Rita Borsellino: “Ripartiamo dalla rimodulazione dei fondi europei. L’Osservatorio per dare voce a sindaci, territori e parti sociali. Finora completa esclusione dei comuni nelle scelte di Palazzo d’Orleans”
“Secondo gli indirizzi dell’Unione europea, lo sviluppo locale dovrebbe essere al centro della nuova programmazione. Ma in Sicilia all’intollerabile ritardo nell’utilizzo dei fondi europei si aggiunge la completa esclusione dei comuni dalle scelte di Palazzo d’Orleans. L’Osservatorio nasce proprio per far fronte a questa paralisi generale, che sta affossando lo sviluppo della regione”. Così Rita Borsellino, deputato del Parlamento europeo e presidente di Un’altra Storia, spiega la nascita dell’Osservatorio popolare sulle politiche si sviluppo e coesione, presentato ieri mattina a Palermo. L’Osservatorio, promosso dal Cantiere Sviluppo economico di Un’altra Storia e da 35 comuni siciliani, ha per obiettivo la rimodulazione della programmazione dei fondi europei a partire da tre direttrici chiave: un maggiore coinvolgimento dei comuni nella programmazione, una maggiore quota di investimenti in infrastrutture, servizi e ricerca per l’apparato produttivo e la costruzione di un sistema di legalità e trasparenza nell’erogazione dei contributi e nella realizzazione delle opere.
All’Osservatorio, presieduto dal sindaco di Caltagirone Franco Pignataro, hanno aderito anche Confindustria, Cna, Legacoop, Cigl, Cisl e Uil. Ieri, alla conferenza, hanno partecipato tra gli altri Filippo Parrino della Legacoop, il direttore di Confindustria Sicilia Giovanni Catalano e il segretario regionale della Cna Mario Filippello. “Su circa 11 miliardi di fondi europei ad oggi la Sicilia ha speso appena il 6,7 per cento – dice il professore Alberto Tulumello, responsabile del Cantiere Sviluppo economico – E ciò che si è speso non è certo in linea con le reali esigenze della regione. C’è, per dirla in breve, un deficit di programmazione che l’Osservatorio intende colmare elaborando e portando avanti una serie di proposte che diano voce ai territori, ai sindaci e alle parti sociali”. Una voce che finora è rimasta per lo più inascoltata. “Al centralismo della Regione – dice Pignataro – si è sovrapposto il centralismo del presidente della Regione. Tutto passa dalle mani del governatore ed è normale che questo alla lunga ritarda l’attività dell’amministrazione. Il mio comune ha inviato alla Regione una caterva di progetti che potrebbero essere finanziati con le risorse europee, ma nessuno di questi ha avuto ancora seguito”. Caltagirone non è il solo comune ad avere problemi di questo tipo. “A noi basterebbe uno scorrimento veloce per raccordare un intero territorio, quello del Consorzio delle Cinque valli, con l’autostrada e favorire così lo sviluppo del turismo e delle nostre imprese agricole”, dice Calogero Vaccaro, sindaco di Marianopoli. Il deficit di programmazione, dunque, viene alimentato anche da un deficit di concertazione con i territori. “Solo che chi dovrebbe rappresentare i comuni presso la Regione, ossia l’Ance Sicilia, non lo fa”, lamenta Pignataro.
Da qui, l’esigenza di costituire l’Osservatorio, che, attraverso il lavoro in rete, ha già elaborato una proposta concreta, ossia la rimodulazione del 30 per cento dei fondi europei per il periodo 2007/2013. Una rimodulazione che, attraverso la partecipazione dal basso dei comuni, dei territori e delle parti sociali, verta sulla ricerca, sullo sviluppo energetico e sulla mobilità sostenibile come viatici per il rilancio dei poli industriali e per il sostegno alle media e piccola impresa.
Inoltre, per migliorare l’efficienza e l’efficacia della spesa, l’Osservatorio propone la costituzione di una sistema della legalità e della trasparenza nell’erogazione dei contributi e nella realizzazione delle opere.

Comunicati Stampa