Oltre al candidato di Sel per la presidenza della Regione, hanno presenziato anche il Presidente nazionale dell’Arcigay Paolo Patanè e il Presidente della sezione provinciale di Messina Rosario Duca.
Molti i temi toccati da Fava durante il suo intervento a partire dalla polemica tra Rosy Bindi e Nichi Vendola sulla tematica dei matrimoni, o comunque sulle unioni civili, per le coppie omosessuali fino al tema della trasversalità dei diritti “ sulla polemica tra Vendola e l’Onorevole Bindi non posso che essere dalla parte del mio Segretario nazionale – ha dichiarato Fava – molti per non esporsi chiaramente su questa tematica si nascondono dietro la Costituzione e l’impotenza giuridica delle istituzioni.
Mi piace ricordare, però, come la Costituzione parli di matrimonio senza chiari riferimenti al sesso dei coniugi. È arrivato il momento che si superino gli slogan, Cuffaro nel 2006 disse che la mafia faceva schifo, io adesso dico che anche l’omofobia fa schifo tanto quanto la mafia”.
Fava ha poi pronosticato una vera e propria svolta culturale dei siciliani sul tema della diversità “bisogna basare il proprio credo sociale sui gesti, sugli sguardi che siano sintomo di tolleranza e di rispetto verso chiunque, indipendentemente dalla sessualità. Io credo – ha continuato Fava – che per arrivare a ciò sia necessaria una svolta culturale radicale, il futuro Presidente della Regione siciliana dovrà rendere omaggio a quei ragazzi che ha Corleone, usando dei beni confiscati alla mafia, hanno creato una cooperativa dove producono beni di prima necessità da destinare alla collettività oppure il prossimo 25 aprile dovremmo essere tutti a Lampedusa dove, purtroppo, il mare, che dovrebbe essere sinonimo di libertà e ospitalità, è diventata la porta per un carcere e cielo aperto”.
Diversi i temi affrontati anche dal Presidente nazionale dell’Arcigay Paolo Patanè che ha sottolineato come in Italia ancora sia molto diffuso il fenomeno dell’omofobia e o del ripudio del figlio omosessuale “Purtroppo noi ancora registriamo molti casi di violenza fisica verso gli omosessuali – ha confermato Patanè – l’Arcigay occupa un ruolo importantissimo nella denuncia e nella prevenzione di questi atti ignobili.
Purtroppo dobbiamo registrare anche numerosi casi di gay, lesbiche e transessuali completamente abbandonati dalle proprie famiglie di origine e che grazie alla nostra presenza sono liberi di vivere la propria sessualità come un qualcosa di cui non vergognarsi”.
Lo stesso Patanè poi critica i mass media nazionali per l’atteggiamento con cui affrontano il tema dell’omosessualità “io tante volte ho declinato l’invito, da parte delle reti nazionali, a partecipare ad alcune trasmissioni perché non mi và di parlare di omosessualità in studi televisivi che poi si trasformano in dei pollai dove tutti parlano di tutto.
Se c’è una cosa su cui non si può avere un opinione è proprio l’orientamento sessuale di ognuno di noi”.
A fare gli onori di casa ci ha pensato il Presidente Provinciale Rosario Duca che ha voluto sottolineare “come la presenza di Fava non voglia rappresentare alcuna presa di posizione dell’Arcigay messinese che rimane un’associazione assolutamente apolitica e apartitica”.
Antonio Macauda