Martedì 2 agosto si è svolta presso il Palazzo Milio di Ficarra, alla presenza di un numeroso, attento e stupito pubblico, l’inaugurazione del progetto fotografico “FORME” dell’artista ficarrese Delfio Plantemoli
Un progetto curato dal Prof. Mauro Cappotto
Nell’occasione è stato presentato il primo capitolo del progetto dal titolo: “Insetti, Piante e Fiori”, realizzato con sofisticate tecniche “macro” e “highlights”.
“FORME” è una ideale mappatura di alcuni dei più importanti “soggetti” che compongono il grande affresco della vita nel territorio dei Nebrodi: ambienti, fiori, insetti, uccelli e umani. La visita della mostra si articola attraverso la visione di alcune stampe fotografiche di grandi dimensioni e, su grande monitor, delle foto montate con un percorso narrativo di grande impatto letterario.
La mostra è visitabile, su prenotazione anche per una sola persona, da giorno tre agosto presso il palazzo Milio di Ficarra contattando l’Uff. Turistico del Comune al numero 0941 582604.
Delfio Plantemoli
Capita di voler fare ordine, a volte. Magari soltanto di voler guardare, standosene seduti tranquilli, cosa si è combinato in tutti questi anni o solo negli ultimi tempi. Così, per capire. Ti siedi, dunque, e guardi. In questo caso guardi e ascolti dato che, professionalmente, sei sempre stato un musicista: chitarrista per la precisione, di formazione accademica classica. Anche fisarmonicista, ma autodidatta riguardo a quest’altro strumento.
Ora (e sembrerebbe non c’entrare niente), come la maggior parte delle persone anch’io da ragazzino ho avuto uno zio del cuore. E di cosa era appassionato questo zio amatissimo? Di fotografia. Tornava tutte le estati in Sicilia, ché lavorava a Roma, e tutti i santi giorni della sua permanenza – che andasse al mare, in campagna, nei boschi di San Fratello o nei paesi vicini a visitare parenti e amici – mi portava sempre con lui. In verità erano due i soggetti dai quali non si staccava mai in quei giorni: uno ero io, l’altro la sua macchina fotografica Rolleiflex, la mitica Rolleiflex. Così, per via del ben noto “tranfert sentimentale-generazionale” (in questo caso da zio a nipote), il virus della fotografia si insediò irrimediabilmente in me senza che se ne trovasse cura.
Pertanto, dopo anni di attività musicale professionistica attraversati da quest’onda anomala della fotografia, di fronte all’eventuale (e temuta) domanda: “Dovendone scegliere una sola, quale tra musica e fotografia?” … scopro che la risposta è un’imbarazzante incertezza.
dal suo blog
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