Franco Tiano: La ricostruzione di una Destra rappresentativa ed unita potrà avvenire attraverso una seria riforma del partito
La ricostruzione di una Destra rappresentativa ed unita potrà avvenire attraverso una seria riforma del partito, che prevede in primo luogo un programma condivisibile e propositivo, che punti a rivedere logiche organizzative e rispecchi principi e valori dimenticati e calpestati da un sistema che in nome della corsa al “leaderaggio”, ha svenduto le politiche sociali legate al bene collettivo ed alle istanze della popolazione. Rifondare un partito partendo dai nomi, da una visione romanocentrica, fallimentare e filonordistica, significa reiterare gli errori commessi nel corso di un ventennio. Cambiare l’Italicum e la riforma della Costituzione Italiana (ma non quella di Renzi), sono la base su cui fondare una politica di cambiamento. Per la prima è necessaria un attenta analisi delle possibilità di riconsegnare al popolo la sovranità del voto, togliendola al volere del vertice. Bisognerà prevedere che l’eletto in un partito o schieramento non possa, durante il mandato concesso dagli elettori, trasferirsi in altri partiti, tradendoli ed offrendosi ad una politica diversa da quella per cui è stato eletto. La riforma costituzionale, di fatto, riduce i costi della politica, come vuole la maggior parte degli Italiani, ma nella sostanza lo fa sottraendo sovranità al popolo ed offrendo potere incondizionato ai politici. Una riduzione del numero dei Senatori, invece di legarla ad una doppia funzione di competenze a politici Regionali o Provinciali, avrebbe dovuto prevedere una riduzione del numero dei Deputati in maniera proporzionata anche in seno alla Camera.
La politica Nazionale, inoltre, non deve influenzare le scelte dei candidati da sostenere nelle competizioni Regionali e Provinciali. Oggi i Leader Nazionali condizionano le strategie politiche locali, ma non lo fanno soltanto indicando le linee programmate, si addentrano nella compilazione delle liste, nella scelta dei fedelissimi figliocci e nella somministrazione dei sottogoverni. Questo sottrae alla politica la linfa vitale, che è la propria base e fa venire meno quel attivismo formativo e territoriale, che necessita per fortificare basi solide, ideologicamente coerenti e funzionali alle attese di chi ci osserva. Lealtà, chiarezza, trasparenza, correttezza e continuità, sono alcuni principi solidi per riproporre un modello condivisibile e non più osteggiato. Una nuova antologia politica, seguita da una gestione collegiale e non più verticistica, possono essere le formule vincenti, condivisibili e rinnovativi, in un quadro di sconfortante fallimento della politica del presente.
In Sicilia Forza Italia, nel tentativo di costruire una nuova coalizione del Centro Destra, ha organizzato una tre giorni. Chi c’è stato ha toccato con mano che l’antologia politica utilizzata è quella fallimentare di sempre. Molti giovani, con il ruolo di comparse, una base incredula ed uno scontro sulla leadership, che fa presagire ad un altro exploit a 5 Stelle. Eppure la soluzione per aggregare e ripartire, i Leader presenti dei vari schieramenti, l’avevano davanti e non sono stati capaci o non hanno voluto osservarla. Sono i tanti giovani, che ancora una volta hanno sperato, inutilmente, di avere un vero ruolo nelle scelte da condividere e di essere gli attori principali, la nuova classe dirigente. Invece si sono visti sbattere contro una politica referenziale e verticistica, che li tiene distinti e distanti dalle scelte.
Si parta dai ruoli cittadini e da quelli provinciali, si facciano i congressi, le primarie e si stili un nuovo programma che tenga conto delle istanze della gente. Si inverta il sistema verticistico con quello collegiale. Chi ha avuto delle possibilità e li ha sprecate si faccia da parte e dia spazio ai nuovi quadri dirigenti. Soltanto così, con queste basi solide, varrà la pena di costruire una casa degna della più nobile polis.
La tre giorni non ha coinvolto le platee di sempre, non ha avuto il lancio sperato e questo è il campanello d’allarme che dovrebbe fare riflettere.
La proposta della Federazione Nuova Destra, che lancia ai gruppi politici di area di Centro Destra, è quella di ripartire da Messina. Chiamando a tutti i cittadini interessati, oltre alla base ed a chi non ha più intenzione di delegare quelli che c’erano prima, per organizzare una degna ripartenza.
Il primo passo da fare è prendere le dovute distanze dal nuovo gruppo di Forza Italia, capeggiato dall’On. Francantonio Genovese. Forse gli errori del centro destra del passato, lo hanno invogliato a riempire spazi di una politica di sistema che non ci appartiene, convinti come siamo, che i valori e la politica rappresentativa di destra non si sposano con chi guarda la politica come un contenitore di prebende da distribuire ad amici e parenti, sottraendoli al bene comune ed al democratico metodo del confronto e del merito.
Cari Onorevoli del passato, da tempo abbiamo allontanato l’idea di essere schiavi di un sistema autoreferenziale ed assistenziale, finalizzato alla logica di accaparrare consensi elettorali. Il nostro modo di concepire la nobile polis è quello che risale alle origini, cioè vocata al territorio ed ai propri abitanti, anziché alle poltrone.
Noi della FederAzione Nuova Destra lavoriamo per unire le forze sane del centro destra e non per accatastare tutti in un unico calderone per cucinare la solita minestra.
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