Sul “caso Vespa”, Saviano: “Da Riina jr più forte comunicazione di Cosa Nostra”Caso Vespa. Lo scrittore commenta, in maniera lucida, razionale, argomentata, a modo suo, le dichiarazioni del figlio del boss mafioso a Porta a Porta e svela una realtà inquietante dove Vespa è stato complice diretto
L’intervista al figlio di Totò Riina “è la comunicazione che Cosa Nostra ha dato più forte negli ultimi vent’anni.
Se non conosci quella grammatica, può sembrare una semplice e banale dichiarazione, quasi una difesa.
Era invece tutt’altro”. Interviene così a “Che tempo che fa”, Roberto Saviano, commentando l’intervista di Bruno Vespa nella trasmissione di Porta a Porta al figlio di Totò Riina, Salvo, in occasione dell’uscita del suo libro.
Il messaggio ai magistrati. Saviano ha provato a decodificare il messaggio che il figlio del boss di Cosa Nostra ha lanciato, a suo avviso, dal salotto di Vespa.
“Secondo me – ha spiegato Saviano, che ha proposto stralci dell’intervento a Riina jr, confrontandoli anche con brani di un’intervista a Angelo Provenzano, figlio di Bernardo, a Servizio pubblico nel 2012 – l’obiettivo dell’intervista non era il pubblico, lo share, o Vespa, ma due entità.
Innanzi tutto la magistratura, alla quale Salvo Riina ha voluto suggerire che la vecchia Cosa Nostra non non è la nuova: noi non ci pentiamo, ha voluto dire, ma non vogliamo più il 41 bis.
E cosa diamo in cambio: ognuno si prende le sue responsabilità, senza però accusare nessun altro, in cambio però ci togliete il carcere duro e non aggredite più la nostra famiglia”.
Il secondo messaggio, ha aggiunto l’autore di Gomorra, “è a Cosa Nostra: non c’entriamo più, non fateci pagare le vostre colpe. E’ un messaggio a Matteo Messina Denaro e a tutte le famiglie: non osate intervenire in questo nostro scambio, prima culturale e poi giuridico”, con lo Stato, basato sul modello della ‘dissociazione’ dei terroristi politici.
“Nel momento in cui l’attenzione sulla Mafia è praticamente zero – ha sottolinea Saviano – i mafiosi vedono che c’è lo spazio per dire queste cose. Non bastano gli arresti e i proclami per combattere le mafie: la lotta alla mafia è fatta di conoscenza e di sapienza, e il rischio di uno Stato debole è non comprendere. La Mafia sta parlando e la cosa più grave è che non è stato capito”. Citando lo scrittore e filosofo francese Montaigne, “la parola è per metà di chi parla, per l’altra metà di ci sta ascoltando”, Saviano ha concluso: “Non siamo stati in grado di raccogliere la nostra metà di parola”.
La scelta della Rai di mandare in onda l’intervista di Vespa nella trasmissione di Porta a Porta al figlio di Totò Riina, Salvo, in occasione dell’uscita del suo libro ha suscitato forti polemiche.
All’indomani del programma la Commissione parlamentare antimafia ha convocato la presidente della Rai, Monica Maggioni e il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, per un’audizione urgente sulla vicenda.
Ora il renziano Michele Anzaldi ha scrittoal presidente Cardani e ai componenti dell’Autorità per le Comunicazioni perché verifichino le eventuali violazioni del contratto di servizio, mentre il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha incalzato la tv pubblica con una denuncia in sede civile, parlando di operazione di “puro marketing” e di ‘”spettacolarizzazione e ‘normalizzazione’ del fenomeno mafioso”.
Il caso potrebbe approdare sul tavolo dell’Agcom già in settimana: un commissario, in particolare, si è impegnato a proporre immediatamente al Consiglio la segnalazione di Anzaldi, che pone “questioni urgenti e serie”.
tratto da http://www.repubblica.it/
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