FICARRA – Indietro non si torna. Stato di mobilitazione assemblea precari enti locali e non solo
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FICARRA – Indietro non si torna. Stato di mobilitazione assemblea precari enti locali e non solo

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La nota dell’assemblea dei precari

Va avanti anche oggi dopo 1a giornata di ieri I’assemblea del personale precario di cui all’art 30 comma 1 della l.r. 512014 sui posti di lavoro degli enti locali e non solo Comunque vada, 1e amministrazioni attualmente in carica passeranno alla storia scrivendo I’ultima pagina di questo lungo precariato degli enti locali e non solo; queste di fatto sono chiamate per legge a prendere posizione e 1e scelte sono due, o contestare le procedure del decreto 101/2013 non dando seguito all’approvazione del piano triennale 201612018 entro il prossimo e imminente 30 settembre in assenza di notizie specifiche che intervengono a tutela e salvaguardia di tutta la categoria o diversamente procedere in tale direzione con tutto ciò che questo comporta.
Ed è proprio su questo che la categoria richiama I’attenzione, in assenza di norme che affrontano in modo specifico la problematica e intervengono a modifica delle procedure in atto a regime, si prospetta una soluzione che poco a che fare con le rivendicazioni fatte dalla categoria fin dal 1989, ovvero un contratto a tempo indeterminato alle dipendenze degli enti presso cui si presta servizio; di fatto si propone un deportamento in massa nella RESAIS società partecipata dalla Regione siciliana, istituita con propria legge regionale nel lontano 1975 per avviare a liquidazioni alcune aziende in crisi che operavano nel settore industriale (ESPI, EMS, AZASD. E accoglieva il personale da queste dipendenti per accompagnarli al prepensionamento con requisiti minimi 27 anni di contributi e 52 anni di età riconoscendo loro un assegno mensile pari all’80% dell’ultima retribuzione, ne1 nostro caso un assegno mensile quantificato su impegno settimanale pari a 18 ore. Pagati per non fare niente!
Se questo modo di procedere per il governo regionale con l’assenso di quello nazionale e rendere produttiva la spesa siamo messi veramente male. Oggi il personale interessato ha una propria collocazione e precise responsabilità sul posto di lavoro dove presta servizio garantendo la funzionalità della macchina amministrativa . Domani?
Nella soluzione prospettata si ipotizza un ‘assunzione con contratto a tempo indeterminato alle dipendenze della RESAIS, la quale accogliendo le eventuali istanze da parte di enti interessati dispone l’assegnazione del personale per 1o svolgimento di funzioni e compiti istituzionali, senza che con questi venga ad istaurarsi alcun un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato; corre l’obbligo rappresentare che questo modo di procedere non tiene più conto del servizio fin qui prestato, delle professionalità acquisite, ne tanto meno l’obbligo in capo agli enti di presentare le richieste o quanto meno in numero pari al personale precario che oggi presta servizio. In caso di mancata richiesta quale rapporto di lavoro si ipotizza? già un anno addietro l’allora assessore Caruso in Commissione Bilancio aveva esordito parlando di cassa in deroga perché impossibile stabilizzare il personale precario.
Per queste ragioni un No! forte e accorato all’ipotesi RTSAIS e qualunque altra proposta che svende e disperde le professionalità acquisite in 28 anni di servizio prestato alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni senza tenere conto della necessità a mantenere prioritariamente in vita un rapporto di lavoro subordinato con gli enti presso cui si è chiamati a prestare servizio a tempo indeterminato, senza mettere in discussione il CCNL del comparto enti locali e gli aspetti previdenziali fin qui riconosciuti. E’ preoccupante il silenzio assordante degli amministratori al di là di qualche dichiarazione giusto per camuffare i veri intendimenti di assecondare tacitamente un volere politico dall’alto che mette d’accordo tutti su tutto a discapito di noi lavoratori precari.
La verità è che l’annunciala soluzione RESAIS aiuta tutti “a togliere le castagne dal fuoco senza bruciarsi le mani” come recita un detto antico; I comuni salutano favorevolmente la proposta come unica e possibile soluzione che và oltre i rigidi paletti del decreto 101/2013 riconoscendo la possibilità di un contratto a tempo indeterminato a 18 ore settimanali, senza limitazione alcuna, promuovendola tra la categoria come “cosa possibile buona e giusta”.
La politica ritorna alle sue vecchie abitudini, fare ciò che vuole fare, senza condizionamenti di sote o logiche burocratiche, senza obbligo alcuno nei confronti di nessuno, il tutto alla vigilia di una serie di competizioni elettorali che devono farci riflettere seriamente (Referendum costituzionale. elezioni Presidenti delle città metropolitane e dei liberi consorzi,elezioni amministrative. regionali, nazionali). Così facendo la Regione Siciliana non avrebbe più il problema precari anzi si vanterebbe di aver dato soluzione, i comuni si sarebbero scrollati di dosso un fardello sociale ed economico non indifferente creandosi I’opportunità di scegliere chi assumere, gli urici a pagare il prezzo saremo noi lavoratori precari. In tutto questo che posizione assume il precario, continua a credere e sperare nei buoni propositi di chi nulla ha da perdere ma tanto ha da guadagnare (basti pensare che i comuni non avrebbero più nessun obbligo nei confronti di 20.000 famiglie siciliane, contrattisti ed ASU). L’assemblea si protrarrà per tutta la giornata per essere poi aggiornata a domani, giornata in cui una delegazione regionale si recherà a Palermo presso la sede dell’assessorato regionale delle autonomie locali per sollecitare l’assessore Lantieri a procedere alla convocazione urgente dei lavori in cabina di regia sul precariato; dall’esito dell’incontro dipenderà la programmazione delle iniziative di lotta per i giorni a seguire, senza escludere a priori un’occupazione degli enti locali o una manifestazione regionale.
INDIETRO NON SI TORNA!

13 Settembre 2016

Autore:

redazione


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