Il gruppo consiliare di minoranza “Ficarra è Ora”, composto da Alice Marraffa, Daniele Alessio Faranda, Basilio Carini, Sebastiano Ravì e Francesco Marchese ha votato contro la determinazione dei valori delle aree fabbricabili fatta dall’amministrazione comunale di Ficara, ritenendo tali valori troppo alti, con conseguente aumento dell’ICI da pagare per il periodo 2006-2011 e contestando anche le modalità e la tipologia di parte delle riduzioni di cui il contribuente potrà beneficiare.
Trattasi, per la minoranza, di un mascherato aumento della pressione fiscale, che andrà a gravare sui cittadini, senza che gli stessi si rendano ben conto dei meccanismi che porteranno ad un aumento dell’ICI, con effetto retrodatato all’anno 2006, con conseguente obbligo per gli uffici comunali di procedere al controllo e successiva riscossione dell’imposta comunale sugli immobili, parametrata ai, contestati, nuovi valori determinati dalla Giunta Comunale.
Di seguito il documento redatto dei consiglieri comunali di minoranza ed allegato al verbale del consiglio comunale:
Il gruppo consiliare “Ficarra è Ora” ritiene eccessivi i valori che la Giunta Comunale, sulla scorta dello studio sui valori medi unitari di mercato delle aree fabbricabili ai fini ICI commissionato all’Arch. G. Giunta, ha attribuito appunto alle aree fabbricabili per il periodo 2006-2011.
Invero, ormai da anni il mercato immobiliare di Ficarra è asfittico, tant’è vero che lo stesso tecnico incaricato dall’amministrazione ha chiaramente detto che “con riferimento ai terreni edificabili, i dati provenienti dal mercato sono assai carenti”, ciò proprio perché non vi sono stati negli ultimi anni apprezzabili compravendite preordinate a finalità edificatorie.
Ne discende che a fronte di una indubbiamente scarsa potenzialità edificatoria delle aree fabbricabili non si può attribuire alle stesse un valore elevato. L’attribuzione, ad esempio, di un valore medio di ben € 63,34 alle aree B1 del centro e di € 43,53 alle aree B1 delle borgate appare come un mascherato aumento della pressione fiscale, poiché su tali valori, seppur decurtati in presenza di specifiche condizioni, si dovrà applicare l’ICI che, di fatto, sino ad oggi, è stata parametrata a valori nettamente inferiori (€ 40,00 circa per il centro storico, € 30,00 circa per le borgate, secondo informazioni assunte presso gli uffici comunali).
Le incongruenze delle stime fatte proprie dalla Giunta riguardano anche le riduzioni spettanti al verificarsi di determinate condizioni ed elencate con le lettere C1, C2, C3, C4 e C5. Se si considera ad esempio la riduzione del valore delle aree fabbricabili, indicata come C2, spettante in assenza di opere di urbanizzazione, non si capisce perché nelle zone B1b (cioè le borgate) non sia prevista alcuna riduzione, considerato che le nostre frazioni sono spesso sprovviste in parte o totalmente di tali opere.
Per quanto riguarda la riduzione per estensioni particellari indicata come C5, non risulta assolutamente condivisibile il criterio per cui all’aumentare dell’estensione dei terreni venga applicata una sempre maggiore riduzione. Considerato che l’ICI altro non è che un’imposta sul patrimonio non si comprende per quale strana ragione chi possiede di meno debba, proporzionalmente, pagare di più.
Per fare un esempio chi possiede 200 mq. di terreno edificabile in zona B1c dovrà pagare l’ICI su un valore di € 12.868,00, mentre chi possiede 2.000 mq. di terreno nella stessa area dovrà pagare l’ICI su un valore di € 75.921,20, anziché su un valore di 128.680,00. In definitiva il sistema di riduzioni individuato come C5 va a beneficio di chi possiede ampie zone edificabili e quindi facilmente sfruttabili a fini edificatori e maggiormente appetibili sul mercato da parte di imprese che intendono edificare- legittimamente- a fini speculativi, rispetto a chi possiede una piccola estensione molto spesso poco sfruttabile a fini edificatori se non per ampliamenti di fabbricati esistenti o per l’edificazioni di piccole unità abitative.
