Il governo Berlusconi con l’approvazione da parte del Senato del disegno di legge 1167 mette in mora i contratti collettivi di lavoro e sotto scacco l’articolo 18.
Il 23 marzo del 2002 milioni di lavoratori sono scesi in piazza dando vita ad una delle mobilitazioni più imponenti della storia del nostro paese per difendere lo statuto dei lavoratori.
Il Governo così facendo annulla 30 anni di diritti e un secolo di lotte per ottenerli.
Grazie a questo nuovo disegno legge è oggi possibile assumere i lavoratori con contratti individuali “certificati†da apposite commissioni, derogando il tutto, in peggio, rispetto alle leggi e ai contratti collettivi;
Il lavoratore è costretto alla rinuncia all’atto di assunzione della tutela del giudice ed obbligato ad accettare che su ogni controversia decida un collegio arbitrale,senza che questo abbia l’obbligo di rispettare leggi e contratti collettivi.
Vengono inoltre ridefiniti i termini per l’impugnazione dei licenziamenti, per i contratti a termine, per le collaborazioni, rendendo assai più difficile l’esercizio dei diritti.
Questo Governo, invece di pensare a tutelare nella crisi i lavoratori usa questa per programmare un ulteriore aumento della precarietàe dell’instabilitàal lavoro: questo è un gravissimo attacco ai diritti del lavoro e alla democrazia.
Dietro questo vergognoso disegno di legge si cela un attacco mirato ai giovani e ai precari con un obiettivo preciso : rendere donne e uomini pura merce ricattabile nella totale discrezionalitàdell’impresa.
Diciamo NO a questo governo autoritario e padronale, promuoviamo il referendum contro la precarietàper difendere l’articolo 18.
Ketty Bertuccelli coordinatrice Federazione Giovanile Comunisti Italiani Messina
Pasquale Rosania coordinatore Giovani Comunisti Messina