Il comitato NoPonte Capo Peloro esprime solidarietà al giornalista Fabrizio Bertè e agli attivisti di “Ultima Generazione” per l’incredibile quanto preoccupante episodio di questa mattina.
Si legge nella nota
I fatti si riferiscono a quanto avvenuto lunedì 6 novembre 2023
“Da un lato quest’ultimi sono stati trasportati di peso dalle forze dell’ordine in questura durante una manifestazione ambientalista e noponte pacifica, dall’altro Bertè è stato anche lui portato in questura e lì perquisito in maniera pretestuosa, impedendogli di fatto di svolgere il suo lavoro di giornalista in violazione del diritto di cronaca sancito dall’articolo 21 della Costituzione”
Ed ancora: Condividiamo altresì la richiesta dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia e dell’Associazione della stampa regionale affinchè si faccia piena luce sull’accaduto.
la nota dell’Assostampa
Assostampa: «Impedito a giornalista l’esercizio del diritto di cronaca. Solidarietà a Fabrizio Bertè»
Lunedì 6 novembre 2023, a Messina, agenti della Digos hanno impedito l’esercizio del diritto di cronaca al giornalista Fabrizio Bertè del quotidiano La Repubblica. Lo denunciano, in una nota congiunta, Giuseppe Rizzuto, segretario regionale dell’Associazione Siciliana della Stampa e Sergio Magazzù, segretario della sezione di Messina del sindacato dei giornalisti.
«Il cronista – spiegano – si stava recando in via Giuseppe Garibaldi, all’altezza di via Loggia dei Mercanti, dove era prevista, alle 10.45, una manifestazione di protesta di aderenti alla campagna ‘Fondo riparazione’, promossa da Ultima generazione. Il giornalista è stato fermato in largo Seggiola, mentre stava parlando con uno degli aderenti all’iniziativa di protesta nonviolenta, e portato in Questura. Bertè è stato sottoposto a perquisizione. È stato rilasciato dopo due ore. Il giornalista ha più volte sottolineato che il fermo non gli permetteva di esercitare il diritto di cronaca».
L’Associazione Siciliana della Stampa, nell’esprimere la «piena solidarietà al collega», chiede che «sia fatta piena luce su questo episodio che sembra configurarsi come un impedimento all’attività giornalistica garantita dalla Costituzione».