FESTA DEI MORTI – A Sinagra la poesia di Don Nuzzo e la storia del Paese
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FESTA DEI MORTI – A Sinagra la poesia di Don Nuzzo e la storia del Paese

 A officiare la ricorrenza dei morti per l’assenza di Don Enzo Fulgenzi, assente per motivi di salute, quest’anno ha visto due parroci molto amati dai sinagresi: Don Antonio Mancuso, dirigente dell’ufficio diocesano della pastorale sociale e del lavoro, giustizia e tutela del Creato,  e il sinagrese Don Antonino Nuzzo venuto dalla sua parrocchia di Tortorici nell’amata Sinagra.

Per l’occasione  Don Nino Nuzzo si è improvvisato poeta del paese natìo e ha letto una poesia  dedicata al cimitero di Sinagra, versi che l’amministrazione comunale, compiaciuta, ha fatto affiggere alla porta del cimitero perché restino a futura memoria.

Nei versi di Don Nino emergono punti molto salienti nella storia del paese ove “Nacque una lunga storia di religione e Santi ” e “Laddove un tempo stendevasi una ridente campagna- ornata d’aranci, fiori e d’ulivi- munifico la diede il Ventimiglia- e quel che fu giardino di Maria- divenne del Carmelo una famiglia”; “ Lesto e deciso accorse nel millennio cristiano- da Catania il Santo Ravennate, eremita e taumaturgo San Leone a Sinagra”.

I fatti cui si riferisce Don Nino Nuzzo riguardano la leggenda secondo cui il Vescovo di Catania, oggi San Leone protettore di Sinagra nel tempo in cui sui Nebrodi era molto radicato il paganesimo, portò i terrieri al cristianesimo.

L’altro punto importante è la presenza dei monaci Carmelitani cui Antonello Ventimiglia, nel 1450 donò il giardino della Madonna Dell’Arco dove fu costruito e fiorì un glorioso convento che diede lustro al territorio fino al 1866 quando, per effetto delle leggi siccardiane, venne confiscato e i beni venduti.

Il terzo riferimento è fatto alla nascita e presenza a Sinagra del Beato Diego, di cui esiste ancora intatta la grotta che lui stesso scavò con martello e scalpello e vi stette in preghiera nei primi anni del 1600.

La seconda parte del carme, Don Nino Nuzzo la dedica ai ricordi, quando i genitori portavano i figli al cimitero a dire una preghiera per i cari defunti: “Da una tomba all’altra si sostava- si pregava e si scioglieva il pianto”. Di fronte alle tombe di ragazzi sfortunati esclama: “ Vedilo ora questo camposanto di Sinagra- sosta e guarda quelle vite di giovani spezzate”. Conclude con la speranza di un’altra dimensione della vita: “ è solo cambiato il luogo – non piangere se mi vuoi bene – guardami, sono risorto”.

Corrispondenza d’amorosi sensi,  direbbe Foscolo.

Domenico Orifici

SINAGRA E IL SUO CAMPO SANTO

IN QUESTA ANTICA  E  FLORIDA  VALLE  DEL SENAGRA

SCORRE IL FIUME CHIAMATO UN TEMPO TIMETO

COME TUTTI GLI ANTICHI BORGHI  MEDIOVALI

NACQUE  UNA LUNGA STORIA  DI RELIGIONE   E SANTI.

 

LADDOVE UN TEMPO  STENDEVASI UNA RIDENTE CAMPAGNA

ORNATA   D’ ARANCI DI FIORI E DI ULIVI

MUNIFICO LA DIEDE  IL  VENTIMIGLIA

E QUEL CHE FU  GIARDINO  DI MARIA

DIVENNE DEL  CARMELO   UNA FAMIGLIA.

 

SOTTO  L’ARMA CELESTIALE  DELL’ARCANGELO MICHELE

E   DEL VESCOVO NICOLO’

SI DIFESERO I SINAGRESI DAI MALI PER SECOLI SICURI.

 

LESTO E DECISO ACCORSE  NEL MILLENNIO CRISTIANO

DA CATANIA IL SANTO RAVVENNATE

EREMITA  E TAUMATURGO   SAN LEONE  A SINAGRA.

