Alla Sala Laudamo di Messina Giovedì 19 gennaio 2012 alle ore 17
Il film:
Sul nome B.a.c.h. contrappunti con L’arte della Fuga, con la regia di Francesco Leprino e la produzione dello Studio Al Gran Sole.
Ha collaborato una schiera di personaggi molto nutrita e autorevole, che comprende anche i maggiori esperti in campo internazionale intorno al fenomeno Bach (oltre 150 persone, fra musicisti, attori e collaboratori): Bruno Ganz, Arnoldo Foà, Sonia Bergamasco, Ton Koopman, Douglas Hofstadter, Stefano Bollani, Quirino Principe, Alberto Basso… solo per citarne alcuni.
L’Autore:
Francesco Leprino, siciliano, di origine pattese, che opera a Milano, regista, musicologo, musicista, organizzatore musicale, si è occupato dal 1995 di audiovisione collaborando con istituzioni come, Amici del Loggione del Teatro alla Scala, Triennale di Milano, Teatro “dal Verme” Milano Musica, tenendo corsi universitari (Università Bicocca di Milano), seminari, conferenze e soprattutto realizzando video antologici e sperimentali, documentari e film. Leprino dice riguardo agli intenti che ha voluto perseguire:
Beethoven diceva che Bach non era un ruscello ma un mare.
La musica di Bach sta a un piccolo film come un oceano sta a un guscio di noce: non potendo in alcun modo esservi contenuta, se ne può cogliere solo la sua decantazione e la sua astrazione.
L’arte della fuga, senza apparente destinazione strumentale e senza un nome (il suo titolo fu apposto probabilmente dal figlio C. Ph. Emanuel o da Marpurg) è lasciata incompiuta da Bach e costituisce, insieme alle ultime, per certi versi enigmatiche, opere (L’offerta musicale, le Variazioni Goldberg, le Variazioni canoniche…), un cosciente testamento per il futuro, per l’eternità.
La fuga, per sua natura musicale, è un motore perpetuo, che non ha fine, per cui solo un’interruzione brusca può porvi termine. La sua incompiutezza è indice della sua smisurata compiutezza.
Il pensiero che viene trasferito sulla carta e ritorna alla mente di chi “legge” diventa così la sintesi perfetta del genio di Bach e della musica stessa.
E come per magia può essere racchiusa in quel picciol vaso che è la lanterna magica del cinema, in cui troveranno posto anche le tante vicende e i tanti luoghi vissuti da Bach.
L’altra sfida è quella di calare questo pensiero musicale, destinato probabilmente alla sola tastiera, nella matericità e concretezza dei colori di tutti gli strumenti possibili, come un gigantesco clavier à lumière, quasi a renderlo tangibilmente e prepotentemente visibile a tutti.
http://www.gransole.net/prodart/bach.html
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