Tiano: “Che Messina sia stata trascinata nel baratro delle incompiute lo abbiamo detto ripetutamente, la cosa che non possiamo comprendere e ci sconvolge decisamente è il perseverare di questa amministrazione nel reiterare gli errori del passato”.
“Un autolesionismo sociale che continua a mietere incompiute e fallimenti. Le criticità del sistema acqua (bene comune) e del sistema rifiuti continuano a tenere banco, determinando sconforto e panico nell’intera cittadinanza. La condotta idrica continua ad essere fatiscente e lo dichiara, ad alta voce, anche il Presidente del l’Amam. Nulla è stato portato a compimento ed il dramma maggiore è la miopia dei deputati regionali, che sembrano si siano disciolti nel nulla. Si aspetta un altro blocco della fornitura idrica per puntare il dito verso qualcuno, risvegliandosi dal lungo sonno ed escogitare l’ennesima soluzione tampone. Il Sindaco lo ha dichiarato ad alta voce di essere stato lasciato solo, ma non protesta, come sa fare per le apparizioni mediatiche in occasione di eventi d’impatto nazionale o mondiale. Intanto l’Amam spende ingenti somme per lavori tampone, continuando a mantenere le solite criticità dovute alla fatiscente struttura. Insomma, non è stato prodotto nulla, nessun passo in avanti, soltanto una nuova governance. In materia dei rifiuti la situazione non è diversa, tutt’altro, le criticità continuano ad emergere con consuetudine mettendo a serio rischio la saluti dei cittadini. Anche in questo la deputazione Regionale non è esente da obbiettive responsabilità. E’ chiaro che il tentativo, goffo ed ai limiti della legalità, di trasferire ogni inefficienza della Messinambiente in un nuovo calderone, con un assetto societario interamente pubblico, appaia essere ai tanti un virtuosismo acrobatico e non un sano principio economico. Virtuosismo che se ritenuto inammissibile dal tribunale fallimentare a pagarne le spese non saranno soltanto il Sindaco e la sua Giunta, che hanno ideato l’arcano scatolone aziendale, ma tutti i consiglieri coinvolti nell’approvazione della delibera. Ma non finisce qui. Anche i cittadini pagherebbero lo scotto di questa decisione inopportuna, venendo sottomessi ad un periodo di assenza totale del servizio di raccolta, con il conseguenziale rischio sulla salute. Cosa sarebbe stato meglio fare? Certamente procedere alla messa in liquidazione della Messinambiente, sanando i debiti e cedendo rami d’azienda a società virtuose e capaci di assorbire il personale. Aprire un contenzioso, con Regione e Stato, per la realizzazione di un termovalorizzatore e delle piattaforme logistiche per la differenziata. Dopo quattro anni, invece, si fa credere che la soluzione sia la società in housing, senza spiegare come verrà capitalizzata e gestita nel concreto dal Comune di Messina. In un contesto così complesso è logico che i 570 lavoratori della Messinambiente siano preoccupati e che chiedano una soluzione definitiva e stabile, ma devono sapere che la società in Housing potrebbe essere la via di un non ritorno, la negazione di un lavoro legittimo e una fase di perdita di diritti, che poi dovranno lottare, in sede legale, per riacquisire. Prima di portare in aula la delibera, si chiedano pareri legali ad esperti in campo amministrativo, si consulti l’ordine dei Dottori Commercialisti e si chiarisca la posizione del Dott. Le Donne. Super Manager, con il duplice ruolo di controllore e controllato. Si mettano da parte le assurde posizioni ideologiche per il bene di tutti”.