Per il 17° anno il Liceo Classico- Scientifico e Linguistico “Vittorio Emanuele III” ha ospitato il Seminario di Filosofia, ormai una consuetudine all’interno della scuola dal 1996. L’avvio del primo incontro è stato dato dal saluto del Dirigente Scolastico Prof.ssa Grazia Gullotti Scalisi che ha ricordato come il suo Vicario, Prof. Parasiliti, improvvisamente venuto a mancare quattro mesi fa, teneva moltissimo a quest’importante appuntamento annuale. Al figlio, dott. Oscar Parasiliti e alla sorella Pina, il Dirigente ha rivolto un commosso saluto confermando la stima che il professore si era guadagnata sul campo, anche se era stato il suo stretto collaboratore solo per un anno. Con un pensiero rivolto anche alla moglie Clelia, per la quale troppo doloroso sarebbe stato partecipare all’inaugurazione del Seminario, ha anticipato la volontà di tutto il liceo di dedicare al professore un convegno, per sottolineare non solo la sua figura di docente, ma anche quella di storico.
Infine, ha ringraziato gli alunni che gremivano l’aula magna con alcuni ex studenti, e i professori che sono accorsi all’evento a conferma di come negli anni sia cresciuto l’interesse per tematiche di così alto spessore.
Ha poi dato la parola allo studente Francesco Di Stefano che ha ricordato la poliedrica figura del professore con la voce rotta dalla commozione: un lungo applauso in piedi ha confermato il profondo affetto di tutto il liceo per il caro Saro. Anche il prof. Gembillo ha ricordato come in questi 17 anni era stato proprio il Seminario a fargli apprezzare le qualità umane e culturali di un professore che tanto ancora avrebbe potuto dare alla comunità.
Passando poi al tema della relazione, “Dal riduzionismo alla complessità”, il prof. Gembillo (Ordinario di Storia della Filosofia, Storia e Filosofia della complessità e Storia e Filosofia della Scienza presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Messina) ha racchiuso in una domanda la premessa: “Tutto è, nulla cambia o tutto cambia e nulla è?”. Questi sono,infatti, i due enunciati su un rapporto che ha caratterizzato nei secoli il dibattito filosofico. La relazione tra questi due concetti era dapprima simmetrica, ma col procedere della speculazione filosofica è divenuta asimmetrica grazie ad un nuovo sapere: la matematica. Parmenide ed Eraclito non erano stati in grado di dimostrare razionalmente le loro intuizioni, spiegate poi grazie alla “ rivoluzione scientifica” di Keplero, Galileo e Newton, che stabilirono potersi elaborare enunciati solo su cose di cui si può fare esperienza.
Il professore, poi, passando per le dodici categorie kantiane, ha sottolineato come una seconda rivoluzione scientifica, quella della termodinamica, sia intervenuta a modificare la visione del reale. Chi potrebbe negare, oggi, che tutti gli esseri cedono e danno calore e che nessuna indagine può essere condotta prescindendo dalle alterazioni termiche che il calore stesso produce? E’ ovvio che una realtà così “complessa”, in cui vari fattori interagiscono e si condizionano, tanto da rendere costantemente suscettibili di alterazioni gli oggetti dell’esperimento, getta nell’uomo un po’ di sconcerto e qualche preoccupazione, perché dà l’impressione che non vi sia più nulla di certo. Di fatto il problema non è questo, quanto, piuttosto, far acquisire un abito mentale certo di questa nuova complessità.
Nei giorni a venire altri relatori sottolineeranno altri aspetti della filosofia della complessità di cui soprattutto gli studenti che si avviano agli esami di stato potranno avvantaggiarsi. Inutile dire che il Professore Gembillo con una sintesi mirabile ha veramente fatto percorrere in poco più di un’ora il vertiginoso ed esaltante cammino della filosofia, tanto da far scoccare il desiderio di studiarla con un nuovo approccio.
Iole Bencini, Federica Condipodero
II A Liceo Classico vecchio ordinamento