 

E IL DIEGO   NELLA GROTTA  RANNICHIATO

PELLEGRINO E BEATO E  CON FRANCESCO

CAPPUCCINO A PALERMO  RAPITO,

VEGLIANO CON I MISTI UMRI 

INSIEME AI GIUSTI  PICCOLI E GRANDI.

 

BAMBINI SI SCENDEVA NEL SILENZIO

 DELLE PENOMBRE AUTUNNALI, LUNGO IL VIALE  DELLE GRAVI

 E  MESTE  FILE DEI CIPRESSI, E DEGLI ULIVI ORMAI SPOGLI,

MORTI ANCHE LORO NELL’INVERNO E DEGLI ARANCI PRIVI,

DI QUEL CHE FU UN TEMPO PREZIOSO FRUTTO.

 

TACITURNI SI VARCAVA IL CANCELLO.  

 

PREGHIAMO.

 

QUI  SONO  TUTTI   SANTI ED ANGIOLETTI,

SUSSURAVAN LE MAMME A NOI  IN BRACCIO.

ESSI  STANOTTE   PORTERANNO UN DONO.

 

E DAL CIELO  STELLATO DELL’INCIPIENTE  NOVEMBRE

QUASI SPONTANEO NASCEVA IL CELESTIALE  COLLOQUIO.

 

DA UNA TOMBA ALL’ALTRA   SI SOSTAVA

  SI PREGAVA   E SI SCIOGLEVA

IMPROVVISO IL PIANTO

EVOCANDO LA LUNGA LITANIA DEI CARI ESTINTI.

TENERI FIGLI DAI COMUNI MORBI  ESTIRPATI 

GIOVANI  O PADRI DAL LONTANO FRONTE 

CADUTI SENZA  TOMBE E SENZA CROCI.

 

MAMME SPOSE   SORELLE  E FIGLI  

TRA LACRIME  SOSPIRI E LUNGHE VEGLIE

I NOSTRI  MORTI TORNERANNO COME  PRIMA.

 

VEDILO ORA QUESTO CAMPO SANTO DI SINAGRA

SOSTA E GUARDA  QUELLE VITE  DI GIOVANI SPEZZATE.

 

SONO VOLATI VIA PRIMA  DI NOI  NELL’AVVICENDARSI

DEGLI ANNI DELLE STAGIONI  D’INVERNO E D’ESTATE.

 

ALCUNI  FUGGITI DALL’AMARO DESTINO

 DI UNA VITA GIA’ GREVE E INUMANA

GIA’ LOGORA NELLA PRIMAVERA DEGLI ANNI. 

 

COME AQUILONI SU NEL CIELO NE SENTI IL FRUSCIO

COME IL VENTO D’ELIA CHE AI PIEDI DEL MONTE

 TI SUSSURRA   ALZATI E CAMMINA:

E’ LUNGO IL CAMMINO NON TI STANCAR

AMICO O SORELLA.

 

SE TU POTESSI VEDERE  QUESTI ORIZZONTI INFINITI,

E PENETRARE IN QUESTA LUCE  CHE TUTTO INNOVA

ODI DENTRO UNA VOCE    DOLCE E SERENA

E’ SOLO CAMBIATO IL LUOGO                           

 

NON PIANGERE SE MI VUOI BENE.

GUARDAMI 

SONO RISORTO

 

NINO NUZZO 21/ 04. 2018 PASQUA 2018-

E tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,

se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento

in questi orizzonti senza fine,

e in questa luce che tutto investe e penetra,

tu non piangeresti se mi ami.

 

Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio,

dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.

Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli

al confronto.Mi è rimasto l’affetto per te:

una tenerezza che non ho mai conosciuto.

Sono felice di averti incontrato nel tempo,

anche se tutto era allora così fugace e limitato.

Ora l’amore che mi stringe profondamente a te,

è gioia pura e senza tramonto.

Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi,

tu pensami così!

Nelle tue battaglie,

nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine,

pensa a questa meravigliosa casa,

dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,

nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.

Non piangere più, se veramente mi ami!

Padre G. Perico – Sant’Agostino

7 Novembre 2018

Autore:

redazione


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