombettista di prim’ordine, accompagnato da Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria. Il 5 Giugno, infine, l’ultima grande attesa serata dal grande “ensemble”, ideata, arrangiata e diretta da Cettina Donato: “George Gershwin, Una Scala verso il Paradiso”.
All’Orchestra del Teatro si sono uniti Stefano Di Battista ai sax e gli Urban Fabula, promettente trio jazz, tutto siciliano, composto da Seby Burgio al piano, Alberto Fidone al contrabbasso e Giuseppe Tringali alla batteria.
Sempre Venerdì, prima dell’esibizione su Gershwin, ha dato una buona prova di talento jazzistico il pianista taorminese Sam Mortellaro, con il suo trio, sempre siciliano, le cui sensibilità e qualità hanno “conquistato” Mazzarino. Mortellaro era accompagnato dal bassista Angelo Minacapilli e dal batterista Francesco Alessi.
A loro si è aggiunto, strada facendo, il ventenne sassofonista Nicola Caminiti, una delle più grandi promesse del jazz siciliano e nazionale, che quanto prima farà parlare di sé. Complaining Triangles e B.B. Blues, sono stati i due brani di loro composizione proposti al pubblico, con innesto nella scaletta di qualche standard, ben interpretato tecnicamente con il batterista in grande evidenza, e di brani di due “icone” del jazz contemporaneo: Chick Corea ed Herbie Hancock, dei quali hanno proposto, rispettivamente, Windows e Dolphin dance.
Dopodiché, spazio all’evento clou della serata. L’orchestra, molto ispirata, splendidamente diretta da Cettina Donato, musicista messinese dotata di grande personalità, dall’importante curriculum targato USA, ha subito centrato il tema regalando immediatamente al pubblico un’atmosfera da Broadway. Ma è stato certamente Summertime, il super classico tratto da Porgy & Bess, che i jazzofili dal “palato fine” riconducono alla mitica versione del 1958 di Miles Davis con l’orchestra diretta da Gil Evans, a far “accendere” le emozioni in platea con lo splendido assolo finale al sax alto di Stefano Di Battista. Sarà egli stesso, nelle ultime note, ad introdurre il brano che segue, anche questo tra i più attesi: il movimento principale di Un americano a Parigi, dolce, profondo e sincopato all’inizio, con fiati e archi dell’orchestra che regalano meraviglie; forte, intenso e ritmato nella parte finale.
Chiunque in sala avrà avuto modo di ascoltare decine di volte The man I love, ma difficilmente avrà mai “vissuto” il brano in questo modo: un eccezionale Di Battista lo introduce in assolo come meglio non potrebbe, facendosi seguire poi dagli Urban Fabula in un cool emozionante, sempre in crescendo, con il contrabbasso di Fidone utilizzato con l’arco. Dopodiché il brano si caricherà d’energia e ritmo tanto da “accarezzare” Ravel.
Un altro brano immancabile, riconoscibilissimo dagli amanti degli standard jazzistici è stato I Got Rhythm, impiantato su velocità e virtuosismi alternati ad un piacevole swing. Sul finire, They can’t take that away from me, anticiperà la sorpresa della serata: Caravan, “fuori tema” di coda, con cui il gruppo “sconfina” in Duke Ellington.
E non se ne capirebbe il senso se non si conoscesse una delle prossime sfide di Giovanni Renzo, Cettina Donato e degli orchestrali che, a quanto pare, ci hanno preso gusto: nel cartellone del Teatro riferito alla prossima stagione, è stato previsto, il 4 Novembre, proprio un “Omaggio a Duke Ellington”, in un concerto tutto da seguire.
Si è trattato, dunque, di un Messina Sea Jazz, trascorso nel segno dell’Orchestra del Teatro, assieme ai giovani talenti siciliani del jazz, “allevati” con sapienza e passione da Giovanni Mazzarino, affiancati nel corso delle serate da grandi musicisti, tra i quali, oltre a Fabrizio Bosso e Stefano Di Battista, si sono esibiti Dado Moroni e Javier Girotto.
Tra i giovani talenti siciliani hanno ben figurato, la sera del 3 Giugno, i fratelli gemelli Giovanni e Matteo Cutello, appena diciassettenni, vincitori giorni fa del Premio Internazionale “Massimo Urbani”, che si svolge a Camerino, dedicato alle giovani promesse del jazz, la cui giuria è presieduta da Enrico Rava.
Corrado Speziale
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