“Dal primo gennaio le pensioni aumenteranno. Anche tasse e tributi vari aumenteranno e i primi, purtroppo (1,4%), non compenseranno i secondi.”
Parte da questa affermazione , suffrogata da numerosi concreti esempi, la relazione del segretario provinciale della FNP-CISL Carmelo Muscolino ai lavori del Direttivo composto dai rappresentanti comunali e dai responsabili dei raggruppamenti tecnici provenienti da tutte le categorie di lavoratori. Il caso più eclatante ma non unico di divaricazione fra il modesto aumento dell’importo delle pensioni, legato al meccanismo dell’inflazione legale e alla perequazione automatica, rispetto alla inflazione reale, che è quella con cui quotidianamente bisogna fari i conti, lo stanno vivendo in questi giorni i pensionati e tutte le famiglie del vasto territorio dell’ATO ME1 dove si sono viste notificare mega bollette al saldo del 2009 con aumenti sino al cento per cento senza peraltro che il servizio sia migliorato. Ma le cose non vanno certo meglio nei comuni dell’ATO ME2 dove, oltre al contenzioso sulle bollette, si vive una situazione di confusione e precarietà che frequentemente porta alla sospensione del servizio di raccolta.
Sul problema delle tasse, la federazione dei pensionati, nella riunione del direttivo con la partecipazione del segretario della UST Tonino Genovese e del segretario regionale Carmelo Raffa, alza il tiro denunciando inadempienze, abusi e scelte sbagliate che pesantemente contraggono il tenore di vita delle famiglie e mettono in crisi profonda quelle che vivono condizioni di disagio o perché poveri e con pensioni al di sotto della soglia di povertà o perché disabili, non autosufficienti o ultrasettantacinquenni soli.
La FNP considera intollerabile il comportamento dell’assessore regionale alla sanità Russo che predica bene e razzola male. Infatti, pur in presenza di una legge regionale che prevede la rimodulazione della fascia di esenzione dai ticket sino a un reddito di 20mila euro, ancora non ha attuato questa determinazione dell’Assemblea Regionale, penalizzando così le fasce più deboli dei cittadini.
Il sindacato dei pensionati della Cisl poi focalizza l’attenzione sugli eccessi e/o sulle inadempienze di gran parte delle amministrazioni comunali, a partire dalla città capoluogo. In decine di città non si fa pagare l’addizionale Irpef o la si fa pagare in misura contenuta o con una significativa fascia di esenzione. A Messina invece non c’è l’esenzione nemmeno per i poveri e si paga nella misura massima consentita dalla legge: 0,80 per cento.
Occorre rimodularla – afferma il sindacato – e farla pagare a tutti. Invece – aggiunge – l’evasione è diffusa, soprattutto per la raccolta rifiuti, per l’acqua, per l’occupazione di spazi, per pubblicità o per numerose altre fonti di potenziali entrare che consentirebbero di far pagare meno alle persone oneste e, ancor più importante, con le maggiori entrate permetterebbero agli Enti Locali di fornire più servizi reali ai cittadini e di favorire occasioni di lavoro vero e di crescita della qualità della vita.
Il sindacato ribadisce l’esigenza di comportamenti virtuosi, incominciando dalla creazione dei consigli tributari, peraltro previsti dalla legge e, in provincia di Messina, ancora non attuati da buona parte dei nostri EE.LL..
Essi infatti – soprattutto se composti da chi le tasse le paga con certezza (lavoratori dipendenti e pensionati) – sono strumenti efficaci per contrastare tutti i tipi di evasione ed elusione e, oltre a consentire consistenti aumenti di risorse per le imposte di competenza dei comuni, riservano a questi ultimi ben il 33 % delle nuove entrate di competenza dello Stato.
Sarebbe una determinante fonte di entrate per i nostri Enti Locali alle prese con debiti, risorse scarse, insufficienza di investimenti per lo sviluppo, il lavoro, l’assistenza e la qualità della vita. Sarebbe inoltre un’operazione di moralizzazione, trasparenza, legalità ed equità.
Il sindacato dei pensionati della Cisl infine annuncia l’avvio, insieme con gli omologhi sindacati di Cgil e Uil, di confronti con le amministrazioni locali e con i presidenti dei distretti socio-sanitari, seguiti da assemblee pubbliche nelle quali saranno socializzati gli esiti dei negoziati.
IMPORTI PENSIONI 2011
Trattamento minimo ed incrementi:
trattamento minimo: € 467,42; ( + 6 euro rispetto al 2010)
trattamento minimo con incremento di cui all’art. 38 della L. 448/01: € 591,87
Trattamento minimo più incremento di cui alla L. 127/2007 art. 5, comma 5: € 603,87
Pensioni superiori al minimo:
le pensioni di importo fino a tre volte il minimo
(€ 1.382,91) avranno un aumento dell’1,4%, pari al 100% della variazione;
le pensioni di importo superiore a tre volte il minimo e fino a 5 volte il minimo (€ 2.304,85) fruiranno dell’1,26% (90% di 1,4);
i trattamenti di importo superiore ad € 2.304,85 avranno l’aumento dell’1,05% (pari al 75% di 1,4).
Trattamenti assistenziali:
pensione sociale € 343,89;
assegno sociale € 417,28.