La città di Messina è schiava di una servitù di passaggio legata alla mancata continuità territoriale.
Per questo motivo è assoggettata a costi di gestione e di manutenzione, spropositati rispetto all’ordinario. L’ambiente ne risente in percentuale d’inquinamento. Il rischio d’incidenza di tamponamenti supera ogni limite, considerando che si tratta del centro cittadino. E’ anche accertato che la possibilità di sviluppo del territorio viene condizionata enormemente dal passaggio dei mezzi in centro città e che implica la necessità di trovare lavoro in posti lontano, dovendo rinunciare a vivere nel proprio territorio. Spesso il pericolo è stato devastante per cose e persone, sino a raggiungere la morte di nostri concittadini. E’ un quadro desolante, che Messina continua a pagare e non sappiamo se le opere messe in cantiere del nuovo porto di Tremestieri, risolva del tutto il problema. Certo ci vorrebbe il Ponte, direbbero la maggioranza dei cittadini, ma purtroppo bisogna farsi i conti con la realtà attuale, che lo ha osteggiato ed uno Stato che cammina ad un unico binario, lasciando al Sud un ruolo marginale ed improduttivo. Questi sono soltanto alcuni dei costi che paga la città, bisognerebbe rileggere la storia per comprendere i benefici di parte che hanno consentito di costruire poteri, non solo economici ma anche politici, che hanno determinato un sistema assistenziale impareggiabile ed occlusivo rispetto ad ogni eccellenza locale. Riguardo all’appiattirsi delle possibilità di una comunità meravigliosa, lo Stato è assente e con esso la Regione Siciliana. Quest’ultima, nemmeno a dirlo, costruita attraverso una consistente e determinante quota di consensi provenienti da Messina. Alla luce dei costi che la città subisce, c’è anche quello della tariffa di attraversamento. Onerosa e limitativa rispetto la stessa libera circolazione tra due realtà bagnate dalla Stretto. E’ come avere costruito un muro, che limita i rapporti tra città affini. Sono queste le principali ragioni per chiedere un minimo di attenzione per il bene comune di questa città. Sappiamo di dovere pagare per molto tempo lo scotto di una mancata continuità territoriale e che l’attenzione è stata, nel tempo, riservata a pochi intimi. Proponiamo un minimo ritorno e lo facciamo attraverso il nostro Primo Cittadino, Renato Accorinti. Si faccia carico di proporre, in collaborazione all’Autorità Portuale, All’assessorato al Patrimonio Marittimo, ed a tutti gli Enti Preposti, una tariffa per i residenti (almeno per i cittadini che abitano a Messina, che pagano un alto prezzo e non solo economico), per l’attraversamento dello Stretto di Messina, scontata al 50%. Lo faccia intermediando con la compagnia di traghettamento e privandosi di ogni tessera a uso amministrativo o privato ( qualora l’avesse ricevuta). Inviti la giunta, il consiglio, i dirigenti del comune ed i rappresentanti degli altri Enti, a seguire il suo gesto. Spieghi all’intero apparato che ottenere agevolazioni, in nome dell’ente e delle proprie funzioni pubbliche, da una società, vincitrice di appalti e concessioni, indetti dallo stesso Ente o realtà operanti nel settore pubblico (escludendo le forze dell’ordine), è conflitto d’interessi. Ottenga il dovuto per i cittadini e sottragga eventuali concessioni rivolte al sistema. Messina paga lo scotto di una servitù, abbia l’attenzione che merita.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.