DISOCCUPATI, NON OCCUPATI, PRECARI, ARTICOLISTI, PERENNI A TEMPO DETERMINATI, SENZA PENSIONE E SCHIAVI DEL SISTEMA ED INTANTO SI CONTINUA A PARLARE DEL PONTE.
Non possiamo far finta di non vedere questo ESERCITO DEGLI INSODDISFATTI.
Buona parte di Popolazione, schiavizzata, indotta a sottostare a logiche politiche, tipiche di quei sistemi comunisti che subordinavano ai regimi, dove da una parte ci stanno i servi della casta e dall’altro gli schiavi di sistema. In alto, liberi ed indisturbati, favoriti dalle logiche legislative, i Leader ed i nominati della politica.
L’Italia dei due binari, dei contratti a tempo, dei pensionati centenari, della più alta percentuale di disoccupati, si sorregge attraverso un apparato di nominati, con pieni poteri e libertà di azione, rispetto ad un popolo disarmato e schiavizzato dalle stesse leggi. Il culmine, la goccia che riempie il vaso sono quei 71 lavoratori precari, che dopo 30 anni di sottomissioni, non hanno ancora la dignità di un riconoscimento retributivo e la prospettiva di una giusta pensione. Il tasso di disoccupazione in Italia è il 37,9 solo giovanile, in Sicilia è il più alto delle Regioni d’Europa 42,4%, è un primato registrato dall’Eurostat. Il divario con Bolzano è del 34%. In Sicilia si contano 13.676 PRECARI soltanto nella pubblica amministrazione.
Quest’ultimi sono lavoratori che hanno la paura di protestare e non partecipano alle riunioni sindacali per non essere schiacciati ed estromessi da chi sceglie o contratta con gli Enti le figure da occupare. Sembra di essere in una arena, dove il gladiatore è costretto a combattere contro la propria volontà per trovare la forza di continuare a resistere ed esistere. La speranza che il principio Gattopardesco venga allontanato attraverso un coro di popolo che gridi, con pollice in su, vita ai Precari, e con pollice verso, morte al sistema. Oggi l’Italia ed in particolare il Sud, si ritrova a fare i conti con un tasso di disoccupazione fra i più alti in Europa, soprattutto giovani senza una prospettiva certa. Vivono, dopo avere conseguito esperienze, diplomi, lauree e specializzazioni, sperando che la politica possa dare risposte alle loro necessità.
Il dramma, per molti di loro, è anche quello di avere genitori che il lavoro lo avevano ed oggi non ce l’hanno più. Per quest’ultimi, attualmente soltanto una prospettiva reale, emigrare. E’ strano che in un Paese dove si riceve il più alto numero d’immigrati stranieri, sorreggendoli nella loro miseria e disperazione, questo miope Stato non si accorga di tanta povertà, di tanta disperazione e tanto bisogno d’aiuto. E’ chiaro, è necessario credere in una possibile ripresa economica, credere nelle potenzialità della nostra Nazione, Regione e Città, ma ritornando a quel pensiero gattopardesco non possiamo far notare che nulla avviene se nulla si crea.
A Messina si discute di grandi opere, in particolare e per l’ennesimo contesto elettorale di PONTE, si snocciolano i numeri, già noti da tempo, e si riportano in primo piano i numerosi investimenti effettuati per opere già realizzate o in fase di realizzazione, sia in Italia che nel Mondo. Si fanno analisi dettagliate dei processi, produttivi ed evolutivi, delle aree interessate alla costruzione, mettendo in evidenza che da queste mega strutture si determina la ricchezza dei territori.
La Federazione Nuova Destra guarda con compiacimento questo ennesimo tentativo di accendere l’interesse Nazionale.
Sa anche che il Ponte, nell’immediato, sarebbe la panacea dei nostri mali, ma ha paura che il palcoscenico mediatico e politico di questa passerella possa diventare un rilancio di quelli che c’erano prima, che hanno avuto delle possibilità e li hanno sprecate.
Chiediamo, quindi, che si guardi al problema dal punto di vista dei disoccupati, degli inoccupati e dei precari, senza costruire vetrine politiche, che chiudono il giorno dopo le elezioni per tornare a schiavizzare i lavoratori. Lo Stato, in primis, deve dirci cosa intende realmente fare, quali sono le strategie per il futuro.
Se ha realmente intenzione di utilizzare il Ponte a beneficio dell’intero Sud Italia oppure continuare a concepirlo soltanto come opportunità politica.
Siamo stanchi delle incompiute e delle trasformazioni di convenienza.
Franco Tiano – FederAzione Nuova Destra
Comunicato stampa
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