In riferimento alle zone D1 e D2, cioè quelle artigianali ed industriali, non si comprende il criterio utilizzato per l’attribuzione dei valori stante che alle aree D1 viene attribuito un valore maggiore rispetto alle D2, pur risultando, queste ultime, ubicate in un’area sicuramente più appetibile e già in parte utilizzata, trovandosi in prossimità di importanti arterie di comunicazione come lo svincolo autostradale e in vicinanza di aree aventi le stesse caratteristiche nel limitrofo comune di Brolo.
La tabella 1 allegata alla delibera di Giunta e sulla quale il Consiglio Comunale dovrebbe pronunciarsi presenta poi evidenti errori materiali, se infatti si va a guardare il conteggio fatto dal tecnico incaricato dal comune per determinare il valore della zona B1C si vede che nel conteggio si giunge alla somma di € 63,34, mentre nella allegata tabella 1, oggetto di votazione, il valore è aumentato ad € 64,34.
In ultimo non si comprende perché al fine di avere riconosciute le riduzioni previste per acclività ed estensione, quest’ultima da noi ritenuta non condivisibile, il cittadino debba rivolgersi ad un tecnico abilitato, con ulteriore aggravio di spese, al fine di produrre un’apposita attestazione sulla sussistenza di tali condizioni, quando invece dette caratteristiche possono essere immediatamente rilevate dall’ufficio tecnico, mediante la consultazione dell’aerofotogrammetria e seguendo le modalità utilizzate per il rilascio delle certificazioni urbanistiche.
Fermo restando che i valori medi fatti propri dalla Giunta, sono indicativi e non vincolanti, ben potendo il contribuente dimostrare a mezzo di perizia di parte l’effettiva potenzialità edificatoria dei propri terreni, l’attribuzione di valori eccessivi, finirebbe col costringere i cittadini oggetto di automatico accertamento dell’ICI a sobbarcarsi spese che nessuno gli rimborserà, il tutto per munirsi di una perizia redatta da un professionista che attesti l’erroneità dei valori medi adottati dal Comune di Ficarra e consenta così di risparmiare sull’imposta. Tale risparmio però verrebbe probabilmente del tutto assorbito dai costi affrontati per dimostrare l’effettivo valore del terreno, di modo che il cittadino, quantomeno quello che possiede aree poco estese, verrebbe beffato, finendo col pagare al tecnico più di quanto possa risparmiare sull’imposta.
In sintesi, queste sono le motivazioni principali che inducono il gruppo consiliare “Ficarra è Ora” ad esprimere il proprio dissenso rispetto alla determinazione dei valori delle aree fabbricabili a fini ICI e ad invitare la Giunta a revocare la deliberazione n. 95 del 22\08\11, con la quale i detti valori sono stati fatti propri dal comune in modo da rideterminare gli stessi in maniera più corrispondente alla realtà di Ficarra.
Una rivisitazione dei valori potrebbe anche essere l’occasione per una modifica concorde del regolamento comunale ICI, volta anche ad introdurre nuove detrazioni spettanti ad esempio a chi acquista immobili nel centro storico e li ristruttura (anche seguendo le indicazioni di un futuro piano del colore, di cui ambo le parti politiche che si sono confrontate nella recente competizione elettorale hanno parlato favorevolmente) o spettanti a chi intraprende nuove attività economiche.
Chiediamo quindi all’amministrazione ed alla maggioranza che la sostiene di fare un passo indietro e di regolamentare, anche con il contributo della minoranza, in maniera diversa la materia dell’imposizione dell’ICI.
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