IL PREMIO ANTIMAFIA “ FRANCESCA SERIO” ALLA BORSELLINO, DONNA CORAGGIO ED EROINA DEL NOSTRO TEMPO
Il Circolo socialista nebroideo indipendente ”Italo Carcione” ha organizzato nella sala della pinacoteca – Biblioteca di Capo d’Orlando – la V edizione del premio antimafia ”Francesca Serio.”
L’assessore del comune di Capo d’Orlando Aldo Leggio ha portato i saluti del sindaco Franco Ingrillì ringraziando i promotori per la manifestazione.
Inoltre, ha ricordato, come le azioni antiracket dell’associazione commercianti orlandina degli anni scorsi ebbero risonanza nazionale.
Occorre innalzare – secondo l’amministratore – il livello dell’intervento sociale per far rispettare con efficacia la legalità, altrimenti ogni possibilità di sviluppo economico sarà pregiudicata.
Dopo ha preso la parola il giornalista del “Fatto Quotidiano” Peppino Lo Bianco, autore di diversi saggi sui rapporti tra mafia e politica, che si è soffermato sulla lotta antimafia dell’Acio di Capo d’Orlando individuandola come esempio di rivolta coraggiosa e di azione collettiva vincente.
Negli ultimi anni – a parere del cronista- le inchieste nei giornali sulla mafia non hanno approfondito le responsabilità degli apparati dello Stato, i depistaggi e le distorte vicende processuali che hanno dato credibilità a personaggi camaleontici e contraddittori.
Alla fine ha detto che occorre riattivare l’azione forte della società civile, delle associazioni e coinvolgere i giovani per evitare il dramma della passività.
Successivamente l’attivista antimafia Linda Grasso ha rievocato l’eroismo delle donne siciliane per affermare i valori della giustizia e della libertà.
Durante il discorso ha aggiunto che abbiamo il dovere morale di ricordare sempre il loro sacrificio estremo.
Invece lo scrittore Luciano Armeli Iachipino, autore di libri importanti contro la mafia che tracciano con grande eleganza stilistica e letteraria alcune terrificanti tragedie del nostro territorio, ha analizzato le anomalie giudiziarie degli ultimi anni e soprattutto del processo Borsellino quater.
Si è espresso contro gli apparati dello Stato, i servizi segreti e poteri occulti accusandoli di collusione con le mafie.
Significativo è stato l’intervento di Teodoro Lamonica, responsabile provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani che ha riassunto l’importanza della lotta di liberazione nazionale per la giustizia sociale e la libertà. Alla stessa maniera- ha evidenziato- bisogna liberarsi dalle mafie attraverso una lotta di massa.
Alla fine degli interventi dei vari relatori Fabio Cannizzaro, presidente del Circolo “Italo Carcione”, ha spiegato come è nato il premio finalizzato a focalizzare la memoria storica su tanti militanti socialisti, martiri antimafia.
Sono stati citati le protagoniste delle precedenti edizioni (Angela Manca, Sonia Alfano, Margherita Asta, Augusta Schiera e il contributo storico e ineguagliabile di Paolo Borsellino e della figlia Fiammetta. Di quest’ultima, premiata dell’edizione 2018, è stata indicata l’infaticabile iniziativa di contrasto del fenomeno mafioso e la sua capacità di aver trasformato il dolore personale in azione costante per il riscatto della nostra terra. La premiazione è stata coronata da un momento di intensa commozione.
Fiammetta Borsellino ha ripercorso la tragedia di suo padre, le sue vicende umane e professionali, denunciando la complicità delle istituzioni nell’insabbiamento e nel depistaggio delle indagini. Si è rivolta ai presenti e ai giovani invitandoli ad intervenire per apportare le proprie testimonianze.
Diversi cittadini hanno raccontato i drammi della corruzione, del clientelismo e dell’indifferenza omertosa nella vita della nostra provincia.
Alcuni ragazzi dell’istituto Ferdinando Borghese di Patti hanno fatto emergere la voglia di cambiamento e come Paolo Borsellino ispira la loro azione per migliorare la società e la vita delle future generazioni.
Fiammetta Borsellino ha risposto a tante domande raccontando storie inedite della personalità del padre e dei suoi ideali. La sua cultura è servita- ha affermato- a farle capire il significato delle parole vivere, combattere, ad avere forza interiore per non sprofondare negli abissi della disperazione e a continuare l’azione storica contro l’illegalità e la corruzione dilaganti nel nostro paese.
Un prolungato e caloroso applauso ha suggellato la fine dell’incontro ricco di esperienze e di riflessioni incancellabili che diverranno patrimonio di un sentire collettivo per cancellare le ombre indecenti e degradanti delle ingiustizie e delle violenze.
Salvatore Crisafulli