Archiviata la prima edizione del Festival si guarda al futuro
La musica gospel, con le sue radici profonde nella spiritualità e nella tradizione afroamericana, ha da sempre rappresentato un potente veicolo di emozioni, speranza e comunità. A Brolo il Festival natalizio, il primo strutturato, appena concluso, è l’occasione per fare il punto su quale futuro si prospetta per un festival dedicati a questo genere musicale.
Nuccio Ricciardello, l’assessore al turismo, brolese che ha voluto la manifestazione, curata dal M° Sergio Camuti, ed ospitata nella Chiesa Madre, che l’ha perfettamente accolta, è consapevole che bisogna innovare la formula, pensandoci già da subito, perchè, dice “siamo in un mondo in rapida trasformazione, sia dal punto di vista culturale che tecnologico, i festival gospel possono trovare nuove strade per rimanere rilevanti, attirare nuovi pubblici e continuare a ispirare”.
Una delle direzioni più promettenti è quella delle contaminazioni musicali.
Il gospel, pur restando fedele alle sue radici, potrebbe integrarsi con generi come il jazz, il soul, l’R&B, il hip-hop o persino la musica elettronica – sottolinea Sergio Camuti, attento conoscitore del mondo della musica-.
Questa fusione non solo arricchirebbe l’offerta musicale, ma permetterebbe di avvicinare un pubblico più giovane e diversificato. Collaborazioni con artisti di altri generi potrebbero inoltre portare a interpretazioni uniche, creando una piattaforma di dialogo tra stili diversi. E Camuti aggiunge: “La tecnologia gioca un ruolo cruciale nell’innovazione dei festival, al parui delc oinvolgimento dei giovani, e lo dico pensando alle scuole come i licei di Patti e Capo d’Orlando”.
Eventi virtuali e concerti in streaming consentono di abbattere le barriere geografiche, portando la musica gospel a un pubblico globale. Realtà virtuale (VR) e aumentata (AR) potrebbero trasformare l’esperienza del pubblico, offrendo concerti immersivi e coinvolgenti.
Nuove tematiche
Il gospel ha storicamente affrontato tematiche sociali, ed è fondamentale che i festival continuino a farlo, adattandosi ai temi contemporanei. Giustizia sociale, diritti civili, inclusività e ambiente sono argomenti che risuonano profondamente con il pubblico di oggi. Rendere queste tematiche centrali negli eventi aiuterebbe il gospel a mantenere il suo ruolo di musica dell’anima e della resistenza.
Nuove narrazioni
Inserire elementi di storytelling all’interno del festival potrebbe arricchire l’esperienza del pubblico, raccontando la storia e l’evoluzione del gospel.
Anche durante l’anno con interventi nelle scuole locali. – Rilancia Ricciardello, accogliendo la “provocazione” di Camuti-.
Proiezioni di documentari sulla sua storia, accompagnate da performance dal vivo, potrebbero creare un ponte tra passato e presente. Inoltre, collaborazioni con altre forme d’arte, come le arti visive, la danza e il teatro, contribuirebbero a rendere il festival evento multisensoriale.
Per garantire un futuro luminoso al gospel, dice l’assessore brolese, è fondamentale coinvolgere le nuove generazioni. Programmi educativi, workshop e contest per giovani talenti potrebbero essere strumenti efficaci per trasmettere i valori e la bellezza di questa tradizione musicale.
Infine, il gospel potrebbe trovare una nuova dimensione attraverso l’internazionalizzazione. Festival globali che coinvolgano artisti di diverse culture offrirebbero l’opportunità di esplorare come il gospel viene reinterpretato in altri paesi, creando un dialogo musicale interculturale che rafforza il messaggio universale di unità e speranza.
Il futuro del festival del gospel è ricco di potenzialità. Innovandosi e rimanendo aperti alle nuove tendenze della musica, del costume e della società, questo evento può continuare a essere un faro di ispirazione e connessione. Con un equilibrio tra tradizione e innovazione, il gospel ha tutte le carte in regola per emozionare e unire ancora per molte generazioni a venire.
Su questo progetto, – conclude l’assessore brolese – vogliamo puntare da subito coinvolgendo direttamente l’assessore al turismo regionale – l’onorevole Elvira Amata – , che già ci ha supportati, per fare un Festival Globale e Territoriale, che coinvolga tutti, e che faccia tesoro di esperienze passate, e dove i concerti natalizi siano solo la punta dell’iceberg di un grande lavoro preparatorio. Ricciardello non esclude in un discorso allargato di coinvolgere i siti del parco archeologico, i luoghi di culto dei nebrodi e altre amministrazioni locali territoriali.
L’ultima nota di Ricciardello, dopo aver ancora ringraziato tutti colora che hanno collaborato per la riuscita del Festival, è per i luoghi che hanno accolto quest’edizione: la Chiesa Madre di Brolo.
“Un luogo idoneo, simbolicamente importante ed anche per questo ringrazio don Enzo Caruso per la sua ospitalità” dice Ricciardello che continuando aggiunge: “Potremo avere in furo altri spazi, penso al nuovo cineteatro comunale, il pala cultura, lo stesso palatenda, ma ritengo che l’esperienza dei concerti in Chiesa resta un bel messaggio da non trascurare che diventa un modello per la comunità locale di accoglienza e di integrazione in un percorso di evangelizzazione laica. Una comunità ecclesiale che sa aprire il cuore con generosità, come segno di disponibilità nei confronti degli altri è certamente un bel punto di partenza per il futuro della nostra comunità anche attraverso la musica gospel in perfetta sintonia con i quattro verbi cari a Papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere e integrare”.